Il Canto dell'Eros è il titolo della mostra di immagini tra il sacro e l’erotico che si inaugura a Bologna, in occasione di ArteLibro, il 20 settembre presso la Galleria B4 fondata da Giorgio Celli nel 2011. Autrice delle tavole pittoriche esposte è l’artista di origine metà spagnola metà italiana Octavia Monaco, i commenti narrativi alle sue opere sono invece dell’autrice Costanza Savini.

Sul tema dell’Eros in mostra sono esposte una ventina di tavole in bianco e nero e rosso-sangue dove le immagini, i simboli raffigurati, nonché lo stesso segno pittorico utilizzato dall’artista, appaiono come sospesi tra un'art nouveau quasi marziana, per decenni e decenni più avanti di noi, e la pittura giapponese del periodo Edo, quella di Hokusai in particolare. Così reminescenze del pensiero orientale antico - dalle suggestioni filosofiche dell’India a quelle della Cina - e pensiero cristiano ortodosso, attraverso la pittura sembrano entrare in relazione tra loro fondendosi in una sorta di “potente” amplesso mistico e visionario dell’artista.

Ma facendo alcune riflessioni e passando al mondo animale, se per la selezione naturale, motore delle forme di vita terrestri, il sesso domina per il potere della sua “forza”, così la “vista” è leva per il riconoscimento del maschio da parte della femmina, soprattutto negli uccelli, dove il piumaggio maschile si è sviluppato oltremisura innescando, però col tempo, una sorta di corsa autoreferenziale di estetica pura sempre più slegata dalla potenza maschile che vorrebbe rappresentare. Nel mondo vegetale, invece, che pure ci sembra così lontano dai sensi, in realtà le cose non stanno molto diversamente. Infatti se prestiamo attenzione durante la fioritura, attraverso gli impollinatori “forsennatamente al lavoro” sui fiori, possiamo entrare nell’eros vegetale e sentire anche noi il richiamo sessuale di sterminati campi di fiori.

Così nel mondo degli uomini la trance dell’atto d’amore tra due esseri, e in parte in questa direzione sembra collocarsi l’esplorazione artistica di Octavia Monaco, è simile a un mantra ipnotico nel quale il corpo è un tramite, un “medium” tra i diversi strati di coscienza. Per questo quando due esseri si “amano”, scrive Costanza Savini nel catalogo della mostra, in un modo o nell’altro, inevitabilmente, coinvolgono, per emanazione, la sensibilità e la capacità vitale di tutti gli altri, ed eros diventa così quello spazio di fusione tra due individui in cui viene meno ogni senso di “esternità” o alterità: è Hara, ossia centro energetico spirituale dove si realizza l’unione piena e liberatrice e dove la comunicazione tra i due, per emanazione, diventa altresì comunicazione col “mondo” esterno a un livello energetico più ampio e invisibile.

Il Canto dell'Eros non solo, quindi, è una sequenza di immagini potentissime, ma è la “ricerca” portata avanti da Octavia Monaco per realizzare attraverso le sue tavole quella fusione tra Bellezza, Verità e Segreto della Vita che è lo spirito dell’erotismo stesso. La mostra è accompagnata da un prestigioso libro-catalogo con le immagini di Octavia Monaco, i testi di Costanza Savini e gli interventi critici, alquanto singolari di L. Fabi (psicoanalista junghiano), R. Mantini (docente di tantrismo e cabala), M. Magagnoli (saggista) e M. Poltronieri (direttrice del Museo Internazionale dei Tarocchi).

Per maggiori informazioni: www.galleriaB4.it