“I nostri abiti in video”. Così Dolce & Gabbana alla riapertura della boutique di Hong Kong, 365 metri quadrati su due piani, realizzata dell'architetto, Eric Carlson. Inaugurazione senza party e niente sfilate, data l’emergenza Coronavirus, ma con un’idea nuova per vendere capi e snellire le code.
In questo tempo senza tempo, le grandi firme scoprono nuove creatività, nuovi modi per comunicare agli utenti. Format delle video-boutique, tutorial, spediti ai clienti e messi a disposizione sulle piattaforme WeChat e Weibo, nei quali i venditori "spiegano nel piccolo schermo, i prodotti richiesti dai compratori, come se fossero presenti nello store davanti a loro”.
Un supporto in più che servirà nei prossimi anni delle riaperture a cambiare i tempi, le modalità di acquisto e sveltire le file, poiché “l’acquirente che ha già visionato, l’indumento o l’accessorio sul monitor, si recherà in negozio su appuntamento, con un'idea precisa, un desiderio più consapevole”.
Dunque, social e video-pilota di vendita girati in boutique, sperimentati in Cina, primo Paese consumatore al mondo di beni di lusso, ma che via via potranno svilupparsi in ogni parte del globo.
Addio quindi, almeno fino alle misure restrittive, alle grandi kermesse internazionali con cui i due stilisti strabiliavano il mondo della moda. Non sarà più possibile assistere a eventi in pompa magna, come l’ultimo svoltosi nel 2019 nel suggestivo panorama della Valle dei templi di Agrigento. Uno scenario ricco di storia: da Palma di Montechiaro, cruciale per Tomasi di Lampedusa nella stesura del Gattopardo, a Sciacca con il suo centro storico affacciato sul mare, dove ha sfilato la collezione di alta sartoria, le creazioni più esclusive per l’uomo, dinanzi al Tempio della Concordia.
Una passerella a cielo aperto in alcuni dei luoghi più iconici della Sicilia con più di 300 ospiti da tutto il pianeta. Oppure il défilé del 2017 a Palermo, in cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana, non solo raccontano la storia della Sicilia, loro musa ispiratrice, ma portano l’immagine dell’isola in giro per il mondo.
Un’avventura professionale che per i due designer, inizia negli anni '70 da Polizzi Generosa, borgo medievale dell’entroterra della Sicilia in provincia di Palermo, fino ad arrivare in Cina, Giappone, Russia e America.
“Alte Artigianalità per mostrare a tutti le attrattive e lo splendore della Sicilia - hanno spiegato i due creativi di moda, nel corso della kermesse nel capoluogo siciliano - per far conoscere ai nostri clienti, oltre 400 che arrivano da diversi paesi, le nostre radici, far scoprire e apprezzare questa terra mitica dove c’è tanto splendore anche se spesso denigrata”.
Un posto ricco di tradizione di cultura e cibo, dove i colori, i temi della natura e la spiccata vivacità, sono stati riproposti ed evocati in chiave sempre innovativa. Stile ed eleganza, “Haute Couture“, in un clima gattopardesco, nella settecentesca dimora barocca di Palazzo Valguarnera Gangi, hanno fatto rivivere l’atmosfera imponente del set del Gattopardo, di Luchino Visconti, nei maestosi e sontuosi saloni in stile barocco, con dame in lungo, rigorosamente Dolce & Gabbana, e ballerini di danza classica si sono esibiti nel ballo del celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa, nel valzer allora reso celebre da Burt Lancaster e Claudia Cardinale.
Riflettori sempre accesi dunque per la maison Dolce & Gabbana che, in questi momenti bui anche sui social, cerca di trasmettere sensazioni forti della sua “missione stilistica”, l’abito come cultura, serenità e funzione terapeutica. Un nuovo modo di rivivere e rimodulare i tempi andati, tra ricordi, passione e arte.