È stato un originale concerto quello che ha avuto luogo qualche giorno fa al Gran Teatro Geox di Padova con l’orchestra dal vivo la Bohemian Symphony di Praga diretta da Eimear Noone e una grande protagonista della lirica, il soprano Maria Callas. Sì, proprio lei, la “Divina” che ha calcato il palcoscenico del teatro tenda per oltre un’ora. Una sensazione straordinaria e avvincente in quanto di un complesso effetto speciale si trattava. È, infatti, Callas in Concert. The Hologram Tour, un concerto che ha già fatto tappa in numerose città internazionali: negli Stati Uniti, in Sudamerica, a Londra, Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Lione, Zurigo e Amburgo, e che ha fatto tappa a Padova, per l’unica data italiana.
Lo spettacolo dal cui palco con Maria Callas si è esibita la Bohemian Symphony di Praga, un’orchestra di cinquanta elementi che hanno suonato dal vivo per dare vita, e valorizzare ulteriormente nella forma dell’ologramma, la mitica voce del soprano di origine statunitense.
Maria Callas, infatti - nome d’arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalos - è nata il 2 dicembre 1923 a Manhattan negli Stati Uniti, è stata un soprano statunitense di origine greca, naturalizzato italiano e successivamente greco. Ed è la straordinaria cantante che contribuì alla riscoperta del repertorio musicale italiano della prima metà dell’Ottocento, e in particolare di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, dei quali seppe dare una lettura personale in chiave drammatica.
E la mitica “Divina”, Maria Callas, è così sensazionalmente risorta sul palcoscenico del Pala Geox grazie ai fantastici laser, e a una sofisticata tecnologia della californiana Base Hologram, con cui è stata restituita la magia non solo vocale ma anche scenica della divina cantante rivelata in ogni più piccolo dettaglio gestuale.
La direttrice della Orchestra Sinfonica Eimear Noone ha, quindi, studiato attentamente i tempi di ogni singola pausa del canto di Maria Callas; e una serie di proiettori su di uno schermo trasparente con la figura della divina cantante, radiante, elegantissima in un vestito bianco con scialle rosso, tridimensionale. Ma non si è trattato di un evento Kitsch, in quanto pur nell’idea che può sembrare macabra di ripristinare una diva in forma virtuale, è stato invece un modo e probabilmente una sfida l’aver coniugato tecnologie diverse per dare luogo a sensazionali emozioni.
E infatti, l’effetto prodotto è stato davvero emozionante, grazie anche ad un fondale nero che ha fatto risaltare in forma maggiormente spettacolare l’ologramma stesso. Ma è stata soprattutto la grande Callas rivissuta in gesti e mitiche posture, con il suo famoso “port de bras” o la mano che si alza all’attacco della cabaletta di Lady Macbeth a risaltare durante lo spettacolo. Così dall’apertura con l’Ouverture della Gazza Ladra che ha preceduto l’ingresso della “Divina” in abito bianco, han fatto seguito le arie da Roméo et Juliette di Gounod, da Macbeth di Giuseppe Verdi, Carmen di Bizet, Wally di Catalani, Hamlet di Thomas, la Gioconda di Amilcare Ponchielli, per finire al massimo del climax emotivo con la commovente esecuzione di Casta diva e Vissi d’arte dall’opera Tosca di Giacomo Puccini, ovvero due delle arie che hanno reso immortale questa straordinaria artista, e che hanno reso magica un’atmosfera d’altri tempi, per un mito rivissuto in un’opera totale.