Quando un cliente entra in un centro commerciale, quali che ne siano le dimensioni, pensa sempre a esso semplicemente come a un insieme di negozi e occasioni per fare compere. Un approccio che, seppure condivisibile, si allontana sempre più da un modello vincente.
I centri commerciali, soprattutto quelli più grandi, sono diventati, infatti, dei micro-agglomerati, quasi delle città che ogni giorno aprono le loro porte a migliaia di persone. Questo accade quotidianamente nella Galleria commerciale Porta di Roma, nel quartiere della Bufalotta, cui converge uno dei più importanti quadranti della capitale.
Tra i più grandi centri commerciali d'Europa, numeri alla mano, con quasi 19 milioni di visitatori all'anno - e con il chiaro obiettivo di avvicinarsi a quota venti milioni nel giro di pochissimo tempo - Porta di Roma è ormai una realtà riconosciuta a livello nazionale, tanto da divenire un modello per altre realtà simili.
C'è un segreto dietro questo successo?
Facile dire che questo segreto, dal 2013, ha un nome e cognome, Filippo de Ambrogi, ''Center Manager'' di Porta di Roma. Più semplicemente de Ambrogi è il cuore e il cervello di questo immenso spazio commerciale che sta inanellando - da quando lui ne ha assunto la guida - una serie di impressionanti performance, a cominciare dal numero di visitatori che hanno una media giornaliera di 40 mila unità durante la settimana, con picchi di 100 mila in occasione delle giornate canoniche del grande shopping come alla vigilia delle feste.
Numeri e percentuali che sono lì, sulla carta, bene evidenti, ma che de Ambrogi non ama snocciolare, continuando per la sua strada, che è quella della costante ricerca di una innovazione al fine di migliorare il rapporto tra venditore e cliente, ma anche di ampliamento delle proposte, consapevole che la semplice offerta commerciale non basti più a un consumatore attento ed evoluto al quale punta a offrire una vera e propria "esperienza d'acquisto" del tutto innovativa.
Il centro commerciale, nell'accezione che ha acquistato negli ultimi vent'anni, mutua un modello che è nato in nord America dove le Mall sono non solo un luogo che raggruppa più negozi, ma anche una occasione per socializzare. Queste strutture, legate strettamente al territorio, negli ultimi anni stanno soffrendo.
Al contrario Porta di Roma attrae visitatori anche da zone della città ben distanti dalla Bufalotta dove ci sono centri commerciali ai quali viene preferito quello guidato da de Ambrogi che ha saputo generare nuovi interessi e dare nuovo respiro a una realtà, quella del centro commerciale, che può anche arenarsi.
Rispetto alle Mall nordamericane, che sono spesso il luogo preferito degli anziani, la grande galleria Romana si distingue per le presenze dei giovani che sono preponderanti; nel profilo che ad esso ha voluto imprimere de Ambrogi, è un luogo di aggregazione e di sempre nuove attività di intrattenimento a scopo ludico, certamente, ma non solo. Questa specificità è conseguenza della pervicace volontà del center manager di fare della sua ''creatura'' una immensa location dove, volta per volta, ospitare e fare diventare protagonisti gli stessi cittadini proponendo loro attività da svolgere oltre che spettacoli da fruire.
Per chi ha l'abitudine di recarsi nella immensa struttura commerciale, non è raro vedere iniziative dedicate a chi, agli occhi della gente, rappresenta lo Stato, ovvero le Forze Armate e la Polizia. Questo è solo un esempio delle interessanti attività che vengono proposte per avvicinare le persone a realtà che diversamente non avrebbero occasioni, se non istituzionali, di conoscere e apprezzare.
Nei corridoi della galleria e nelle piazze esterne, vengono ospitati eventi artistici come concerti, esposizioni temporanee e permanenti (di cui fiore all'occhiello è l'esposizione dell'antico mosaico di epoca romana rinvenuto durante i lavori di scavo per costruire il centro stesso); eventi sociali dove i protagonisti colgono l'occasione della grande vetrina offerta dal centro commerciale per perorare cause in favore dei più deboli, ma anche spettacoli di cabaret manifestazioni sportive, installazioni tecnologiche all'avanguardia, e tanto altro all'insegna di cultura, tecnologia, innovazione...
A tutto questo si aggiunge la normale amministrazione, legata alla gestione quotidiana (130 mila metri quadrati, 210 negozi, 14 sale cinematografiche, un parcheggio con 7.200 posti auto). La gestione di una tale struttura, infatti, necessita anche di un lavoro più pratico; ogni giorno il direttore gira per gli ampi corridoi e le zone esterne della Galleria verificando che ogni cosa funzioni a dovere, scambia idee con gli operatori che lavorano nelle oltre 200 attività commerciali e di ristorazione e si occupa, oltre che dell'infrastruttura, anche della sicurezza del centro e di chi lo frequenta.
La sicurezza in particolare è un settore al quale si presta una attenzione maniacale, consapevole che qualsiasi cliente varchi gli ingressi del centro commerciale deve sentirsi come a casa sua, protetto come quando è tra le mura domestiche.
Filippo de Ambrogi alza l'asticella ponendosi altri obiettivi: elevare il livello dell'offerta, non solo quella dei singoli negozi, ma quella dell'intera struttura diventando promotore di un nuovo modo di gestire queste "città commerciali" di cui come Center Manager è un vero e proprio sindaco.
Questo è quanto abbiamo compreso osservando il suo lavoro che, quando si tenta di fargli spiegare i motivi dei suoi successi professionali (la direzione del Porta di Roma è solo l'ultimo), preferisce il silenzio che non rende molto merito alla vivacità del suo carattere ma distingue sicuramente un uomo d'azione più che di parole e, quando si tratta di lavorare, si pone un obiettivo e lo persegue.