Un tram chiamato desiderio
La maglia è elastica e il suo comportamento è simile a quello della pelle: si proporziona sulle parti solide del corpo umano: rivela i volumi a seconda della sua ampiezza. Le sue origini sono legate all’intimo. Tracce significative del suo utilizzo vi sono sin dall’epoca romana, ma lo status di icona dello stile giunge con il XX secolo. È lo star system cinematografico a conferirle un valore emblematico per il suo utilizzo, oltre ad attribuirle un ruolo, per come coincide con atteggiamenti significativi che si assimilano alla maglia stessa.
Esempio di questo processo è l’attore hollywoodiano Marlon Brando che, nel 1951 riveste il ruolo cinematografico di Stanley Kowalski, nel film Un Tram chiamato desiderio, per la regia di Elia Kazan. Il soggetto è tratto da un’opera teatrale trasposta per il grande schermo. Il personaggio interpretato coincide con la fisicità prorompente di Brando e gli atteggiamenti animaleschi del protagonista si sposano alla perfezione con il ruvido ambiente della scena. La sua arrogante spavalderia segna l’immaginario collettivo per quei muscoli guizzanti che si esprimono attraverso la t-shirt che indossa.
La T-shirt, fino ad allora considerata un indumento intimo o parte dell'uniforme militare, grazie a lui è diventata il capo più desiderato al mondo e il più caratteristico del menswear per quel certo carisma del virile, che trasuda eros, anche se molto discusso per l’assenza di uno stato di coscienza nel rapporto con il rispetto verso l’altro sesso.
La leggenda narra che il regista Elia Kazan avesse fatto lavare le magliette più volte per farle restringere e che poi le avesse fatte cucire su Brando. Il risultato fu quello di mostrare più fisicità maschile di quanto si fosse vista prima nel cinema mainstream, mandando in shock i critici e facendo scalpore nel settore. La t-shirt è così apparsa come seconda pelle: umida degli umori erotici di una virulenza espressiva della mascolinità che ha erotizzato il sistema della comunicazione di quanto stava per definizione in ombra: l’intimo e ha creato l’archetipo del maschio che non deve chiedere ma pretendere.
Il tema è arcaico, ma nostro malgrado ancora attuale: piacere (con un pizzico di abrasione) e approccio cortese (con devota attenzione) sono aspetti contraddittori della stessa medaglia nel rapporto dialettico tra i due sessi. La maglia a mezza manica è entrata in questo scorcio di storia per quel valore selvaggio che ha incarnato nel 1951 ed in altri momenti della narrazione cinematografica, dove la si è emblematicamente vista come esempio di tormento e trasgressione.
Su questa strada attraversata dal “Tram del Desiderio”, la t-shirt, ha contratto ogni sua proporzione al punto da unirsi, non solo all’anatomia dell’attore e alla sua temperatura, ma all’alcol a cui il protagonista era dedito e all’acqua gelida della doccia, passaggio obbligato per la sua redenzione. Ad un tratto la t-shirt di Kowalski subisce la lacerazione causata dalle mani provvidenziali di chi ha fermato la sua azione violenta e in questo modo ha rivelato ciò che prima era solo suggerito di un torace plasmato da una straordinaria genetica ed una dura esistenza ma inerti si prostra a chiedere perdono per la sua misera coscienza.
L’atletica muscolatura e l’istinto animale si sono fusi a questo capo d’abbigliamento e lo hanno reso emblema erotico del genere maschile ma anche modello a cui rivolgere l’attenzione di un gesto revisionista, quanto rivoluzionario, per un’esperienza più sana della forza fisica da porsi al servizio dell’altro e delle frontiere più alte dell’umano come acquisizioni qualitative.
Eyes wide shut
A fine anni ’90 il regista statunitense Stanley Kubrick realizza quello che diverrà la sua opera postuma: Eyes Wide Shut (1999). Protagonisti Nicole Kidman e Tom Cruise, di fatto, all’epoca, ancora coniugi e coniugati anche nella finzione cinematografica. Nella scena escatologica e più significativa del film, Kubrick veste il corpo della Kidman di un completo intimo dell’azienda austriaca Hanro, selezionato tra più di cento contendenti del settore.
La scelta del capo in oggetto è avvenuta attraverso lo showroom Hanro in Sloane Street a Londra. Il manager era amico della stylist di Nicole Kidman. Quando si dovette scegliere la lingerie per il film Eyes Wide Shut, la stylist chiese anche al suo amico manager di inviarle una selezione di intimo femminile. La scelta definitiva è poi passata nelle mani dei costumisti del film che a New York, nello showroom Hanro, hanno selezionato il modello 1501 in bianco con nastro di raso.
Kubrick richiedeva un top sexy, ma non troppo trendy, senza maniche. La canotta Hanro soddisfava perfettamente questi criteri. Nicole Kidman ne ha utilizzati 36 pezzi per le riprese. Realizzato con tecnica seamless (tubolare senza cuciture) e profilato di raso bianco, è divenuto emblema della parità di genere e del dialogo tra uomo e donna. Kidman rivela la sua anatomia attraverso la scollatura a “V” che s’imposta su di un velo di jersey di cotone dal quale si leggono le sue forme.
Il taglio della scollatura crea una punta a freccia che accentua il dialogo penetrante della protagonista sui temi del femminile e della stabilità coniugale. Si è parlato di seduzione per questo film che di fatto affronta la sfera umana dei sentimenti, del ruolo, del dialogo tra i sessi con un occhio particolare alla sessualità e alle sue pulsioni legate all’immaginazione e alla sua territorialità neutra. Kidman diventa paladina del carisma femminile e sferra la sua arringa contro le convenzioni e le convenienze sociali che sanno di ipocrisia nella bilancia del rapporto di coppia.
Nel momento rivelatore dell’universo donna I due coniugi sono nella sfera più privata delle pareti domestiche, in camera da letto, entrambi in intimo, ma ciò che è evidente non è solo la loro fisicità statuaria ma è la difficile condizione dell’uomo nei confronti della lucida arringa della donna che racconta dell’istinto femminile senza alcun pudore.
Il completo canottiera e mutanda di Alice Hartford (Kidman nel film) diviene come colei che lo indossa: vibrante di interrogativi e rivelazioni.La trasparenza della narrazione della protagonista è pari alla sottigliezza di quanto indossa: una pelle di jersey che racconta le parti più intime della sua psiche. Nel film la volontà femminile viene spogliata dell’abito sociale convenzionale per corrispondere alle parole della protagonista e al sentimento della donna contemporanea che nell’intimo veste la toga di un avvocato che vince la causa contro l’abuso del ruolo nel genere maschile. Kubrick si dimostra, ancora una volta, precursore dei temi essenziali dell’esistenza anche attraverso le “maglie più intime” del rapporto di coppia.