La band campana pubblica in download benefico l'atteso nuovo disco: un doppio album tra prog, grunge, rock italiano e fantasia che racchiude le varie anime del quintetto, con Tony D'Alessio del Banco del Mutuo Soccorso.
Il ritorno dei Guernica. L’ultimo album usciva nel 2005, otto anni dopo eravate pronti a sfornare un doppio album, che finalmente ha visto la luce. Uno dei pochi risvolti positivi del Coronavirus, verrebbe da dire visto che la motivazione forte è stata questa.
In un momento come questo, che ha preso un po’ tutti alla sprovvista, abbiamo ritenuto giusto dare un nostro contributo. Dal 2002 al 2005 abbiamo pubblicato due EP e un LP e la nostra attività compositiva è sempre andata avanti. Pubblicare un doppio album con 22 brani è un passo importante e per questo abbiamo voluto attendere le condizioni più favorevoli, anche alla luce della visibilità ottenuta dal nostro Tony D’Alessio nel talent X-Factor. Tuttavia il tempo è tiranno e le riflessioni che sono in noi sopraggiunte in questo periodo di “clausura” ci hanno fatto prendere questa decisione. Dare un contributo di solidarietà ha quindi rappresentato il movente ultimo di un percorso più lungo e complesso. Ma si tratta di una decisione condivisa da tutti e per questo giusta.
Da sempre i Guernica hanno avuto una doppia faccia, quella più aggressiva ed elettrica, quella acustica più sofisticata, sin dai tempi dei due primi EP. L’elettrico Foglie e l’acustico Nuvole che compongono N.O.I. sono un ritorno a quelle origini?
N.O.I. rappresenta la sintesi e la naturale evoluzione del percorso intrapreso con Senza Censure. I nostri brani sono sinceri, non abbiamo mai posto limiti al genere musicale. Avendo tutti esperienze musicali diverse è naturale che nell’atto compositivo le varie influenze si siano miscelate e abbiano dato vita al nostro sound. Ci sentiamo pienamente rappresentati sia nella versione energica che in quella più intima, l’idea di un doppio album che potesse manifestare la nostra anima complessa ci ha entusiasmato, vista anche la mole di idee, nonché la naturalezza nel tramutarle in brani, che ci ha sempre contraddistinto. I riff e i suoni distorti ci regalano tanta energia, ma anche i colori e la raffinatezza dei suoni acustici sono fonte di ispirazione. Più che un nuovo volto della band, N.O.I. rappresenta semplicemente noi.
Nel 2005, ai tempi dell’eccezionale Guernica, il rock italiano aveva ancora una vitalità espressiva notevole, che poi anche i social hanno impoverito nel corso degli anni. Siete ottimisti dopo quindici anni?
Con l’avvento di Internet il mercato discografico ha avuto un tracollo. Le case discografiche hanno dovuto reinventarsi e sono stati ideati nuovi meccanismi per fare profitto. Di conseguenza l’avvento dei talent ha radicalmente cambiato l’approccio dei giovani al mondo della musica, sempre più disinteressato. Il mondo dei social è veloce, dinamico, spesso superficiale. Potremmo dire che è stato quasi imposto un nuovo discutibile modello. L’apparenza è stata scambiata per qualità e l’originalità è stata rimpiazzata dall’inconsistenza. Ma come la storia ci insegna, i periodi bui e cupi passano e la coscienza riemerge, così come la curiosità e l’interesse per la sostanza, che in ogni caso nel mondo dell’underground non sono mai mancati. Noi siamo ottimisti.
Inevitabile menzionare Tony D’Alessio, che è anche voce del Banco. La militanza della storica band influenza Guernica o è una cosa separata?
Per Tony poter far parte di una band storica come il Banco è stata una grande opportunità. Prima che il nostro progetto avesse inizio, Tony faceva parte degli Scenario insieme a Filippo Marcheggiani, chitarrista del Banco. In quel periodo aveva avuto modo di conoscere i membri della band e in tante occasioni Francesco Di Giacomo aveva parlato bene di lui. Dopo la parentesi di X-Factor e la perdita di Francesco, il gruppo ha deciso di non fermarsi ed è andato alla ricerca di un nuovo vocalist. Alla fine è stato scelto proprio Tony e questo ha rappresentato una grande occasione per lui. I due progetti, quindi, non hanno elementi in comune se non il cantante, che attualmente ha deciso di dare priorità al Banco.
Solo sesso vi vede alle prese con un funky-rock spigoloso ma radiofonico: quanto è importante per voi esplorare stili e generi così differenti?
Solo Sesso è un brano scritto dai Guernica, il testo è di Tony come nella maggior parte dei brani, ma il pezzo è stato ideato e arrangiato nello stesso modo in cui sono stati ideati e arrangiati gli altri, anche se viene presentato nel video come un singolo di Tony. Si tratta di uno dei brani a cui abbiamo dovuto lavorare meno, per la verità. È venuto fuori molto velocemente, è immediato e adatto per un ascolto radiofonico. Lo stile funky della strofa ci è piaciuto da subito e anche il ritornello è sembrato venir fuori in modo naturale. I generi per noi non hanno molta importanza, quello che conta è che il risultato sia frutto di sensazioni e non di pensieri.
Ventidue brani, tanti argomenti: quali sono i temi più presenti nei testi dei Guernica?
I testi – come sempre scritti da Tony – rappresentano spunti di riflessione per l’ascoltatore. Più che punti di vista, offrono occasioni per porsi delle domande e, così come avviene con i quadri degli artisti impressionisti, lasciano piena libertà di interpretazione. I temi trattati sono tanti, ma il trait d’union rimane sempre l’intimità e l’introspezione.
N.O.I. prelude a un nuovo corso dei Guernica, con nuovo materiale?
Non è facile rispondere a questa domanda. In questo periodo il gruppo non è attivo per quanto riguarda i live. Tony è molto impegnato con il Banco e anche gli altri componenti della band hanno diversi progetti oltre questo. Se volessimo pensare alle idee messe in cantiere nel corso degli anni, avremmo materiale a sufficienza per entrare in studio nel giro pochi mesi. Tuttavia, al momento, non ci sono le condizioni per dire con certezza se questo è un cerchio che si chiude o se i Guernica avranno ancora qualcosa da dire. Per adesso, siamo fieri di poter condividere questo lavoro con chi lo vorrà ascoltare. Il tempo dirà la sua.
Breve presentazione di alcuni brani
Maledetti: opening dell’album è nata da una suggestione ispirata da La febbre del ragno rosso una novella di Wiliam S. Burroughs in cui l’angoscia di vivere in una nuova età dei virus prende vita. Ma nel giardino delle occasioni perdute i Guernica riescono a trovare una piccola speranza. Una speranza di giustizia alla fine.
Dust: brano dai potenti riff in salsa progressive con una inaspettata deviazione su sentieri samba-rock, apre una riflessione sulla nostra spiritualità.
I Drive: una notte di tanti anni fa dopo una festa a casa di un amico, Goffredo De Prisco e Diego Iannaccone non ne hanno abbastanza. Con due chitarre tessono il tema di I Drive tra l’entusiasmo del resto della band. Sarebbe dovuta uscire nell’album Guernica, ma fu deciso di lasciare fuori il brano strumentale.
Medicine: In una società che ci alleva per essere bravi consumatori non abbiamo molte scelte per uscire dal paradigma “consumo quindi sono”. Ma il sistema lo sa e ci mette a disposizione tutte le medicine che vogliamo. Anche i Guernica lo sanno e scimmiottano il sistema con lo slogan Please download! We got the medicine.
Lento: il tempo passa e le possibilità di cambiare stile di vita per ridurre il nostro impatto sull’ambiente diminuiscono sempre più. Siamo ancora troppo lenti e i Guernica sembrano gridare “la Terra è il nostro spettacolo, muoviamoci prima che finisca”.
Ascolta: opening della parte acustica, regala un’atmosfera cupa eppure brillante. Tra arrangiamenti sontuosi i Guernica ci ricordano che “di foglie e nuvole il vento fa ciò che vuole” e non è un caso che le due parti del disco si chiamino proprio Foglie e Nuvole.
Alice: una piccola gemma delicata e movimentata. Sembra il gioco di un bambino allegro e creativo. Un brano che infatti porta il nome della figlia di Goffredo De Prisco alla quale è dedicato.
C’est la vie: sembra quasi un sequel di Les yeux, brano acustico uscito sul disco Guernica del 2005. In C’est la vie la magnifica fisarmonica di Dario De Nicola (altro prestigioso guest) ci trasporta nella parte più intima e nascosta di un uomo.
Wrong way (U Turn): cover di un loro stesso pezzo uscito nel 2002 sul primo lavoro, Senza Censure. Una inversione musicale a U rispetto al brano del 2002 che dà una nuova interpretazione del testo graffiante dell’originale.