La tradizione dei mercatini di Natale, sfavillanti di luci e accattivanti per idee regalo, ha fatto nascere in alcune Onlus l'idea di organizzarne uno a proprio nome, per riuscire a intercettare in pochi giorni una parte del denaro che nel periodo delle feste circola di più e convogliarlo verso gli scopi umanitari che si prefiggono.

Battistrada di questo tipo di iniziativa, a Firenze, il mercatino di Natale dell'ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale), una Onlus, fondata nel 1995 per promuovere la cultura della donazione e sostenere la ricerca sulle cellule staminali. (E' presente in Italia con 12 sezioni regionali e 12 territoriali, collabora con le istituzioni e i centri di ricerca preposti a raccolta, gestione e utilizzo di sangue placentare.) Come ogni anno, inizia gli ultimi giorni di novembre, in modo da essere il primo, e offre la possibilità, a coloro che anche in tempi di crisi non rinunciano a fare regali, di trovare oggetti interessanti a prezzi assai scontati. Ma, soprattutto, il mercatino approfitta dell'incontro con un vasto pubblico per diffondere la cultura di una pratica virtuosa ancora poco nota, che può produrre grandi vantaggi alla collettività con la donazione informata del sangue del cordone ombelicale.

E' una pratica assolutamente indolore per mamma e bambino. Il Ministero della Salute, al punto 7 del documento “Uso appropriato del sangue da cordone ombelicale”, del 2 luglio 2013, così dichiara:

La raccolta del sangue cordonale è una manovra semplice, che viene effettuata dopo la nascita del bambino e il taglio del cordone, e quindi non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato. La raccolta si effettua solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato. Non tutte le unità raccolte possono essere bancate, ovvero conservate per fini di trapianto, poiché devono rispondere a caratteristiche qualitative e quantitative utili per tale scopo. E richiede un'autorizzazione, da espletare prima del parto. Niente viene fatto all'insaputa della puerpera che deve firmare, insieme col padre del bambino, un consenso informato alla donazione, per autorizzare il personale medico a effettuare la raccolta del sangue cordonale. Nel documento sottoscritto dalla coppia si dichiara la disponibilità a far conservare gratuitamente il campione presso la Banca pubblica collegata al centro di prelievo e, soprattutto, ad acconsentire a indagini di laboratorio e test genici previsti dalla legge per accertarne l’idoneità a scopo terapeutico o per l’utilizzo a scopo di ricerca.

Le staminali del sangue cordonale, come quelle del midollo osseo, sono utili contro leucemie, linfomi, talassemie, immunodeficienze e alcuni difetti metabolici, purché il trapianto sia allogenico, ovvero fatto tra donatore e ricevente diversi. Esistono molti tipi di cellule staminali, tutte caratterizzate da due proprietà. In primo luogo sono capaci di “autorinnovarsi“ e cioè di dividersi e dare origine a più cellule staminali dello stesso tipo. In secondo luogo possono maturare e “differenziare” in cellule specializzate che hanno una funzione precisa come quelle della pelle, del muscolo, del sangue. Non tutti gli ospedali sono abilitati al prelievo. In Italia sono 300, collegati a 19 banche autorizzate ad effettuare la raccolta. L’elenco completo è consultabile sul sito www.adisco.it.

Uno degli scopi che si prefigge l'ADISCO è proprio di aumentare sul territorio i centri attrezzati alla donazione. E nel resto del mondo com'è la situazione? Visitando il sito UENPS (Union of European Neonatal & Perinatal Societies), di cui è presidente il Professor Giuseppe Buonocore dell'Università di Siena, è possibile risalire all'elenco degli Stati che partecipano al progetto. I criteri riconosciuti dalla comunità scientifica, che regolano il patrimonio prelevato, sono un bell'esempio di coordinamento, funzionale a favorire la cura dei cittadini del mondo: tutte le Banche di raccolta, operanti nel globo, inviano informazioni relative alle cellule staminali in esse conservate a un Registro Internazionale, al quale accedono tutti i Centri Trapianto di midollo osseo quando sia necessario un donatore compatibile con un paziente che necessiti di trapianto.

Questo sistema, vero e proprio salvavita in molti casi, risale a più di 50 anni fa, quando le staminali venivano prelevate unicamente dal midollo osseo, ed è ora esteso a quelle provenienti dal sangue del cordone ombelicale, la cui efficacia, scoperta vent'anni dopo, si rivela, per certe malattie, anche superiore. Dissipati ormai negli anni i dubbi sul possibile danneggiamento al neonato dal taglio veloce del cordone in caso di donazione, restano da esaminare le sollecitazioni da parte delle banche private a conservare il sangue a uso privato, invece di donarlo alla collettività. La sintesi più efficace l'ha fatta una mamma che evidentemente si era informata con cura per non sbagliare.

La Conservazione è costosissima, devi affidarti a società che operano all'estero perché in Italia non è consentita e le cellule conservate sono disponibili solo per il bimbo e i suoi familiari, se compatibili. Ostetrica e dottoressa hanno espresso qualche riserva sui controlli (pochi e non accurati) che vengono fatti alle cellule prima della conservazione.
La Donazione è gratuita, le cellule sono disponibili per chiunque ne abbia bisogno perché inserite in una banca dati nazionale, i controlli sul cordone prima della conservazione sono rigorosi (nota negativa: non in tutti gli ospedali è possibile farlo).
Vorrei ricordare che se conserviamo e non doniamo il cordone, non è detto che questo possa essere utilizzato in futuro per il bimbo o per un suo familiare se non è compatibile. Si dovrebbe quindi ricorrere alle cellule donate ... di qualcun altro. Mi sembra quindi - conclude questa mammma - che la donazione sia un atto di amore non solo per gli altri, ma anche per i nosti congiunti.

Risulta, fra l'altro, che fino ad oggi nessun campione conservato in banche private estere sia stato utilizzato. I motivi possono ovviamente essere diversi: insufficienti controlli sulla donatrice effettuati dalle banche private, impossibilità di utilizzare quel sangue perché incompatibile con quello del congiunto malato, oppure, fortunatamente, nessuno della famiglia si è mai ammalato di forme curabili con le staminali bancate a pagamento dalla famiglia, con una previdenza che si può definire inutile.