Nel 2007, in un evento tenutosi a Stanford, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg disse al pubblico: "Voglio sottolineare l'importanza di essere giovani e tecnici. I giovani sono semplicemente più intelligenti". Zuckerberg aveva allora 24 anni.
Mentre sto scrivendo siamo in 7,794,822,739 sul pianeta: che cosa dovrebbero fare i 108.7 milioni (al 2014, la cifra varia a seconda della fonte, si parla comunque di milioni) di persone con età superiore ai 50 anni, tra i quali rientro anch’io?
Recarci sul Taigeto?
Si narra che gli Spartani, attuando una delle prime crudeli e bieche pratiche di eugenetica gettassero i neonati deformi da una rupe della catena montuosa del Taigeto, in Grecia.
Ma a causa di una logistica impossibile come potremmo spostare quasi 109 milioni di persone affinché si sfracellino spontaneamente tra le rocce del Taigeto, incluso il sottoscritto?
Ci sarebbe anche la rupe Tarpea decisamente più vicina, almeno per noi “anziani” italiani, a Roma, posta sul lato meridionale del Campidoglio. Da lì venivano nell’antichità gettati i traditori condannati a morte.
E noi ultracinquantenni, chi e cosa avremmo tradito?
Forse non è colpa nostra se, prima dei trent’anni, non abbiamo guadagnato miliardi di euro, non siamo diventati medaglia d’oro in uno sport olimpico, non abbiamo fondato almeno una dozzina di start-up di successo, non abbiamo vinto un Oscar, e non abbiamo risolto i problemi della povertà nel mondo ideando una nuova portentosa App.
Viviamo in una società che sembra celebrare il mito non solo dell’eterna giovinezza ma anche del successo estremo ad ogni costo già in età adolescenziale.
Genitori che s’infuriano se il figlio ancora alle elementari non vince le attività sportive alle quali prende parte.
Scuole che predeterminano o meglio pregiudicano l’accesso all’istruzione superiore e la futura carriera di giovani che si stanno ancora sviluppando dal punto di vista biologico e neurologico e stanno ancora cercando di dare un senso al vivere su questa terra.
Datori di lavoro che scelgono in base alla più giovane età e ai titoli di studio, senza considerare aspetti quali l’intelligenza emotiva, l’esperienza di vita e la resilienza tipiche di persone in età più avanzata.
Influencer che, non ancora ventenni, sembrano aver capito tutto, “hackerano” il sistema e diventano dei filosofi e guru di vita per le masse di fan.
Forse stiamo sbagliando a porre questa pressione eccessiva per l’estremo successo precoce sui giovani.
Il tasso di suicidio per le persone tra i 10 e i 24 anni è aumentato del 56% tra il 2007 e il 2017, secondo i nuovi dati del CDC. Per i bambini dai 10 ai 14 anni, il tasso di suicidio è triplicato tra il 2007 e il 2017 dopo anni di declino. Questo negli Usa, e purtroppo anche nel resto del mondo la tendenza è in aumento.
Un sondaggio pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2016 ha rilevato che la depressione è la principale causa di malattia e disabilità tra gli adolescenti in tutto il mondo.
Sembra che il problema sia un’enfasi eccessiva per il raggiungimento di obiettivi estrinsechi (fama, denaro, potere, successo) alle spese di obiettivi intrinseci come l’auto-consapevolezza, lo sviluppo equilibrato della persona, il pensiero critico, l’intelligenza emotiva.
E i social come Facebook, Instagram, Snapchat, per citarne solo alcuni, offrono ai giovani dei modelli di confronto irraggiungibili: l’illusione creata grazie a foto-ritocchi e a foto fatte di passaggio, senza esserne ospiti, in hotel 7 stelle o di fianco a una Ferrari, non nostra, posteggiata nello stesso hotel fanno pensare che gli autori di tali post vivano una vita straordinaria di lusso, successo, e alto status, in realtà lontanissima dai fatti.
Le ricerche scientifiche hanno confermato che tra i diciotto e i venticinque anni, la maggior parte delle persone non è ancora completamente adulta. Nei cervelli degli adolescenti la corteccia pre-frontale, responsabile delle funzioni cognitive più complesse come la pianificazione, l'organizzazione, la risoluzione dei problemi, l’espressione e la regolazione matura delle emozioni è l'ultima parte a svilupparsi completamente, anche oltre i venticinque anni e fino ai trent’anni.
La ricerca scientifica dimostra che diventiamo più intelligenti e creativi man mano che invecchiamo. Dipendenti più anziani possono essere ancora più produttivi, innovativi e collaborativi di quelli più giovani.
Nel 2015 ricercatori universitari hanno misurato le capacità cognitive di quasi cinquantamila soggetti. Hanno scoperto che diverse parti della nostra intelligenza raggiungono il picco in età diverse.
Mentre la velocità di elaborazione delle informazioni e la memoria a breve termine sembrano raggiungere un picco tra i 20 e i 30 anni, la capacità di valutare modelli complessi, compresi gli stati emotivi delle altre persone, raggiunge il suo picco molto più tardi dalla cinquantina in su.
Non per niente i dati confermano che imprenditori sopra i cinquanta sono il doppio rispetto a quelli sotto i venticinque.
La ricerca cognitiva ha rivelato che ognuno di noi ha due tipi di intelligenza: l'intelligenza fluida e l'intelligenza cristallizzata.
L'intelligenza fluida è la nostra capacità di ragionare e di risolvere problemi nuovi, indipendentemente dalla conoscenza del passato. L'intelligenza cristallizzata, invece, è la capacità di usare abilità, conoscenza ed esperienza. Mentre l’intelligenza fluida ha un picco in giovane età, l’intelligenza cristallizzata raggiunge il suo massimo in tarda età.
Non a caso la Mayo Clinic per mazzimizzare il successo in campo medico accoppia in sala operatoria un chirurgo più anziano, esperto e pieno di esperienza, con un chirurgo più giovane all'apice delle sue capacità tecniche.
E il noto psicologo dello sviluppo Erik Erikson ritiene che le età dai quaranta ai sessantaquattro anni sia un momento fondamentale in cui la creatività e l'esperienza si combinano in equilibrio perfetto per realizzare ancora grandi cose.
Brian Chesky, il 29enne CEO di Airbnb, conscio dell’importanza della saggezza ed esperienza di persone con anche il doppio dei suoi anni ha chiamato come fondamentali consulenti per far esplodere il suo business:
- Sheryl Sandberg, COO di Facebook 51 anni;
- Jony Ive, SVP di Apple, 53 anni;
- George Tenet, ex Direttore della CIA, 67 anni.
E ha assunto il 60enne Chip Conley, fondatore di una catena di boutique hotel, come direttore ospitalità globale e strategia. E la strategia è il cuore e il futuro di qualsiasi azienda, e Brian l’ha affidata a una persona abbastanza anziana da poter essere suo padre. Quando fu assunto Chip non scriveva in codice, né aveva un'applicazione Uber o Lyft sul suo telefono, aveva il doppio dell'età del dipendente medio di Airbnb. Conley sostiene che l'esperienza è sull'orlo di un ritorno.
In un momento in cui il potere è in mano ai più giovani, molte aziende si stanno finalmente risvegliando al valore dell'umiltà, dell'intelligenza emotiva e della saggezza.
Forse le competenze digitali potrebbero durare solo una lunga stagione. Invece sembra che le competenze umane che la scienza conferma che i lavoratori a metà carriera possiedono come la curiosità, la compassione, la capacità di rialzarsi dalle cadute, l’equanimità come calma mentale, l’intuizione e la saggezza non passino mai di moda.
Anzi la tanto menzionata Intelligenza Artificiale, in grado effettivamente di sostituire tutti quei lavori ad alta routine non è ancora in grado di replicare abilità umane come l’intelligenza emozionale, la saggezza e la compassione.
Il nostro cervello è composto da materia grigia e materia bianca. La materia grigia costituisce le reti cognitive di base mentre la materia bianca tiene insieme le reti. George Bartzokis, neuroscienziato, sostiene che la maturità del cervello, con aumento del buon senso, dell’esperienza e della saggezza si raggiunge invecchiando. Ed è la maggior quantità di materia bianca in età avanzata a fare questa differenza.
Infatti, è la nostra quantità di materia bianca che ci ha permesso di sviluppare competenze complesse come il linguaggio. La materia bianca è costituita dalla mielina riveste esternamente triliardi di fibre nervose. La mielina agisce come un isolante su un filo, rendendo più efficienti le connessioni neurologiche. Aumentare la materia bianca è come nella connessione Internet di casa nostra: passare dalle più basse velocità di Internet della normale ADSL alle esponenziali velocità della fibra ottica.
Quindi per i giovani: l’invito che vi offro è di prendere le distanze da quella parte della cultura oppressiva e ossessionata dal raggiungimento di risultati precoci a tutti i costi, dandovi il permesso nel corso degli anni di sperimentare, cadere, rialzarvi, fermarvi, gioire, amare, soffrire, ripartire ed esplorare. Perché la vita non può essere perfettamente pianificata e non esiste una sola strada per l'auto-realizzazione bensì un destino unico, sorprendente e formidabile per ognuno di noi.
Per noi ultracinquantenni risuonino le parole di Cicerone, filosofo e oratore dell’antica Roma:
Non è con i muscoli, la velocità o la destrezza fisica che si ottengono grandi cose, ma con la riflessione, la forza di carattere e il giudizio; di queste qualità la vecchiaia di solito non è più povera, bensì più ricca.
La vita non è un gioco finito, dove qualcuno perde e qualcuno vince. Non ci sono regole fisse, i giocatori cambiano, non ha fine. È un meraviglioso gioco infinito, che non abbiamo iniziato noi bensì i nostri antenati, che dura tutta la nostra personale esistenza, e continua anche senza di noi quando saremo in paradiso.
E la scienza continua a confermarci che abbiamo tutte le risorse necessarie per continuare a imparare, crescere, evolvere, diventare emotivamente più intelligenti e trasformarci per tutta la durata e ogni età della nostra vita.