La prima domanda che potrebbe sorgere spontanea leggendo il titolo di questo articolo è: Com’è possibile individuare un lato positivo in una situazione di pandemia? Come si può collegare una bella immagine ad una contingenza che ha gettato nel panico e disorientato il mondo intero? Le notizie quotidiane di certo non incoraggiano ad essere ottimisti in una condizione tanto nuova quanto complessa come quella che stiamo vivendo. Una circostanza che ha posto molti di noi in uno stato di forte crisi.

Tuttavia, il lato positivo esiste in tutte le situazioni di crisi.

L’etimologia della parola “crisi”, che deriva dal verbo greco “Krino”, significa: discernere, giudicare, valutare. Siamo abituati a conferire a questo termine un’accezione negativa in quanto si vuol indicare il peggioramento di una condizione. D’altro canto, la “crisi” può avere anche un risvolto positivo in quanto potrebbe trasformarsi in un’occasione di rinascita, di rinnovamento.

Ho sempre creduto e credo ancora,
che qualsiasi fortuna buona o cattiva possa capitarci
noi possiamo sempre dargli significato e trasformarla in qualcosa di valore.

(Hermann Hesse)

Tutti noi, infatti, in maniera differente, abbiamo dovuto apportare dei cambiamenti nella nostra quotidianità. Ciò che si è potuto riscontrare, in particolare durante la fase di lockdown, è stata la riscoperta di quel sano valore che spesso abbiamo lasciato chiuso in un archivio nel nostro cuore.

Qual è questo valore di cui si fa menzione?

La famiglia.

Essa è considerata dai sociologi la prima agenzia educativa che offre al bambino i primi strumenti di interazione, di socializzazione e regole di vita; il nutrimento di corpo e mente utili a creare fondamenta solide nella personalità dell’individuo.

Se rispetto a trent’anni fa molti genitori hanno sviluppato una maggiore attenzione all’aspetto emotivo relativo alle esigenze dei propri figli, d’altro canto, oggigiorno, è facile entrare in un ristorante o in un pub e imbattersi in famiglie che si mostrano in silenzio assorti nel proprio mondo all’interno dello smartphone; si pensi a quanto, generalmente, stiano svanendo quelle qualità fondamentali e che danno un senso alla nostra presenza nel mondo. Gli affetti e il dialogo.

Oggi il virus ci ha posto nelle condizioni di limitare le uscite, ci ha costretti allo smart working (ove possibile) alla DAD per i nostri bambini e ragazzi.

Tutto ciò ha rivoluzionato totalmente il nostro modo di vivere. La vita come la conoscevamo non esiste più. Ecco, quindi, che la famiglia si riunisce, ecco che di nuovo si condividono spazi e momenti insieme.

È stata riscoperta la gioia di preparare insieme focacce, pasta e dolci fatti in casa, di utilizzare giochi di società e soprattutto quella di dialogare e condividere emozioni. Qualcosa che sembra scontato ma che, fino a poco tempo prima, non lo era affatto.

Senza difficoltà non c’è nulla che abbia valore.

(Ovidio)

Questa pandemia, per quanto purtroppo in molte famiglie stia arrecando tanto dolore, ha comunque donato a tutti noi un’ottima occasione: quella di rallentare, calmare la mente e ritrovare il dialogo.

Stacchiamo il piede dall’acceleratore, ridimensioniamo l’importanza che spesso riserviamo ad oggetti materiali o posizioni lavorative e re-impariamo a dare il tempo e l’attenzione a sentimenti ed emozioni.

Ritroviamo il senso più profondo della vita.