Il viaggio in Ladakh era stato impegnativo, vuoi per le alte quote spesso raggiunte a piedi per visitare i gompa, vuoi per i pernottamenti in posti non proprio confortevoli e, prima di rientrare alla base, abbiamo deciso di passare un po’ di giorni, per recuperare le forze, a Srinagar, capitale del Jammu e Kashmir, il più settentrionale degli stati dell'India.
È stato un viaggio nel viaggio.
Il Kashmir è suddiviso attualmente in tre macro-aree controllate rispettivamente da India, Pakistan e Cina.
Il Jammu e Kashmir, appartenente all’India, si compone di tre divisioni: il Jammu, la Valle del Kashmir e il Ladakh.
Le province dell’Azad Kashmir e del Gilgit-Baltistan appartengono al Pakistan, mentre i distretti di Aksai Chin e Shaksgam alla Cina.
Jammu e Kashmir, che è l’unico stato a maggioranza musulmana della federazione indiana, ha l’insolita caratteristica di avere due capitali: Jammu, durante la stagione invernale, e Srinagar per la stagione estiva, in quanto più facilmente accessibile in estate.
Atterrati a Srinagar, costruita a 1.730 metri sul livello del mare attorno al lago Dal, nelle cui acque si riflettono le verdi montagne del Kashmir, abbiamo subito percepito la particolarità della città, resa più preziosa dall’acqua.
Come albergo abbiamo preso una houseboat ormeggiata nel lago e completamente arredata in stile old england, anche nei piccoli particolari.
Le case galleggianti di Srinagar sono state la soluzione britannica a un editto del governatore Dogra che impediva agli stranieri di possedere beni immobili. Dalla loro poppa sopraelevata, sorseggiando il tè speziato, il masala chai, ho osservato lo scorrere della vita dei locali e le sfumature delle giornate.
Ancora parte della popolazione continua a vivere, anche in modo modesto, nel loro mondo acquatico in piccoli prototipi di barche: nelle e con le barche svolgono la loro attività quotidiana. Per i nostri spostamenti abbiamo utilizzato la shikara, imbarcazione di legno che è usata come trasporto di persone e merci.
Con la shikara, Karim il nostro fido “gondoliere”, pagaiando dolcemente accovacciato a prua, alla mattina presto ci ha portato a vedere il mercato dei fiori e degli ortaggi nel lago Dal.
Ogni giorno dalle quattro si radunano venditori e acquirenti di ortaggi d’ogni tipo e di fiori e in un punto del lago si forma un coloratissimo mercato fluttuante, dove le shikare sono l’una appresso l’altra ed è difficile distinguere chi vende e chi compra.
Alle sette risuona l’Asham, la preghiera del mattino che scandisce la giornata e le barche si disperdono nel lago.
È un rapporto che lega l’uomo di Srinagar al lago di loto da secoli.
Con una lenta e armoniosa navigazione lungo un canale, accompagnata da sorsate di masala chai, preparato in barca, abbiamo raggiunto, sulla sponda orientale del lago Dal, i giardini Moghul di Shalimar Bagh e di Nishat Bagh. Il Shalimar Bagh, lo fece costruire l'imperatore moghul Jehangir per sua moglie nel 1619. Nishat Bagh, "Giardino della Gioia”, è il più grande giardino moghul a Srinagar.
I giardini Moghul realizzati, nei secoli XVI e XVII dagli imperatori moghul discendenti dal mongolo Tamerlano nei territori conquistati, riprendevano i canoni dell’architettura islamica medievale e si sviluppavano su tracciati rettilinei, molto spesso all'interno di aree cintate riconducibili al II secolo d.C. sotto il regno di Praversena II, fondatore della città di Srinagar e signore del Kashmir tra il 79 ed il 139 d.C.
Passeggiando nei giardini Moghul, lontano dalla caotica Old Srinagar, tra il canto degli uccelli e lo zampillio dell’acqua, mi è sembrato di essere dentro una fiaba di altri tempi.
Srinagar è stata per secoli un centro culturale e filosofico e, visitando la Moschea di Shah Hamadan, uno degli edifici più antichi, la cui costruzione risale al 1395, ne ho colto l’essenza.
Ali, denominato Shah Hamadan, era un persiano sufi e importante studioso musulmano sunnita che ha diffuso l’Islam in queste terre.
Ci hanno raccontato che Gesù sia morto come un uomo comune e giaccia in una tomba a Srinagar e ci è stato indicato il sepolcro di Roza Bal. Per la verità, secondo la nostra guida, nel sepolcro vi sono due tombe: una è quella di un santo musulmano del periodo medievale, Syed Naseerudin, l’altra è di un predicatore carismatico arrivato in Kashmir da Israele nel 30 d.C., Yuz Asaf.
Le persone, che abbiamo incontrato nel nostro soggiorno, erano individui semplici che vivevano dei prodotti della natura e dell’artigianato, principalmente dei tappeti e della cartapesta, "Kashmir Paper Mache". L’artigianato della cartapesta fu importato nel XV secolo dal santo Mir Sayyid Ali Hamadani dalla Persia. Abbiamo assistito alla realizzazione, anche da parte dei bambini, di oggetti, scatole, vasi e ciotole riccamente decorati e colorati e di tappeti a nodo semplice dal classico motivo floreale.
Ho fatto appena in tempo a respirare folclore e tradizione di Srinagar che purtroppo la tensione tra India e Pakistan, per la supremazia nel Kashmir, l’ha resa una città isolata e non sicura e le restrizioni e i blocchi, imposti da Delhi, si sono tradotti in gravi e generalizzate violazioni dei diritti umani.