In occasione del Cinquantesimo anniversario del prestigioso riconoscimento a Denominazione, il Conegliano Valdobbiadene Festival per tutto il mese di maggio ha raccolto l’eredità del Vino in Villa creando una serie di incontri, degustazioni, cene con chef stellati, racconti del paesaggio con il critico d’arte Philippe Daverio e lo scrittore Gian Mario Villalta e, fino alla fine di settembre, nel centro di Conegliano, la mostra Radici nel futuro, un’esposizione di fotografie storiche del territorio e di immagini della cultura enologica e dell’evoluzione spumantistica. Ma come si possono descrivere le caratteristiche di questo nettare degli dei che nasce in queste particolari colline ricamate di viti nel cuore della provincia di Treviso?
Il Prosecco è un vino bianco italiano dalla vitale eleganza e dai profumi fruttati e floreali. La sua storia inizia in una piccola area collinare del Nord Est d’Italia, tra Conegliano e Valdobbiadene, a circa 50 km da Venezia e 100 dalle Dolomiti. Qui, da più di tre secoli si coltivano le uve che danno origine al vino che oggi si chiama Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, il cui successo inizia con la fondazione della prima Scuola Enologica d’Italia nel 1876.
È l’incipit di un libriccino prezioso e affascinante che spiega ogni sfaccettatura di questa icona di italianità nel mondo. Si intitola Come e perché il Prosecco è superiore, pubblicato dal Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) che quest’anno festeggia i 50 anni (1969-2019).
Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG spiega il successo del Prosecco che ha creato uno stile italiano del bere moderno, amato in tutto il mondo.
Questo anniversario è un’opportunità per riconoscere quanto è stato fatto dalle generazioni nel passato. Nello stesso tempo significa condividere e far conoscere al nostro pubblico la nostra storia, la nostra identità ed è un’occasione per guardare ai prossimi 50 anni.
Ma come riassumere le qualità del Prosecco?
I tre elementi sui quali noi fondiamo il nostro prodotto sono sia il concetto di vocazione di questo territorio che non è il frutto di un’operazione di marketing ma il consolidamento di quella che è la prassi e le abitudini che si sono sviluppate in questi luoghi, associate alla ricerca e alla scienza che ha interpretato il prodotto. Quindi la vocazione del territorio in primis.
Saper fare è l’altro elemento fondante. Contano le caratteristiche organolettiche del prodotto e il successo del Conegliano Valdobbiadene deriva dal fatto che i produttori l’hanno saputo promuovere. Così il consumatore l’ha scoperto come un vino che interpreta uno stile di bere non più legato ai momenti canonici a tavola, ai pranzi o alle cene. Oggi è un vino conviviale, un calice amato nelle feste, negli incontri, per aperitivi o degustazioni tra amici e questo è dovuto anche alla bassa gradazione alcolica. È un prodotto eclettico, piacevole che si adatta a diverse situazioni secondo il residuo zuccherino e in base alle diverse interpretazioni dei produttori mirate a esaltare il profumo, il corpo del Conegliano Valdobbiadene.
Qual è la realtà produttiva di questa zona?
Nel Conegliano Valdobbiadene abbiamo circa 3300 famiglie di viticultori e circa 185 case spumantistiche, una realtà dove c’è una democrazia produttiva, nel senso che il principale produttore del Conegliano Valdobbiadene rappresenta circa l’8% della produzione e produciamo 90 milioni di bottiglie. Sono realtà medio-piccole che hanno avuto la capacità di promuovere il Prosecco a livello mondiale tanto che è diventato un vero e proprio ambasciatore nel mondo e rappresenta un modo di bere italiano e questo ci rende orgogliosi.
E gli obiettivi futuri?
Anni fa siamo stati riconosciuti con il massimo riconoscimento legislativo per quanto riguarda una denominazione, quindi, origine controllata e garantita e questo, dal mio punto di vista, dimostra e testimonia che il livello del Conegliano Valdobbiadene sia molto alto. Siamo comunque all’apice di quella può essere una piramide denominata del mondo Prosecco. È importante far conoscere la nostra identità e le differenze all’interno del Prosecco.
Il consumatore deve sapere che esistono più denominazioni. Che c’è una grande denominazione di pianura che ha una propria storia, una propria qualità e una propria identità e c’è il Conegliano Valdobbiadene che per storia, identità e qualità rappresenta la massima espressione di questo mondo. Noi abbiamo il compito di far conoscere le specificità all’interno della nostra denominazione e la selezione delle rive in modo particolare permette di far capire che tra Conegliano e Valdobbiadene, una piccola area di solo 15 comuni dove si coltivano circa 8 mila ettari di vigna, c’è una diversità di microclima, di terreno e di tanti aspetti che evidenziano, una differenziazione tra Conegliano e le colline di Valdobbiadene.
Oltre a questo, abbiamo il nostro Grand Cru, il Cartizze, il famoso Pentagono d’Oro, che è una realtà piccolissima di solo 107 ettari dove ci sono circa 150 produttori e questo ancora una volta permette di far capire che all’interno del mondo del Conegliano Valdobbiadene, ci sono tante differenze tra i vari prodotti che veramente possono affascinare il consumatore. L’obiettivo è far conoscere le differenze e i particolari all’interno della nostra denominazione al consumatore perché sappia scoprire e apprezzare.
E per approfondire il patrimonio vinicolo di queste terre straordinarie e conoscere il calendario e le cantine, la cosa migliore è visitare il sito della Strada del Prosecco.