Isaac Asimov, almeno agli inizi della sua carriera di scrittore, appioppa ai suoi personaggi nomi della tradizione biblica… la coppia Elijah/Jezabel, detta Jessie, evoca il profeta Elia e la regina Jezabel.
Andate a rileggere la storia del profeta Elia, come viene raccontata in due Libri dei Re, ambientata circa tre mila anni fa. Si apprende che fu un profeta potente, vissuto nel periodo del regno di Acab, il re guerriero che vinse con successo (come da sempre succede, quindi) i siriani. Acab sposò Gezabele, una fenicia (gli antichi, secondo alcuni, Peleset, “palestinesi”, ma anche Filistei). Gezabele lo convertì alla fede nel dio Baal, abbandonando il dio d’Israele. Il profeta Elia protestò per questa apostasia, fu perciò perseguitato da Acab, sottoposto ad alcune prove, che superò con l’aiuto del suo dio, sfidò da solo i sacerdoti di Baal e li sgozzò tutti e 450. Agghiacciante. Non sembra cambiato granché in tremila anni. Bisognerebbe provare a fare un gioco diverso.
Adorare un dio straniero porta sfortuna. Acab morì in battaglia, i loro due figli furono uccisi e venne uccisa pure lei nel corso di una rivolta (ricorda, mai mescolare i due popoli e cambiare bandiera). La povera Gezabel del futuro, che Asimov, con grande ironia, fa sposare a un Elijah (Baley), conoscendo la storia della sua omonima biblica preferisce farsi chiamare Jessie, e tutto sommato ha ragione lei, è meglio.
Biblicamente parlando questo matrimonio, quindi, è quasi blasfemo per un ebreo di New York, ed è questo il bello della narrazione di Asimov, spesso ricca di ironia per questi richiami a storie antiche che lui, da ateo tratta con arguzia ed eleganza non comuni.
Baley (che fra l’altro ricorda il nome di un’ottima crema al whisky) è un poliziotto, non ce lo dobbiamo dimenticare, con tutte le idiosincrasie e le paure dei poliziotti di un commissariato centrale come quello di New York, abisso d’acciaio capitale della Terra. Baley ha un capo poliziotto, Julius Enderby, che ha fatto il liceo con lui e che, in Abissi d’acciaio, gli affida un caso impossibile e delicatissimo: l’assassinio di uno scienziato spaziale, proveniente da Aurora, il famoso costruttore di robot Roj N. Sarton , che nella munitissima città che gli spaziali si sono costruiti alle porte di New York dopo un’invasione contestata dai terrestri qualche decennio prima, è stato trovato ucciso con un colpo di disintegratore sulla soglia di casa. È materialmente impossibile che una cosa del genere sia potuta succedere, ma è successa. Sarton era fautore dell’induzione di un atteggiamento più morbido dei terrestri nei confronti dei robot ed era giunto sulla terra proprio per questo, assieme al collega Han Fastolfe. È proprio Fastolfe a chiedere di affiancare a Elijah un altro poliziotto, R. Daneel Olivaw, che scopriremo presto essere un robot umanoide, il secondo costruito assieme dai due scienziati. Colpisce il modo in cui Elijah svolge la sua indagine e con cui si confronta, progressivamente sempre meglio, con il suo compagno umanoide. Procede con un metodo fatto di confronti serrati con tutti quelli che hanno a che vedere con l’evento in esame, senza guardare in faccia nessuno, il loro ruolo sociale, il loro potere; formula delle ipotesi, anche strampalate, a volte persino contestabili dal lettore. Vien voglia di dirgli: “Fermati, stai facendo una sciocchezza”. Ma lui va dritto per la sua strada: comunque queste ipotesi, questi colloqui, anche se portano a vicoli ciechi, danno sempre qualche informazione in più, anche le smentite servono per riorientare il cammino. E poi ci arriva, alla conclusione. Sempre. Ci arriva in tutte le 4 inchieste che Asimov ci fa seguire passo dopo passo, pervenendo a conclusioni sempre sorprendenti. E Daneel, da robot umanoide di cui diffidare, diventa un amico per cui provare affetto e mancanza quando ci si allontana. Daneel smette di diventare una spalla, ma cresce sempre più il suo ruolo di ispiratore e protettore. Nella Bibbia il profeta Daniele (Dio è giusto) è l’autore del Libro omonimo, e viene considerato il quarto profeta del Vecchio testamento, l’ultimo prima di Cristo. Daneel Oliwav conferma e favorisce anche il desiderio che Elijah cova dentro di sé, di uscire dagli abissi d’acciaio, sentire sulla pelle il calore del sole nudo, la frescura del vento, il bagnato della pioggia, l’urlo del tuono dei temporali. Così Elijah promuove, in vecchiaia a tempo pieno, la seconda colonizzazione, che sarà portata avanti anche da suo figlio Ben. La migrazione sarà provvidenziale per i terrestri, con il loro pianeta pian piano destinato all’inabitabilità. Scoprite da soli il perché.
Se Baley è il primo, o uno dei primi personaggi delle saghe di Asimov con uno spessore particolare da protagonista, l’ultimo, alla conclusione delle saghe, che le ricomprende tutte e apre la strada a storie non raccontate di una futura, diversa, organizzazione della Galassia, è Goran Trevize. Trevize nasce nella prima Fondazione, di cui è ufficiale dell’esercito e membro eletto del Parlamento. Per tutti i due libri che ci raccontano le sue vicende Asimov ci mostra il suo carattere, in maniera quasi caricaturale, il carattere che né Seldon né Baley si permettono di avere: quello di un maschio tradizionale a tutto tondo. Bello, giovane, sbruffone, spaccone, sciupafemmine, battagliero, deciso, arrogante al limite dell’antipatia, audace ma scaltro, pian pianino si scopre che il futuro della Galassia è nelle sue mani. Chi lo ha scelto è un intero pianeta, Gaia, che gli conferisce, pian piano, senza farglielo sapere, il potere di fare la scelta decisiva sul futuro del governo della Galassia, della sua configurazione organizzativa. Asimov gli fa correre molte avventure attraverso la Galassia e i pianeti che noi conosciamo già, perché su alcuni di loro si sono già svolte le puntate precedenti…
Questo pellegrinaggio parte da Terminus. Trevize, infatti, viene mandato in esilio dalla sindaca del Pianeta che ospita la Fondazione per evitare di essere giustiziato, con l’incarico ritenuto impossibile, di trovare la Terra. Viene per questo accompagnato da Janov Pelorat, archeo storico vecchieggiante e mite, uno studioso che cerca da una vita la documentazione per trovare la Terra, la cui memoria ormai si è perduta. Avevano inizialmente pensato di passare per Trantor, per consultare la biblioteca imperiale alla ricerca proprio di antiche testimonianze della Terra. Ma Trevize evita la ex capitale dell’Impero ormai in rovina e si cimenta, a bordo di una nuovissima nave spaziale antigravitazionale, la Far Star, in una vera e propria caccia al tesoro attraverso pianeti da nomi suggestivi: Gaia, Comporellen (già Baleyworld, il primo della nuova colonizzazione) Aurora, Solaria, Melpomenia, Alpha, alla ricerca di tracce, indizi sull’ubicazione della Terra. Man mano che il viaggio prosegue l’astronave si popola. Su Gaia si imbarca Bliss, una giovane donna gaiana che si innamora, ricambiata, di Pelorat e che ha una sua precisa identità ma che è pure Gaia, per una interconnessione mentalica permanente e potente con il suo pianeta che è parte della sua stessa vita. Nonostante la differenza d’età Bliss/Gaia e Pelorat fanno coppia fissa e molto utile per trovare al fine, la Terra.
Dopo un’avventura pericolosa su Solaria entra a far parte dell’equipaggio anche il piccolo/la piccola Fallon, trovato su Solaria e salvato da morte sicura, ermafrodita in grado di sviluppare dei poteri mentali diversi dal solito e molto potenti: mentalistica e telepatia diventano così strumenti importanti per la nuova armonia della Galassia… Dopo varie storie che si intrecciano con quelle passate, finalmente, grazie a piccoli indizi e alla grande capacità di tutti e 4, arrivano sulla Terra, ma non possono atterrare. La Terra è pericolosa. Sbarcano sulla Luna e con grande sorpresa scoprono che è ancora abitata. Da R. Daneel Olivaw, il robot costruito migliaia di anni prima da Fastolfe e Sarton, l’amico di Baley che, grazie ai suoi poteri telepatici, è riuscito a tener insieme la galassia per tutto questo tempo applicando al meglio le tre leggi della robotica assieme alla quarta, la Legge zero, e che ha contribuito pure lui, con la sua influenza mentale, a far sì che Trevize fosse il prescelto per far ripartire il destino della Galassia verso una nuova organizzazione coerente... Ma è anche per lui l’ora di chiudere con questa storia. Grazie alla scelta di Trevize sul futuro della Galassia come Gaia, rete di pianeti e di esseri viventi interconnessi sul modello di Gaia, il pianeta di Bliss, la Galassia non sarà più governata da un Impero con un modello piramidale, feudale, con un imperatore al vertice e tanti governatori con poteri illimitati nelle loro zone di influenza, ma si reggerà su un modello complesso a rete, in cui tutti gli esseri viventi avranno vita autonoma alla pari su tutti i pianeti e sarà sempre più possibile interconnettersi fra loro dentro e fuori nello spazio cosmico e diventare un organismo unico: la Galassia, un unico sistema vivente, l’unico modo per provare a vivere in pace, in collaborazione e non in competizione.
Il grande astrofisico italiano Franco Giovannelli a volte inizia le sue conferenze con una frase: “Gli esseri viventi sono strutture attraverso le quali passano materia ed energia. È noto che nell’Universo passano materia ed energia. L’Universo è un essere vivente”.
Anche Asimov lo sapeva.