Negli ultimi anni grazie anche ad una necessità di un ritorno alla natura e al benessere in senso più ampio, tutte quelle discipline che definirei “antiche”, sono state riprese e adattate affinché formassero professionisti del settore olistico o complementare.
Si sente parlare spesso di Naturopatia, Kinesiologia, Riflessologia, Floriterapia, Iridologia : ognuna di queste pratiche ha origini antiche, culture e tradizioni e operano in un’ottica di prevenzione, basti pensare che già il famoso medico Paracelso nel 1500 espresse il concetto con la sua massima: “Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come le persone che immaginano di poter mandare via l'inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l'inverno, ma l'inverno che causa la neve.”
Dopo anni passati a studiare gli estratti erbali applicandone poi le attività terapeutiche nel mio lavoro, la mia curiosità mi spinse nel guardare oltre, nel ricercare la connessione tra un disturbo e uno stato emotivo per avere un quadro d’insieme e trovare il rimedio più adatto.
La Floriterapia è una delle più geniali discipline che conosca e anch’essa fonda le sue radici nel passato: l’ideatore fu il Dott. Edward Bach, medico inglese che ebbe una successione di intuizioni tra malattia fisica, emozione e risonanza floreale.
Intorno al 1930 notò come determinati fiori potessero calmare e trasformare stati ansiosi, stress, rabbia, paure, difficoltà a compiere azioni intuendo le potenzialità terapeutiche delle essenze floreali. Scoprì che ogni fiore poteva rappresentare un’emozione e una volta assunta, il suo effetto terapeutico la trasformasse in ciò di cui la persona necessitava per tornare in equilibrio.
Spesso, infatti, mi capita di dire “ti do da prendere un po' di coraggio” oppure “un po' di autostima e gioia di vivere”: il fiore racchiude tutta la potenzialità della pianta, mentre le radici e il fusto sono il ponte tra ciò che è manifesto, il legame che poi esplode nel fiore stesso.
La Floriterapia non sopprime il sintomo, anzi fa in modo di sviluppare le virtù opposte del conflitto e sprigionare il processo di auto-guarigione: non esiste solo la Floriterapia di Bach ma anche l’australiana, la siberiana, la californiana Dava, l’italiana, la francese con i Fes e la sudamericana.
Amante della natura, rimango spesso ad osservare la forma degli alberi, il comportamento delle piante e degli alberi da frutto, i colori e la loro grandezza e spesso trovo delle analogie e spiegazioni nei loro “comportamenti”: la Floriterapia segue questo principio, la “dottrina delle signature” studiata da Paracelso.
Questa dottrina individua le corrispondenze tra la forma della pianta o del frutto con quella dei nostri organi traendo i principi curativi di cui sono portatrici: ogni fiore se lo osserviamo bene riporta delle caratteristiche particolari che vanno a creare un’analogia con il problema da trattare: un esempio, un fiore australiano a forma di “scovolino” tratta disturbi intestinali, oppure la pianta Pulmonaria con le foglie maculate che ricordano la forma dei polmoni e che effettivamente trattano disturbi respiratori, oppure le noci assomigliano al cervello e la barbabietola con le foglie ramificate è utile per i disturbi venosi e così via.
Spesso la forma a vista d’occhio di un fiore dà la corrispondenza emotiva: ribrezzo, terrore, oscurità oppure gioia, solarità a seconda anche del colore o ai particolari.
Solitamente si utilizzano i fiori singoli, oppure le miscele, alcune gocce possono essere utilizzate anche con un veicolo, una crema, oppure nell’acqua del bagno: solitamente non hanno effetti collaterali, salvo per persone sensibili, possono incorrere a “crisi di guarigione” ossia un peggioramento iniziale che spesso, ahimè porta all’abbandono del trattamento.
La Floriterapia agisce a livello “vibrazionale” e non bio-chimico, di conseguenza a seconda del campo energetico della persona o dal grado di intossicazione fisica, si potranno avere risultati differenti: se non funziona o il rimedio è scorretto oppure la persona ha diversi strati da “pulire”, sia fisici sia energetici.
Ecco perché personalmente, abbino sempre una certa alimentazione e integrazione studiata caso per caso affinché tutti i rimedi abbiano un buon decorso terapeutico: cosa importante è non mollare ma affidarsi sempre ad un professionista per avere i risultati migliori. Il nostro è un sistema complesso, la comunicazione non è solo bilaterale e ciò che mi preme è sempre la “multi-disciplinarietà”: esiste sempre, anche se pur minima, un’influenza emozionale su un disturbo fisico e viceversa.
La Floriterapia è quell’aiuto sottile, che agisce senza disturbare ma che riesce a sollevare l’energia fisica e mentale, a lavorare nei nostri piani sottili e irraggiungibili. Il campo vibrazionale, molto discusso, non è altro ciò che mette in relazione due corpi: può essere un corpo fisico rappresentato da una persona, da un animale, da un cibo, da fiori, piante che a contatto tra loro generano una “vibrazione”, un risultato, positivo o negativo. Un esempio, quando non si va d’accordo con qualcuno “a pelle”, oppure quando si entra in un luogo e “si sente l’aria pesante”. Sono semplici esempi di campi vibrazionali: noi tutti siamo influenzati costantemente dalle vibrazioni con le quali entriamo in contatto e la Floriterapia è una terapia vibrazionale portatrice di un riequilibro psico-fisico ed energetico.
Di tutto ciò i bambini ne sono maestri, come gli animali, essendo anime pure, senza pregiudizi e pochi coinvolgimenti mentali, ma avrò modo di parlarne nei prossimi articoli.
Mi piace ricordare una massima del Dott. Albert Einstein: “Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Questa non è Filosofia. Questa è Fisica.”