Come nasce il nome “Red Capsul”?
L’idea è del nome è nata perché volevo evidenziare il ruolo che ha questo mio progetto all’interno della manifattura fondata dai miei genitori trent’anni fa. Produciamo capi per alcuni prestigiosi brand italiani e in particolare realizziamo quelli più complessi, che divengono poi protagonisti in sfilata.
Così l’idea di una “Red Capsul”, ovvero qualcosa di forte, che si distingue nettamente per passione, come il colore rosso, ma al tempo stesso incluso e inclusivo come una capsula piena di valore. Una capsula che racconta anche l’idea di una famiglia che nelle difficoltà si unisce ancora di più.
Hai raccontato che i tuoi genitori hanno fondato un’azienda di confezione circa trent’anni fa: quali sono i valori che ti hanno trasmesso e quali invece le novità che hai portato nel tuo brand?
Il rispetto per il lavoro delle nostre sarte, l’aspirazione al bello e al ben fatto, sempre e senza compromessi, la passione per quello che facciamo in azienda, la correttezza verso tutti gli operatori che ruotano attorno a noi dal più importante al meno importante, nella consapevolezza che tramandare questo tipo d’impegno imprenditoriale significa assumersi responsabilità anche nel territorio, nel nostro distretto produttivo. Condivido tutti questi valori e li sento profondamente miei, in piena soluzione di continuità. Di mio posso aggiungere proprio “Red Capsul” e cioè l’intento di fondare qualcosa che sia tutto nostro e che ci permetta di comunicare direttamente chi siamo e cosa sappiamo fare.
La mission quindi del tuo brand?
Consiste nell’offerta di un prodotto alto, di cui apprezzare l’accurata manifattura, nella declinazione di capi in denim creati con il gusto e la sensibilità della couture. Per questo fin dalla fondazione del brand stiamo lavorando in partnership con Cigala’s, il noto marchio di jeans made in Italy fondato e guidato da Tarcisio Galavotti. Da tre stagioni stiamo operando in sinergia per affinare la complementarietà delle nostre rispettive proposte pur garantendo continuità alle nostre singole peculiarità. In buona sostanza, usiamo lo stesso tessuto denim per produrre i pantaloni Cigala’s pantaloni e Red Capsul per le giacche, camicie e abiti. Dove Cigala’s rappresenta l’essenzialità di linee studiate per assicurare la massima vestibilità, il famoso “perfect fit” dei suoi jeans, Red Capsul interpreta un ruolo più fashion, realizzando, sempre nel segno della pulizia delle modellistiche, un prodotto di ricerca e di tendenza, complementare al jeans. La mission quindi è offrire alla donna contemporanea un guardaroba completo, in linea con le esigenze di stile e praticità attese da un pubblico sempre più vasto, in Italia e a livello internazionale.
Hai dichiarato: “Creare qualcosa di bello è oggi ancora più necessario, per ripartire e crescere”. Nel Neoclassicismo la bellezza per eccellenza era quella ideale, intesa come sublimazione dell’umano. Per te la bellezza, nel fashion, in cosa si riconosce?
Nella perfezione delle proporzioni. Parlando in termini artistici posso definirmi un fan del Canone di Policleto. Prima del Neoclassico, il vero Classico, quindi la bellezza come misura razionale dell’armonia.
Tagliare, cucire e ricamare sono le fasi fondamentali della vostra produzione. Potrebbe spiegarci meglio ogni singola fase?
Sono tutte attività che, anche se accompagnate da strumenti, come ad esempio la macchina per cucire, sono contraddistinte da una grandissima maestria e manualità. Non si possono descrivere, bisognerebbe entrare nella nostra manifattura e gustare in prima persona ogni movimento, svelto e accurato, che sanno compiere tutte le nostre bravissime sarte. Tra le loro mani i tessuti prendono forma e vita. È un atto di creazione e, come tale, una forma d’arte.
Per la collezione primavera estate quali materiali e colori avete privilegiato?
Denim, mussola tinta in capo e viscose con stampe esclusive, per lo più a tema floreale. Sono questi i tre essenziali capisaldi della collezione. La sfida è legarli insieme attraverso la coerenza delle linee dei modelli che manteniamo pulita, senza inutili ridondanze.
Nel 2017 avete ottenuto dalla regione Marche il riconoscimento come “azienda sartoriale artigianale artistica”, cosa ha significato per te?
Una grande gioia vedere premiato a livello istituzionale il lavoro dei miei genitori, un grandissimo incentivo per me a continuare sulla stessa strada.
Utilizzate l’e-commerce e in quali mercati esteri siete presenti?
Ho rinunciato fin dalla nascita di Red Capsul all’ecommerce. Preferisco affidarmi alla professionalità di chi sa presentare il nostro prodotto alle proprie clienti finali. Le titolari delle boutique, nostre clienti, sono più qualificate di noi per valorizzare al pubblico le nostre proposte che, con grande sensibilità e gusto, sanno abbinare a selezioni di brand che rispecchiano prima di tutto la loro conoscenza delle tendenze e dello stile. Per quanto riguarda l’estero ci stiamo affacciando, accompagnati da Cigala’s, verso Francia, Belgio e Germania e Stati Uniti precisamente Los Angeles.
Il prodotto maggiormente apprezzato dalle vostre clienti e perché?
Siamo ancora una start up alla vigilia della terza effettiva stagione in fase di sell in ed è quindi prematuro fare bilanci di questo tipo, ma sicuramente posso dire che le nostre vestibilità si sono fatte apprezzare soprattutto sugli abiti e camice in denim e nelle varie declinazioni stampate per la loro evidente femminilità e raffinatezza, costituendo il fulcro di Red Capsul più apprezzato. Nella prossima stagione invernale che sta arrivando usciranno in vendita le nostre Giacche Casual in collaborazione con Cigala’s che sono state apprezzatissime dalle buyer delle boutique e siamo sicuri che saranno apprezzate anche dal cliente finale.
Femminilità è sinonimo di?
Sensibilità. Un aspetto che ho scoperto far parte anche del mio carattere e che mi hanno trasmesso i miei genitori. Sensibilità nel rispetto delle altre persone, nel rispetto delle idee e dei pensieri altrui. Nella moda “sensibilità” è anche capire l’importanza di un bottone ricoperto dello stesso tessuto dell’abito.
Come mai ti definisci un sognatore?
Creare e lanciare, oggi, un nuovo brand in Italia è senza dubbio “materia” per sognatori, ma la base concreta del mio sogno, tuttavia, è costituita dall’azienda di famiglia che vive ogni giorno la sfida di esistere in un mercato globale sempre più competitivo. L’Italia è un paese che si fonda sulla trasmissione di generazione in generazione, in qualsiasi ambito. È un processo naturale dal momento che nella nostra società il concetto di famiglia è centrale. Per questo ritengo che per la mia generazione sia arrivato il momento di “restare”, lavorando per proseguire a casa nostra ciò che hanno avviato i nostri genitori o i nostri nonni. Io sono nato e cresciuto in un’azienda che fa moda e non ho avuto preclusioni a continuare. Penso sempre che ognuno di noi debba concentrarsi su quello che è capace di fare senza avventurarsi in progetti dei quali non conosciamo nulla. È solo grazie alla concretezza della manifattura che il sogno prende senso e assume la forma di un obiettivo reale.
Data la tua giovane età, consigli e suggerimenti per chi vuole intraprendere questo percorso?
Io stesso sto ancora imparando sulla mia pelle, passo dopo passo, quanto sia difficile ma meraviglioso portare avanti questo progetto. Se dovessi spingermi a dare un consiglio posso dire che nella vita è importante fare le cose per le quali siamo portati, che ci vengono naturali, senza sforzaci troppo e che nel mondo di oggi o sei un professionista del settore oppure ci sarà sempre qualcuno pronto a prendere il tuo posto. Vorrei aggiungere una cosa fondamentale che senza il sacrificio, il lavoro e la passione è inutile iniziare qualsiasi percorso, si deve credere in quello che si fa e nella propria persona.
Vero sono un “privilegiato” perché ho la fortuna che i miei genitori hanno un’attività già avviata che a me piace, ma senza sacrificio e passione non avrei imparato nulla e non sarei in grado di portare avanti nessun progetto nella mia vita. Penso che i miei coetanei dovrebbero iniziare a pensare che proseguire sulla stessa via dei genitori non significa rinunciare a fare qualcosa di proprio, ma è invece l’opportunità di partire da un livello già alto per cercare di fare ancora meglio. Una sfida che, a prescindere dal settore in cui si opera, è più affascinante di qualsiasi avventurosa start up.
Inoltre è fondamentale conoscere persone che credano in te, io ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Tarcisio Galavotti, fondatore di Cigala’s che mi ha permesso di poter iniziare il mio sogno, ogni giorno ci scambiamo consigli e opinioni che per me sono fondamentali e me ne faccio tesoro, è una persona unica per la sua umanità e straordinaria capacità imprenditoriale, alla quale sarò per sempre riconoscente, come detto per me è un onore collaborare e imparare da lui.