A pochi chilometri di distanza da Bordeaux, lasciandosi alle spalle la famosa Saint-Émilion e proseguendo nell’entroterra aquitano, si arriva in una regione poco nota ai turisti e dalle molte sorprese: la Dordogna.
Il turismo di massa richiamato dall’opulenza dei vini dell’area di Bordeaux sembra quasi aver aggirato questo gioiello, che si è così mantenuto intatto e dal sapore verace.
Destinazione di questo viaggio è Sarlat-la-Canéda, cittadina medievale che conta diecimila tra le anime più felici di Francia a causa della ricchezza culturale immensa di questo luogo. Qui il colore predominante è un caldo giallo-dorato che ci circonda in ogni momento poiché caratterizza la pietra usata per costruire gli edifici in stile romanico, medievale, ma anche gotico e rinascimentale.
È possibile trovare numerose guide che suggeriscono di visitare questo o quel monumento, ma il consiglio che personalmente mi sento di dare è di perdersi per i vicoli e le piazze assolate di questo borgo. È tutto talmente ben conservato, che si ha sempre l’impressione di essere stati trasportati indietro nel tempo, in un villaggio uscito da una qualche fiaba francese. Le insegne dei negozi sono in ferro battuto, a ogni vetrina ci sono fiori colorati e nell’aria un perenne profumo di tartufo che ci riporta alla mente la più grande ricchezza di questo villaggio: la gastronomia.
Sarlat è, infatti, la “capitale” del Périgord Nero, area così chiamata per l’abbondanza di imponenti lecci scuri disseminati sull’intero territorio. Ma il Pèrigord, non me ne vogliano i lecci, è famoso in tutte le sue aree (Verde, nero, bianco e rosso) per la grande tradizione culinaria, caratterizzata da tartufo nero, foie gras, noci e vini di Bergerac. L’unione di tutti questi ingredienti dà vita al paradiso.
Immancabile la visita al piccolo mercato coperto, che raccoglie i produttori più apprezzati del territorio, dove è possibile assaggiare tutti i giorni queste meravigliose leccornie. Ma se si ha la fortuna di capitare a Sarlat nel giorno in cui lungo tutto il centro storico si tiene il mercato alimentare (mercoledì e sabato), è garantito che lascerete la città con le lacrime agli occhi e il colesterolo alle stelle.
Formaggi di capra o di pecora, affinati e stagionati, abbinati a meravigliose confetture e mostarde di frutta locale. Miele e noci tostate, confit de canard o fichi ripieni di succulento fegato d’oca... e chi più ne ha, più ne metta. Il consiglio è di effettuare qui i vostri acquisti, il rapporto qualità/prezzo di certi banchetti è veramente ottimo.
Per completare l’esperienza gastronomica non si può non andare in uno o due ristoranti, preferibilmente dopo aver consultato qualche guida perché il centro storico è disseminato di “trappole per turisti”. Il livello medio è comunque piuttosto alto e tutti i locali offrono la possibilità di scegliere tra vari menù degustazione, suddivisi per fascia di prezzo, che permettono di assaggiare tutte le specialità tipiche della zona.
Anche i vini sono molto apprezzati e offrono una grande varietà, impedendo così che qualcuno possa restare ‘a becco asciutto’. I vini di Bergerac, infatti, raccolgono ben undici AOC (appellazioni di origine controllata, marchio analogo al nostro DOC): Bergerac - vinificato in bianco, rosso e rosé -, Pécharmant, Montravel... e l’elenco continua.
La vera chicca di questo lungo elenco è però un vino bianco dolce e liquoroso: il Monbazillac. È un vino botritizzato, ossia ottenuto da uve attaccate da una particolare muffa nobile (la Botrytis Cinerea), così come accade al vicino Sauternes con il quale condivide anche i vitigni di cui si compone: Sémillon, Sauvignon blanc e Muscadelle, differenziandosi da quest’ultimo per la quantità maggiore di Muscadelle nell’uvaggio. La particolare azione della muffa fa sì che il vino si arricchisca enormemente sotto ogni punto di vista.
L’aspetto è contraddistinto da un meraviglioso giallo dorato, che nelle annate migliori scivola con maestosa lentezza roteando il bicchiere. I profumi sono intensi, saltano subito al naso aromi voluttuosi di frutta secca, miele e spezie. L’assaggio è così ricco da renderlo senza dubbio un vino da meditazione. Morbido, dolce, dal sapore intenso; avvolge tutta la bocca regalando puro piacere. E infine la nota finale: il rapporto qualità/prezzo ottimo. Essendo un fratello minore del Sauternes (prodotto a pochi chilometri di distanza), ne condivide numerose caratteristiche, ma il prezzo è nettamente inferiore.
Che altro aggiungere? Fate i bagagli e non perdetevi la meravigliosa Sarlat-la-Canéda.