Colazione, pranzo, cena e, perché no, per qualcuno il dolce anche post pasto è una coccola irrinunciabile. Me compresa.
Il problema del dolcetto serale è sempre lo stesso: lo zucchero. Per qualcuno è una questione di sensi di colpa, per altri una scusa per aggiungere un giorno di palestra alla settimana, per qualcuno di principio e per molti purtroppo di salute.
Poco tempo fa mi sono imbattuta nel Miracle Fruit (o Miracleberry), una pianta dai bellissimi fiori bianchi della famiglia delle Sapotaceae originaria dell’Africa occidentale, le cui bacche rosso sangue (apparentemente insapori) sono ricche di “miracolina”, una glicoproteina rarissima dagli effetti straordinari.
Nonostante in Africa questo frutto fosse consumato abitualmente, dagli occidentali è stato scoperto intorno alla metà del 1700 e ancora oggi non è molto conosciuto.
La miracolina agisce sui recettori del gusto, trasformando tutto ciò che percepiamo come acido o amaro in dolce. Per godere appieno degli effetti basta porre una piccola dose sulla lingua e lasciarla agire per alcuni secondi, facendola girare bene su tutta la superficie della nostra bocca.
L’effetto può durare sino a un’ora dall’assunzione della bacca.
Detto questo, una volta assunta non significa che sia possibile mangiare tutti i limoni che abbiamo in casa; anche se illude la nostra percezione di acido, non ne cancella l’acidità e abusare di alimenti che solitamente mangeremmo in piccole dosi non farebbe bene al nostro organismo.