Faremo scintille, accenderemo desideri, metteremo a fuoco problemi e proposte. Come fa sempre Pitti Uomo.

Agostino Poletto commentava così la scelta del fuoco per caratterizzare questa edizione di Pitti Uomo, la 107. Col forte vento per i 3 giorni, dal 14 al 17 gennaio, non poteva non venire in mente che a Los Angeles il binomio fuoco - venti ha causato gravi danni negli stessi giorni. Ma qui a Firenze il fuoco sul piazzale della Fortezza era immagine in video, e quindi il forte vento ha solo reso più elastici i passi dei numerosi visitatori e dei fotografi che catturano le immagini dei fantasiosi inventori di moda personalizzata. Venuti per farsi ammirare più che per scoprire le ultime proposte.

Qui il fuoco è simbolo di una ripartenza scoppiettante della multiforme produzione di moda Autunno inverno 2025, in mostra all’interno dei padiglioni. Che ha richiamato una moltitudine di visitatori e buyers molto maggiore che ne4lle precedenti edizioni.

Nuove idee di moda

La nuova parola è abbinamenti. Invariate le 5 classi in cui vengono racchiusi abiti e accessori di Pitti Uomo. Come sempre, a Pitti Uomo si ha la possibilità di fare scelte durature, unendo l'abbigliamento formale e l'eredità classica- capi che resistono alla prova del tempo- con accessori sportivi casual di alta gamma e di lusso. Qualità e funzionalità definiscono questi pezzi pensati per essere custoditi con cura, per durare a lungo, al di là di mode passeggere.

Quindi i visitatori possono esercitarsi a creare connubi possibili fra capispalla Fantastic Classic e scarpe Danner, storiche americane, che si trovano in I go out.

Artigianato

Trasversalmente alle 5 classi troviamo Mani del sud, una produzione di accessori uomo/donna, dai papillon da cui scende al cuore un collegamento di perle, alle cinture di stoffa abbinate, a ornamenti per le chiome femminili molto originali e belli. Classe Fantastic classic.

Wundercamera Wardrobe, il guardaroba delle meraviglie, produce golf fatti a mano, di fogge e colori speciali, pezzi unici. Sono nella classe Superstiling U-dot di Tokio sono scarpe leggerissime, sfoderate, bianche. Mantengono l’estrema leggerezza in ogni forma assunta. Classe Superstyling.

Minnessak sono borse che usano Alpha Jackets dismessi, di cotone cerato, riciclandoli a Londra in modelli del designer Jas Sehnbi. Per un’edizione limitata Jas usa anche pezzi di Obi di seta originali giapponesi. Si ottiene una produzione esteticamente valida che mantiene al minimo l’emissione di anidride carbonica. Classe I go out.

Geniale l’idea di utilizzare cinture di sicurezza dismesse per costruire borse senza tempo, per tutte le stagioni, per il weekend, porta fotocamera, shoppers e tote bags.Il nome, 959 ricorda il 1959, anno in cui la Volvo ha introdotto per prima le cinture a bordo delle sue auto. Alcune borse sono arricchite da ricami applicati. Questo marchio si fa fiero di contribuire, con l’uso di materiale di seconda mano, al rispetto dell’ambiente. È un marchio classificato Superstyling.

I padiglioni da visitare ad ogni edizione: Ecoalf/ Futuro Maschile/Brunello Cucinelli/Stefano Ricci

Ecoalf

Lo scorso giugno 2024 ha ricevuto il Pitti Uomo 2024 Award perché riconosciuto come punto di riferimento mondiale nella moda sostenibile.

Nel 2009, anno di inizio dell’attività, i materiali riciclati disponibili erano davvero pochi. Ecoalf si è inventata di convertire le bottiglie di plastica riciclate, il filato del mare, nei suoi iconici capispalla e accessori.

Questa stagione Ecoalf la dedica alla lana, riuscendo a trasformare la maglieria in lana riciclata e monomateriale nel tessuto di lana più morbido mai realizzato. Questa collezione presenta cappotti e giacche senza tempo e insieme una selezione di maglioni e gilet fatti a mano nei colori di stagione: un rosso brillante e un blu Klein Non mancano anche nuovi maglioni più spessi per la stagione invernale.

Nella nuova collezione le Sneaker con ‘filato del mare’ modello Berlin sono prodotte con emissioni di carbonio fra le più basse sul mercato. Sono 100% vegane, con zero componenti metallici, senza PFC e con lacci, tessuti e suole color arancione riciclati. Le borse, sempre in 100% filato del mare intrecciato, sono di nuovi colori e dimensioni. Il progetto Upcycling the Oceans della Fondazione Ecoalf si avvale del lavoro di oltre 4.000 pescatori per la raccolta dei rifiuti dal fondo del Mar Mediterraneo.

Futuro Maschile

A Futuro maschile notiamo una interessante new entry, una tedesca, Iris Krahn-Heydorn, che lavora da 12 anni con il Nepal. Il suo business prende il nome Heydorn. Cappelli e maglie di lana di modello unico ma in 90 colori. Attira l’attenzione di chi passa davanti al suo stand con un’onda multicolore realizzata con i 90 cappelli in produzione. Si dice fiera di offrire possibilità di lavoro alle donne di quel paese prevalentemente montuoso e senza sbocchi sul mare.

Alfredo only for friends fa una collezione di capi numerati, realizzati a mano con filati esclusivi ritorti, su misura.

Sempre presente con una collezione nuova molto attraente è anche Avant Toi, che l’anno passato ha celebrato l’anniversario dei suoi 30 anni di vita. La collezione uomo autunno/inverno 2025-26 esalta i materiali iconici di questo marchio: cashmere, cashmere-seta, merino cashmere, merino, cotone, cashmere riciclato. Le forme oversize, pensate per il massimo comfort, incarnano un’estetica rilassata e raffinata. La maglieria, cuore pulsante della collezione, si arricchisce di accessori come foulard in seta, sciarpe, guanti e cappelli, completati da giacche e cappotti. I colori nelle giacche sono sostituiti da sfumature, ottenute con ritocchi chiari a mano. Sui maglioni il colore è realizzato con ricami multicolori. Le superfici spazzolate, le lavorazioni marmorizzate, i jacquard garzati sono caratteri distintivi di questi capi unici, di alta gamma.

Brunello Cucinelli

Brunello Cucinelli vede premiata quest’anno la sua insuperata perfezione sartoriale, che gli ha permesso di mieter grandi risultati a Piazza Affari e di non risentire della sofferenza che la moda sta sperimentando. In paqrticolare il suo export in Cina non ha subito flessioni. Punti di forza, riconosciuti a livello internazionale, sono eleganza assoluta, qualità dei materiali e alta formazione degli artigiani. Nella nuova collezione FW25 sono introdotti nuovi colori, in particolare un rosso bruno, usato con parsimonia.

Stefano Ricci

Stefano Ricci Explorer è un viaggio alla scoperta di nuove meraviglie del mondo, dopo aver ultimato una serie dedicata alla grande bellezza italiana. Dal viaggio in Perù nasce la nuova collezione FW25. Come di consueto,gli abiti, indossati dai modelli, sono stati fotografati negli stessi ambienti da cui era generata l’ispirazione. Quest’anno il reportage è stato affidato ad Ami Vitale, fotografa e documentarista multipremiata. Molte di queste foto sono state riunite in una pubblicazione. Le giacche in vicuna regale,filato raro e prezioso usato solo nel guardaroba dei re Inca; il parka con l’interno in piuma e fodera in jersey di seta sono alcuni esempi scaturiti dal viaggio. Anche quest’anno Stefano Ricci attua un progetto solidale per i luoghi esplorati. Ssostiene il Centro de textiles tradicionales del Cusco, dove c’è la scuola di tessitura per le nuove generazioni.

Champion è tornato

Champion è tornato a Pitti Uomo, da cui mancava dal 2018, con un evento esclusivo nella suggestiva e affascinante Sala delle Grotte, alla Fortezza da Basso. Un grande spazio pieno di proposte. A cominciare da originali mantelle manicate costruite con vecchie felpe della casa. C’era poi una numerosa serie di antiche felpe, oltre che grigio chiaro, anche di colori scuri délavé dal tempo. In una parte di quelle di colore grigio erano state applicate composizioni di tessuti colorati. È un’operazione mostrata in Fiera per avvertire che nei grandi negozi della marca è possibile portare una propria felpa grigia ed ottenere la personalizzazione del capo. È una procedura ispirata dal Giappone, dove c’è un amore per il vintage che sfocia nel collezionismo molto praticato. Il nuovo direttore artistico del brand, Maurizio Donadi lavora per diffondere questa pratica in Italia.

Una mostra fuori Fortezza: Blue r/evolution a Polimoda

Inaugurata in contemporanea con Pitti Uomo 107, alla Manifattura Campus di Polimoda la mostra Blue r/evolution. Abiti da lavoro e jeans dell’Archivio Roy Rogers (150 anni di denim e workwear) esposti in verticale lungo una stanza a tetto della Manifattura Tabacchi. L’esposizione si avvale di una serie di vetrine che permettono la visione antero-posteriore degli abiti. Tutti di colore blu, spesso stinti dall’uso. A fronte una serie di foto-poster realizzate dal fotografo Charles Fréger nel 2000 in Francia. Titolo della serie Bleus de travail. Ritraggono giovani workers. meccanici, saldatori, imbianchini, tutti in tuta da lavoro. Ancora di colore blu, ovviamente più vivace degli abiti di archivio esposti davanti.

All’inizio del percorso espositivo troviamo libri che trattano del colore blu, spiegandone l’evoluzione da simbolo di nobiltà e di spiritualità a caratteristica degli abiti da lavoro (quando ci si accorse che l’indaco era un colore molto resistente), fino alla tela blu jeans, con cui si confezionano da anni capi iconici. I primi jeans sono stati indossati, negli anni Sessanta, da uomini ribelli.

Blue r/evolution è quindi più di una mostra: è un dialogo culturale. Combinando archivi storici, installazioni artistiche, fotografie e capi d’abbigliamento, l’evento invita il pubblico a riflettere sulla relazione tra abbigliamento, identità personale e trasformazioni sociali del nostro tempo. Un intreccio di memoria storica, innovazione artistica e visione futura. Rimane aperta fino al 15 febbraio.

Nella complessa interazione tra moda e sociologia, pochi capi raccontano una storia tanto sfaccettata quanto il denim. Blue r/evolution non è solo una mostra sull’abbigliamento—è un’immersione profonda in come un singolo tessuto possa riflettere, sfidare e ridefinire le narrazioni sociali. Il denim incarna un paradosso vivente: al tempo stesso elitario e accessibile, tradizionale e rivoluzionario, locale e globale. La sua continua evoluzione testimonia i confini fluidi della nostra società. Ogni filo, ogni sfumatura di indaco, porta un messaggio potente: l’abbigliamento non è mai solo abbigliamento. È uno specchio, un manifesto, una rivoluzione.

Spiega Massimiliano Giornetti, Direttore di Polimoda e curatore della mostra.