La Death Valley è un immenso deserto (225 km di lunghezza, 40 km di larghezza) che spazia tra i confini di California e Nevada. È uno di quei luoghi che quando stai organizzando un tour dei parchi nazionali americani sei sempre indeciso se inserire in programma o meno, tutto sommato è “soltanto un deserto”.
E invece no, la Death Valley è un’esperienza sconvolgente che rimarrà impressa per sempre nei ricordi.
In questo parco è possibile sperimentare tutti gli estremi escogitati da Madre Natura, a partire dalla temperatura proibitiva estiva con punte di oltre 50° (tanto che l’accesso al parco è possibile solo nelle prime ore del mattino).
Inoltrandosi nella valle è impressionante il continuo cambiamento morfologico. Le alte montagne di roccia grigiastra lasciano il passo a dune di sabbia finissima fino a incontrare crateri biancastri che fanno pensare di essere approdati sulla Luna. Proseguendo si viene ingannati dai miraggi dovuti al caldo e sembra di trovarsi accanto a un immenso lago e poco più in là si può trovare una cittadina fantasma abbandonata dai vecchi minatori. Al centro della valle si trova Badwater, il punto più basso dell’intero Nord America, posto a 86 metri sotto il livello del mare e subito dominato dalle colossali ‘Black Mountains’ che arrivano, invece, fino a 2000 metri di altitudine.
Ma ciò che di più sconvolge in definitiva è l’enorme quantità di spazio. Noi europei non siamo abituati a distese così infinite di paesaggio ed è un’emozione così inaspettata che più di un visitatore ha sperimentato attacchi di agorafobia. Questa sensazione è particolarmente forte arrivando alla Death Valley dal Nevada, poiché prima di trovare tracce di ‘umanità’ bisognerà affrontare diverse ore di percorso.
Ed è partendo da questo spunto che arriviamo alla questione ‘ciccia’.
Tappa obbligata prima di addentrarsi nel parco è la stazione di rifornimento subito alle sue porte, contraddistinta per essere altresì la turisticissima base di avvistamento U.F.O. Da brava turista con una passione grottesca per il bello, ma ancor di più per il kitsch, non me la sono fatta scappare!
Ed ecco che appena varcata la soglia del cottage ‘verde marziano’ tutte le aspettative sono ripagate dalla rivelazione di orridi gadget alieni di ogni genere.
Esaltata dall’atmosfera country-nerd del locale decido che è anche il posto giusto per mangiare un boccone, in realtà è anche l’unico nel raggio di miglia, ma la vera verità è che il menù pieno di alieni mi aveva conquistato alla prima occhiata e neanche il pavimento vagamente zozzo mi intimoriva più a quel punto.
La scelta, ovviamente, ricade subito sull’alien burger (certificato dalla testa di marziano eh). Senza particolari aspettative se non quella di aver mangiato in una vera bettola americana, snocciolo anacardi nell’attesa del panino... e invece sorpresa! La Death Valley stupisce ancora mettendo in rete il suo secondo gol.
L’hamburger è meravigliosamente farcito e saporito, è enorme, grasso e libidinoso come ogni hamburger dovrebbe essere sempre. Gli anelli di cipolla croccanti e le patate fritte almeno due volte trasudano allegri trigliceridi pronti a posizionarsi sul mio posteriore e danno il colpo di grazia alle mie papille gustative. Il tutto con il gestore del locale che sghignazza alle mie spalle mentre giubilo e ringrazio gli dei americani per aver creato un panino così buono.
Per non dimenticare l’angolo del sommelier, cosa potremmo abbinare a quest’esplosione di colesterolo? Nel caso in cui qualcuno giri per i parchi americani con una dotazione di Lambrusco... in tutti gli altri casi il locale serve solo una bionda alla spina non bene identificata, personalmente consiglio la Coca-Cola.
Consigli di viaggio: vi siete mai chiesti per quale motivo i turisti americani affollino tutti quei locali improbabili e centralissimi che noi definiamo “acchiappa-turisti”? Il motivo è che in base al principio diametralmente opposto al nostro secondo il quale lo sventurato visitatore vada spennato, in America è, invece, trattato con rispetto. Vicino ai luoghi di interesse si mangia bene e a prezzi onesti praticamente ovunque, perciò se volete provare a tutti i costi quel posticino così carino nel pieno della Little Tokyo di Los Angeles, non abbiate paura.