Per me ha funzionato meglio non il voler diventare, ma il vedere dove porta questa esperienza.
Nasce così l’arte in talenti come il compositore pisano, Dario Marianelli. Nato a Pisa il 21 giugno del 1963. Incerto ancora su “cosa diventare da grande”, dopo aver studiato pianoforte e composizione tra Pisa e Firenze, Marianelli nel 1990 decide di trasferirsi a Londra, per scoprire la sua strada. Una partenza, quella dell’ormai conosciutissimo compositore, inaspettata. Un talento che oggi chiamerebbero “cervello in fuga” ma che in realtà così non è.
Il compositore questa strada l’ha trovata, un percorso che attraverso l’ammirazione per grandi musicisti quali John Williams, Howard Shore, James Horner, Jerry Goldsmith e Nino Rota lo condurrà a ottenere, nel 2008, il Premio Oscar per la miglior colonna sonora con la pellicola Espiazione (diretta da Joe Wright).
Trasferitosi a Londra, sin dal 1990 intraprende gli studi postlaurea presso la Guildhall School of Music and Drama, in seguito al cui diploma ottiene una borsa di studio che gli permette di seguire presso il Bretton University College corsi di coreografia e composizione, diretti da Judith Weir e Lloyd Newson. Passerà i successivi tre anni della sua vita presso la National Film and Television School a Beaconsfield.
Una lunga formazione che ha reso il compositore italiano in grado di attingere e far suoi innumerevoli generi, innumerevoli storie, innumerevoli ispirazioni.
Nel momento in cui mettiamo musica su una scena, è la musica che decide, imponendo o suggerendo (a volte sviando, anche), cos’è che la situazione sta in effetti narrando.
A Londra si approccia a quello che è il teatro d’avanguardia e inizia a comporre per esso. Viene di seguito contattato dal regista Paddy Breathnach che lo ingaggia per la composizione della colonna sonora di sue tre pellicole, Ailsa (1994), The Long Way Home (1995) e I dilettanti (1997).
Da questi anni a seguire, la sua carriera procede in netta salita. Per il regista Michael Winterbottom avrà l’opportunità di scrivere le musiche del film Cose di questo mondo (2002), pellicola che vincerà l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel 2004, firmerà le musiche del film I fratelli Grimm e l’incantevole strega, diretto da Terry Gilliam.
Altro capolavoro del mondo del cinema di cui firmerà la colonna sonora, sarà V per Vendetta diretto da James McTeigue nel 2005, pellicola tratta dal romanzo grafico V per Vendetta di Alan Moore, in un Regno Unito distopico, contenitore di una società totalitaria e militarizzata che quasi richiama i tratti di quella raffigurata da George Orwell in 1984.
Dalla favola ricolma di magia nera, Marianelli si lascia trasportare da un altro tipo di magia, quella dell’amore, con la scrittura delle musiche di Orgoglio e Pregiudizio, diretto da Joe Wright.
Ho iniziato a lavorare a Orgoglio e Pregiudizio ben prima che iniziassero le riprese. Nel film c'erano diverse scene in cui veniva suonato il piano, perciò mi sono rifatto alle prime sonate di Beethoven, partiture contemporanee al romanzo di Jane Austen.
La composizione della colonna sonora di Orgoglio e Pregiudizio è uno dei primi lavori a sancire la collaborazione tra il compositore e il regista. Nonostante l’ispirazione settecentesca del compositore, le musiche sono tutt’altro che legate a quelli che sono i dogmi classicisti. Nelle note composte, si evince il pragmatismo e l’entusiasmo del primo innamoramento. Le avversità, le famose “farfalle nello stomaco”, il tormento che solo un sentimento raro e sincero può trasmettere nell’animo dello spettatore. Marianelli riesce in questo intento, travolgendo e trasportando lo spettatore all’interno della scena stessa. Il tormento di Elizabeth Bennet, l’amore improvviso e quasi negato per Mr. Darcy (le cui caratteristiche rendono l’uomo, per la donna odierna, ideale). I balli, le melodie suonate al pianoforte con un’eleganza disarmante, vanno di pari passo con quella che è la scena creata dal regista.
Grazie alla scrittura delle musiche per Orgoglio e Pregiudizio, il compositore italiano si aggiudica la nomination al Premio Oscar per la miglior colonna sonora.
La collaborazione di Marianelli con Joe Wright prosegue nel 2007, quando il regista dirige la pellicola Espiazione. Tratto dall’omonimo best seller firmato da Ian McEwan, il film viene scelto per aprire la 64a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 29 agosto 2007, rendendo in tal mondo Wright il più giovane regista a inaugurare tale evento. La pellicola riceve, inoltre, la candidatura per sette Premi Oscar, vincendo proprio quello per la miglior colonna sonora (assieme alla vittoria del Golden Globe), grazie all’apporto dato dal compositore italiano.
Quella di Espiazione non si presenta come una semplice colonna sonora, ci troviamo in un contesto storico distruttivo, quello della Seconda guerra mondiale. Alla base della narrazione c’è una verità nascosta, introvabile, che spetta al solo spettatore immaginare. La trama in cui si estende e restringe la colonna sonora di Marianelli fa da ponte tra due personaggi, “Lacerati dal tradimento. Separati dalla guerra. Legati dall’amore”, cita così uno degli slogan promozionali della pellicola stessa. Marianelli compone e disarma, lascia che poche note siano portatrici di speranza, quella che verrà tolta allo spettatore a fine narrazione. Le stesse note che condurranno alla commozione con tracce come Elegy for Dunkirk (in collaborazione con la English Chamber Orchestra e Benjamin Wallfisch), scena simbolica dell’intera pellicola, ove un gruppo di soldati canta sulle rive di Dunkirk. Una colonna sonora in cui l’attesa fa da tema portante, e con essa la speranza, quella raccontata attraverso le note della traccia Come back. Ancora una volta il lavoro di Marianelli danza armoniosamente con le scene riprodotte da Joe Wright. Una cura del dettaglio, della fotografia, che in ogni pellicola ha sempre un suo particolare e originale suono.
Ogni storia ha i suoi tempi, la sua struttura, e anche se la musica può essere fino a un certo punto libera dalle costrizioni del dettaglio della narrativa, non può mai esserlo completamente, se vuole abbracciare la storia abbastanza strettamente.
Il lavoro e la scalata al successo di Marianelli continuano senza freno, negli anni successivi alla vittoria del Premio Oscar, scrivendo musiche per pellicole dal valore musicale e cinematografico inestimabile. Si pensi a lavori come Stanno tutti bene - Everybody's Fine (2009, diretto da Kirk Jones), Agora (2009 diretto da Alejandro Amenábar), Mangia prega ama (2010, sotto la regia di Ryan Murphy), Jane Eyre (2011, diretto da Cary Fukunaga), sino ad arrivare a una nuova collaborazione con Joe Wright per la pellicola di Anna Karenina, nel 2012. Con questa composizione, Marianelli si aggiudicherà una nuova candidatura al Premio Oscar per la miglior colonna sonora.
Una scrittura, quella fatta per Anna Karenina, legata all’ambiente messo in scena ovvero quello della Russia del XIX secolo. Ricordiamo che la pellicola è tratta dall’omonimo romanzo scritto da Lev Tolstoj. Con una traccia come Overture, che segna appunto l’inizio della pellicola, il compositore italiano trasporta lo spettatore ai piedi di quel palco, lo stesso su cui si svolgerà ogni singola scena della narrazione. Vivrà il tormento della relazione clandestina di Anna Karenina con il giovane e affascinate Vronskij. Lo vivrà quasi a passo di danza, danzando con quelle note pompose ed eleganti che faranno batter piede allo spettatore al suo ritmo, sempre diverso, sempre incalzante. Travolgente. Se dovessi descrivere con una parola questa colonna sonora, lo farei utilizzando questo termine: travolgente.
Capolavoro degli ultimi anni, a seguito di Everest (diretto da Baltasar Kormákur nel 2015), è senza dubbio il nuovo lavoro svolto con la collaborazione di Joe Wright, L’ora più buia del 2017. La pellicola segue quelle che sono le vicende del Primo Ministro britannico, Winston Churchill (interpretato da Gary Oldman), agli inizi della Seconda guerra mondiale. Musiche quelle presenti all’interno della pellicola che richiamano l’occhio e l’ascolto a concentrarsi su un aspetto fondamentale, la grandezza di un personaggio. La sua dinamicità, prima che la sua figura diventasse eroica. Una figura che prende vita lentamente nella pellicola, travolto da dubbi, tormenti, ma che esplode in tutta la sua meravigliosa energia nel discorso finale, quello pronunciato per commentare la disperata operazione d’evacuazione di Dunkirk. Un’energia che è resa dalla grandissima interpretazione dell’attore Gary Oldman ma anche dalle strepitose note messe in essere dal compositore italiano, in particolare con la traccia finale che fa da sottofondo all’epico discorso, We shall fight. Il caparbio invito del Primo Ministro a non perdere la forza, a non perdere la speranza.
Joe Wright narra su scena questa speranza, Marianelli nei suoi lavori la rende viva, quasi tattile. Questa particolare forza, questa peculiarità, rende Dario Marianelli uno degli scrittori di musica, d’emozione, più bravi di tutti i tempi. Scrivere la storia di un’emozione in musica non è semplice, permettere che questa arrivi al cuore dello spettatore è un’impresa ardua. Vivere quell’emozione è un lusso a cui non si può rinunciare, concedere a quella stessa emozione di vivere attraverso una scrittura, un nastro, una narrazione è comprendere che grazie a quell’emozione, siamo tutti un po' più vivi.