Rendere conto di 30 anni di sfilate organizzate da Pitti Immagine Uomo sarebbe stato un rompicapo per chiunque. Olivier Saillard l’ha risolto in una mostra dal titolo Romanzo breve di moda maschile, dove il breve indica che questa descrizione non è esaustiva della moda del periodo descritto. Sarebbe contestabile parlare di storia perché i titoli dati dall’autore ai suoi raggruppamenti di abiti non danno l’idea di un’evoluzione temporale del gusto e della moda, bensì di scelte stilistiche legate all’estro del designer. Talvolta gli abiti sono in dialogo con le collezioni storiche del Museo della Moda e con i dipinti di ritratti maschili della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti. In linea con quanto già fatto due anni prima, nel Museo Effimero della Moda, Saillard arriccia gli abiti, per infondere movimento. Costruisce poi un video dove mostra spezzoni di alcune grandi sfilate del trentennio, Si affida ai provini, dissociando ogni immagine in tanti piccoli fotogrammi che appaiono in contemporanea sullo schermo. L’unica informazione che se ne trae riguarda luci e ombre. Impossibile vedere, anche per un attimo, i vestiti che sfilano. Quelli donati o prestati al Museo della Moda da Pitti Immagine, sono invece ben visibili raccolti in grandi pagine di enormi quaderni disposti nelle sale di Palazzo Pitti, cornice accogliente di tanta inventiva e storia. La mostra è visibile per tutta l’estate: chiude il 28 settembre.
Ci soffermiamo su quattro delle sfilate che hanno suscitato grande interesse, vuoi per la location, vuoi per le novità che introducono nel mondo del fashion uomo.
Da Ferragamo, i modelli iniziali, nella cornice di piazza Signoria, sono sportivi, giocati su colori delicati o molto accesi e sulle ampiezze delle molte tute, che rivelano l’intenzione dei designers di farne abiti da indossare a ogni ora. Poi arrivano i completi, di taglio classico, in colori sfavillanti e in materiali setosi. Con l’aggiunta di camicie sgargianti rendono finalmente allegra e variata l’eleganza un po’ funerea che si imponeva agli uomini “nelle occasioni”.
Anche MSGM punta sul colore, che nei completi armonizza con tutte le componenti, dalla camicia alla cravatta e al cappello, come era d’obbligo per le signore anni ‘70. Un po’ punitivi i cappelli con bordo a corolla, da turiste inglesi sotto la pioggia. Il defilé in onore dei 10 anni di attività è stato molto apprezzato per gli straordinari effetti scenici.
Per Givenchy completi, completi, completi, di nuance delicate e stoffe luminescenti. Poco spazio alle fantasie. Cappotti leggeri indossati a petto nudo sui pantaloni. Una sfilata calibrata, da cui emerge un uomo che può permettersi un’eleganza più dolce ma senza stonature.
Per la prima volta un brand cinese di ricerca, Pronounce, sale in passerella a Pitti Uomo. Sviluppa un’eredità artigianale che riflette sul guardaroba moderno, combinando Oriente e Occidente. I due stilisti fondatori Yushan Li e Jun Zhou, continuano a spingere i confini del concetto di "Gender Sharing".
La Cina è la guest nation di questa sessione. “La Cina - dice Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti Immagine - è diventata uno dei territori più fertili e dinamici a livello globale per la sperimentazione nel fashion: per questo abbiamo deciso di presentare, alla nostra platea di buyer e stampa internazionale, i più innovativi brand cinesi. Nella selezione, protagonista in esclusiva a Pitti Uomo ci sono designer giovani e brand affermati, tutti capaci di sviluppare in modo personale una visione creativa contemporanea, spesso in aperta contaminazione tra Oriente e Occidente. Guest Nation China è un’iniziativa sfaccettata e un’esperienza ricca di spunti tra moda e arte, anche grazie alla mostra fotografica di un nome di punta come Leslie Zhang e la sfilata evento-speciale di Pronounce, per la sua cifra design inconfondibile.” Anche a Firenze, il fashion show del duo cinese alla Dogana ha riscosso molti applausi.
Pervade ormai da alcune sessioni di Pitti Uomo il concetto che i capi sportivi, di tecnologia avanzata, vengano progettati per essere portabili anche in altre occasioni. Nel mondo Colmar, ad esempio, alcune tute sono anche deliziosi abiti da passeggio. Lo stesso concetto è svolto da I GO OUT, una delle sezioni in cui si articola Pitti Uomo 96, dove la passione per gli sport all’aperto incontra la ricerca fashion più avanzata.
In contemporanea al salone i saggi di fine anno di Polimoda e di Ied sono stati organizzati come sfilate dalle due scuole. Soprattutto della seconda scuola abbiamo visto molti capi studiati e misurati, con un limitato uso di soluzioni che cercano l’originalità a danno della vestibilità, cosa da cui non sono esenti neppure alcuni designer professionali.
Non manca, nel mondo della moda, un impegno verso la povertà. L’eccellenza della moda italiana sarà al fianco di Oxfam per sensibilizzare sul tema della disuguaglianza e sostenere i programmi di contrasto alla povertà in Italia con il progetto “Quality for Equality”. Dal prossimo autunno sarà online lo shop che, grazie al contributo di importanti brand del mondo moda, proporrà capi d’abbigliamento, accessori e outfit completi. Il ricavato delle vendite sarà devoluto ai programmi in Italia sulle nuove povertà.
In occasione di Pitti Immagine 2019, la Maison Enrico Coveri presenta Seasons, il murale realizzato nella corte interna di Palazzo Coveri da Daze, uno dei numi tutelari del graffitismo americano. “Una nuova, straordinaria collaborazione, nello spirito della maison che dall’arte ha sempre tratto alimento per la propria ispirazione”, dice Silvana Coveri.
Per la prima volta la Street Art fa il suo ingresso in un palazzo mediceo, emblema del più puro Rinascimento, quale è casa Coveri in Lungarno Guicciardini a Firenze. Innovativo come furono, al loro apparire, i primi modelli del grande stilista. Daze è molto noto all’estero, e i suoi lavori fanno parte integrante del patrimonio di musei come il MoMA di New York, lo Smithsonian di Washington, il Groninger Museum in Olanda, il Suermondt-Ludwig Museum di Aquisgrana. Da questo murale sono stati tratti i tessuti stampati per la collezione Uomo-Donna Primavera Estate 2020. Modelle e modelli con indosso dei prototipi movimentano il vernissage della mostra, dove Vittorio Sgarbi fa notare come la scelta di Daze come creatore dei tessuti faccia rivivere da brivido la fantasia che animava Enrico nei suoi disegni.