Il fascino degli antichi manieri è comune a diversi territori d’Italia: la storia dei feudi prima e dei comuni poi, le divisioni tra piccoli territori che si facevano la guerra tra di loro, ha fatto sì che numerosi castelli sorgessero anche molto vicini tra loro.
I monumenti che meglio rappresentano la Calabria sono indubbiamente i castelli. Dalla costruzione vicino Crotone che dà il nome all’intera località, cioè Le Castella, al Castello Aragonese di Reggio Calabria, a quello dedicato a Giocchino Murà a Pizzo, fino a quello che si trova nella città di Vibo Valentia, insomma, sono moltissimi i ruderi o i forti ben conservati che caratterizzano l’ultima sponda della penisola italiana. Si tratta di ventiquattro castelli che è possibile ammirare, sparsi tra le varie province calabresi, alcuni di questi sono stati recuperati e sono oggi conservati in maniera ottimale, altri, purtroppo, sono stati lasciati all’abbandono e all’incuria del tempo.
Nella provincia di Cosenza se ne contano davvero molti. Si va da Cirella a Montalto Uffugo, a Praia a Mare, a Paola, a Morano Calabro, fino a Corigliano e ancora di più. Il Castello Svevo di Cosenza, arroccato sul Colle Pancrazio, godeva di una posizione privilegiata per espletare il suo compito di sorveglianza della città. Il forte si presenta in tutta la sua maestosità, frutto di diversi rimaneggiamenti. Il primo rifacimento è stato probabilmente opera del califfo Saati che mise mano ai resti di una rocca bretica; riadattato, rivisitato e rinforzato sotto Ruggero II, Duca dei Normanni nel 1130, poi, distrutto nel terremoto del 1184 venne ripreso da Federico II di Svevia che ne curò la ricostruzione, nel 1239.
Il castello della città bruzia venne adibito a numerosi utilizzi: da dimora regale a prigione, a fortezza militare. Fu anche sede della zecca, ma rimase sempre, nell’immaginario collettivo, una delle più grandi e importanti realtà militari della Calabria settentrionale. Dal 1630 iniziò un periodo di decadenza, anche caratterizzato dal susseguirsi di terremoti che ne minavano la stabilità. Nel 1700 Michele Maria Capece, arcivescovo di Cosenza ne chiese la donazione al Re di Napoli Galeota per farne un seminario. Dopo il recupero e il restauro la struttura ne uscì ulteriormente compromessa perdendo la fisionomia originaria. Il Castello Svevo costituisce oggi uno degli scorci più suggestivi della parte vecchia del comune di Cosenza, al quale appartiene dal 1883.