Ho sempre pensato alla quercia come alla madre del bosco, a quell’albero essenziale che si veste e poi cambia abito rammentando lo spirito femminile. Avete mai attraversato le strade sarde piene di gentili signore con i vestiti rossastri? Che si sono appena liberate delle loro vesti di sughero e mostrano una sottoveste rosseggiante di passione? Le potete vedere eleganti e piene di forza, colorate e sicure di sé, come maestre di equilibrio e armonia. Sono i migliori modelli prodotti dalla Natura per ricordarci che non bisogna mai allontanarsene. E se questa mia visione vi sembra folle, vi racconterò la storia di una donna che si è talmente ostinata a credere nel suo sogno che dalla quercia è riuscita a creare una serie di modelli di alta moda.
E vi assicuro che le mode non le ho mai seguite, ma quella proposta da Anna Grindi è davvero originale. La signora, che è di Tempio Pausania, fin da giovane si è dedicata ai tessuti e si è poi maritata con un imprenditore del sughero. A contatto tutti i giorni con quelle querce maestose, le Quercus Suber, le ha osservate da tutte le angolazioni fino a convincersi di poterne trarre un tessuto totalmente naturale.
Ci sono voluti tantissimi tentativi e molte delusioni, prove fatte di notte quando la famiglia dormiva, nella solitudine di quel sogno che cominciava ad essere considerato una fissazione anche nell’ambito domestico. E poi finalmente Anna ha trovato la sua Pietra Filosofale: è riuscita a trasformare con la sua pozione magica il sughero in un tessuto così raffinato ed elegante da poter essere usato per cucire abiti di lusso, per fare borsette e scarpe, tessuti per l’arredamento e anche per le barche di classe.
La Grindi ha brevettato questa sua invenzione, ha fatto costruire apposta dei macchinari per produrre questo suo tessuto e poi si è dilettata a realizzare un’infinità di eleganti modelli, creando il marchio Suberis.
E lo ha fatto con un materiale perfettamente naturale come il sughero che si estrae nei mesi caldi – da fine maggio a luglio - dalle sughere, ricavando dalla corteccia un materiate ecosostenibile senza abbattere la pianta e senza procurarle danni. Nell’isola esistono esemplari plurisecolari che si possono decorticare più volte, ma è possibile utilizzare anche piante più giovani. Purtuttavia per avere un buon materiale la pianta deve avere almeno una trentina d’anni. Ogni volta che si estrae il sughero poi bisogna avere la pazienza di aspettare almeno nove anni, per farla decorticare di nuovo. I decortecciatori lavorano in coppia, l’operazione è delicata e necessita di competenza e precisione per non nuocere alla pianta. Con le accette, seguendo la riga-biforzazione segnata nella precedente estrazione, incidono la corteccia nel senso della lunghezza e poi staccano il sughero dal tronco con la forza delle loro braccia praticando infine una nuova linea verticale per la futura estrazione.
Anna Grindi, che in mezzo alle querce è cresciuta, che a 18 anni ha aperto il suo primo atelier, si è convinta che attraverso la quercia avrebbe potuto coniugare la sua passione per i tessuti con il suo sacro rispetto per la natura e l’amore per gli alberi. E così della pianta si è fatta amica e protettrice, portavoce di quel suo temperamento che sintetizza la forza della donna sarda. Perché non vestire la femminilità con lo stesso abito naturale che la divinità primigenia ha donato anche agli alberi? Quel sughero che è diventato per lei un tessuto soffice e vellutato come la renna, impalpabile come la seta, ma soprattutto naturale al 100%?
Ne ha prodotto tessuti con tre diversi tipi di spessori, il maggiore per la realizzazione di borse, valigie, arredi per interni di abitazioni e navi, quello più fine che si usa perfino nella lingerie. E produce addirittura fili con spessori che variano da 3 mm a 6 mm e tessuti che giungono all’altezza di 1,40 m.
La cosa interessante è che questo tessuto, oltre che essere al 100% naturale ed ecosostenibile, è molto elastico, ignifugo e impermeabile, antibatterico e anallergico, traspirante, inalterabile e termoregolatore, un vero isolante termico e anche acustico. E poi ha la qualità di essere antigraffio, antimacchia, antipiega, lavabile, morbido e resistente agli strappi. Insomma è estremamente resistente all’usura e alla corrosione, resistente all’acqua di mare, si può lavare facilmente a 30° gradi in lavatrice, non si stira ed è repellente alla polvere e allo sporco, un vero dono in un mondo dove i materiali naturali sono in via di estinzione e si rovinano al primo lavaggio.
Esistono della fibra Suberis due differenti linee, la prima con capi realizzati esclusivamente col sughero; la seconda in cui al sughero sono associati altri tessuti naturali come cotone, lana e seta.
Per completare il quadro, Anna Grindi ha realizzato un’azienda 100% ecosostenibile facendo in modo che gli scarti non siano impattanti e siano riciclabili.
Pensate come la Grindi si sia sentita quasi una maga quando ha potuto stringere tra le mani il suo tessuto tanto desiderato e quale sia stata la gioia della sua famiglia nel riconoscerle quel talento di saper dialogare con i fili intrecciati delle stoffe, come una Moira che decide i destini degli uomini, o delle donne.
E immaginate quanto sia fortunata a vivere in una cittadina fiorente come Tempio, situata in una piacevole altura della Gallura, con un incantevole boschetto dentro l’abitato e le fresche acque dalle mille virtù della fonte di Rinaggiu. Non dimenticate che accanto a questa località ci sono anche le più belle spiagge della Costa Smeralda e gli alberi millenari più famosi d’Italia. E lei, la Donna Quercia, riesce a vivere facendo proprio il lavoro che ha sempre desiderato. Mi complimento con la sua tenacia e la sua creatività che ne fa una campionessa dell’Isola.