Aggiungendo a un nome così illustre come quello di Architettura la qualifica di Emergenza, e accompagnare la frase risultante con l’espressione Diritti Umani, sicuramente sorprenderà molti. Pertanto in questo articolo, primo di una lunga serie, chiariamo alcune nozioni fondamentali.
Chi siamo?
Emergency Architecture and Human Rights (EAHR) è un’organizzazione senza fine di lucro che ha iniziato il suo lavoro due decadi fa riunendo, parallelamente, a Copenaghen, Santiago del Cile e Venezia, architetti, sociologi e artisti di differenti culture.
Il team di EAHR ha oggi più di 20 anni di esperienza di lavoro, ispirato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (ONU, Parigi 1948) e dal 2015 dai Sustainable Development Goals (SDGs) dell’ONU.
Il nostro obbiettivo con questa presentazione, e con altri articoli che seguiranno, è far conoscere la strategia di EAHR, il suo lavoro e le aree di sviluppo futuro. Il management di EAHR è il responsabile dell’esecuzione della strategia organizzativa. Con la crescita dell’organizzazione crescono anche le sue necessità, per questo EAHR punta a consolidare e migliorare il suo management e a fare in modo che l’attività organizzativa venga utilizzata per dare priorità, porre l’accento, energia e risorse nel fortificare il nostro lavoro e garantire che il nostro team ed altre parti interessate lavorino verso obbiettivi comuni. Il nostro lavoro ha ricevuto vari riconoscimenti:
- La biennale del Cile 2017 (Valparaiso)
- Building of the 2018 (ArchDaily)
- Aga Khan 2018
- Global Award for Sustainable Architecture 2019 (Parigi)
Perché?
Dal 2004 con il terremoto nell’oceano Indiano e la serie di tsunami catastrofici che lo aggravarono, il nostro team arrivò alla conclusione che la professione dell’architetto abbia dimenticato le persone più vulnerabili del pianeta e che l’architettura possa portare a sviluppare, costruire e stimolare la resilienza prima, e soprattutto dopo, le emergenze.
È così che dal 2004 EAHR ha organizzato più di 25 workshops sull’architettura di emergenza umanitaria in diverse università di Asia, Europa, Africa e America del Sud. Inoltre, il nostro team ha realizzato costruzioni umanitarie in Europa, Africa, Medio Oriente, America Latina e Asia.
A che fine?
EAHR crede che l’architettura sia un diritto umano. Costruiamo e miglioriamo la resilienza in comunità locali lavorando in progetti rilevanti per combattere la povertà e la disuguaglianza. EAHR adotta una politica di tolleranza zero per la corruzione e si sforza costantemente nel promuovere la trasparenza.
L’obbiettivo di EAHR è di unire l’architettura e i diritti umani attraverso progetti concreti e ricerche in campo accademico. EAHR oggi è una referenza mondiale e pioniera nell’ambito della connessione tra architettura e diritti umani. La nostra visione è utilizzare l’architettura per migliorare la qualità della vita, per scaturire cambiamenti positivi a condizioni avverse di difesa dei diritti umani nelle comunità più vulnerabili del pianeta.
Nel 2015, EAHR insieme all’università di Venezia, IUAV, ha creato un master post laurea in Emergenza e Resilienza (Emergency and Resilience).
Per chi?
Usando l'architettura come strumento di cambiamento sociale e ambientale, EAHR lavora e si sforza di facilitare le comunità più vulnerabili in modo che acquisiscano e incrementino la resilienza e combattano le disuguaglianze, le crisi umanitarie e la violazione dei diritti umani e parallelamente, tentare di appoggiare le autorità locali a raggiungere questi obbiettivi.
EAHR punta ad unire le comunità nelle quali lavora usando metodi di partecipazione che generino progresso nell’ambito sociale, economico e ambientale con la sua metodologia Cultural Architecture and Social Matters. Oggi, EAHR concentra le sue attività attraverso progetti di sviluppo, master post-laurea e corsi nel campo dell’architettura e delle scienze sociali. La nostra missione:
- Migliorare la qualità della vita generando soluzioni architettoniche, avanzamento sociale, economico e ambientale.
- Aumentare la resilienza usando materiali, architettura locale e potenziando la cultura autoctona attraverso processi di creazione collettiva.
- Difesa dei diritti umani, lavorando nelle comunità vulnerabili con le organizzazioni e con i governi locali sul tema di architettura e diritti umani.
Le nostre costruzioni in diversi luoghi del mondo e la nostra pagina web sono le finestre per comunicare con ciò che ci sta intorno. La nostra metodologia di lavoro Cultural Architecture and Social Matters è, inoltre, il percorso che usiamo per comprendere il contesto ed esprimere le nostre intenzioni prima di cominciare a costruire. Disegno e creazione collettiva, insieme a persone e istituzioni nei loro ambienti specifici sono la garanzia di democratizzazione e co-partecipazione nel nostro lavoro. Crediamo che ciò che ci circonda e le costruzioni che ci riguardano portino potenziale di grande importanza nella resilienza comunitaria e nello sviluppo personale.
Supportiamo il miglioramento lavorando con le abilità delle persone e delle loro percezioni per creare realtà più agili, duttili e positive con ciò che sta intorno a loro. Attiviamo risorse e interessi locali perché ci preoccupiamo per i sogni, la memoria e le possibilità locali.
In questo approccio olistico mettiamo in atto l'interazione sociale e il percorso positivo all'interno e tra le comunità con cui collaboriamo.