Oltre alle costose escursioni marine organizzate dai principali hotel sparsi nelle baie di Langkawi, dal molo di Kuah ogni giorno, attorno alle 9 e alle 14, partono i tour verso le isole maggiori dell’arcipelago. In alternativa, i privati offrono lo stesso servizio in modo personalizzato o anche semplici passaggi in lancia a qualsiasi ora.
Pulau Tuba è l’isola montuosa proprio di fronte al jetty, ad appena tre miglia in direzione sud, l’unica ad essere abitata dai nativi, oltre Langkawi. A Pulau Tuba si può scegliere di alloggiare nei bungalow o nelle tende del Sunrise Beach Resort, dotato di piscina, negli chalet del Tok Janggut’s Homestay, oppure nelle case dei pescatori al villaggio, soluzione che rappresenta anche un’ottima opportunità per vivere a contatto con la quotidianità degli abitanti. Nel prezzo sono inclusi tre pasti al giorno.
Dall’attracco, nella parte orientale, una pista polverosa fa il giro dell’isola parallela alla costa, segnata da qualche appartata spiaggetta accessibile tra le rocce. Un percorso ideale per gli amanti del birdwatching, con la possibilità d’incontrare altre strane creature terrestri e marine. Se si desidera tornare in giornata, all’arrivo a Kuah è consigliabile organizzare il ritorno in barca. Oltre il canale, ad ovest si estende l’affascinante Pulau Dayang Bunting (“isola della vergine incinta”), la seconda isola per estensione dell’arcipelago. Approdati al piccolo pontile, nel versante meridionale dell’isola a mezzora di lancia da Kuah, vi attende una breve camminata nella giungla lungo un sentiero che termina sulla riva del suggestivo Tasik Dayang Bunting, un ampio lago d’acqua dolce dai poteri miracolosi, meta di pellegrinaggio per coppie che hanno difficoltà ad avere figli: secondo un’antica credenza, legata alla leggenda della giovane Mahsuri, il lago ha la proprietà di rendere fertili le donne sterili che qui s’immergono. Volendo, si può noleggiare un kayak per esplorare il tranquillo specchio d’acqua, racchiuso tra pareti rocciose altissime ricoperte di folta vegetazione. L’altra attrazione dell’isola, sulla costa occidentale, è rappresentata dalla Gua Langsir (“grotta del lamento”), una cavità di oltre 90 metri d’altezza infestata da migliaia di pipistrelli e temuta dimora di spiriti maligni.
È decisamente piacevole trascorrere anche alcune ore sull’arenile in solitudine nei pressi di Kuah, mentre tra il gruppo di isole a sud dello Sheraton Perdana, sulle due Pulau Bumbon, ad appena 10 minuti di mare, si trovano le spiagge migliori.
Pulau Payar Marine Park
Venti miglia a sud di Kuah, sulla rotta di Penang, s’incontrano i quattro isolotti che formano il bellissimo parco marino raccolto attorno alla verde e rocciosa Payar, un’isola lunga un paio di chilometri a forma di uncino, con sabbia e fondali bassi che dalla baia lagunare si estendono all’affilata punta meridionale. Il parco, fondato nel 1985, è privo di corrente elettrica ed è disabitato, ad eccezione di alcuni ufficiali in servizio nella bella casa posta tra il pontile e l’area dei barbecue. Non esistono alberghi e la miriade di turisti che qui giungono ogni mattina fanno ritorno a Langkawi in giornata. Tuttavia, ai più caparbi è concesso di soggiornare in tenda previa autorizzazione del Fisheries Department di Alor Setar (tel. 04-7325573).
Sdrai e ombrelloni colorati sono posti su un muretto a bordo spiaggia, a pochi passi dalle legioni di piccoli squali pinna-nera che giungono fino a riva per nuotare curiosi tra le gambe dei turisti. Nei punti più strategici, anche lungo i due sentieri che si snodano all’interno dell’isola, si possono trovare gazebo, tavoli per pic-nic e toilette. L’attrazione principale rimane però la grande piattaforma galleggiante detta Langkawi Coral, una chiatta coperta di 50x15m adagiata sulle calde acque cristalline dai colori dei tropici, dotata di un tunnel sottomarino che consente di calarsi nel regno degli abissi senza bagnarsi. Fornita pure di ristorante, snack-bar e sun-deck per abbronzarsi, la piattaforma è anche la base per le escursioni con barche dalla chiglia panoramica, per praticare snorkeling e fare immersioni nei giardini che ricamano i fondali del parco, considerati tra i più ricchi di specie coralline del paese.
I siti marini più interessanti, a una profondità che varia da 5 a 18-20 metri (ma una visibilità non superiore ai 15m), sono Coral Garden (punta sud di Payar); Grouper Farm (costa est di Payar); Pulau Kaca (a nord dell’isola omonima) e Pulau Segantang, 13km a sud di Payar, dove barracuda, squali e grosse cernie sono comuni. La pesca è severamente proibita.
Tra le compagnie che organizzano escursioni giornaliere al Pulau Payar Marine Park, la Langkawi Coral, con gli uffici all’interno del Ferry-Terminal di Kuah, nel prezzo include il trasporto da/per l’albergo, il vitto, la sosta sulla piattaforma, oltre a maschera, pinne e boccaglio. Il viaggio da Kuah a Payar può durare 50-90 minuti, dipende dal mezzo e dalle condizioni del mare.
Come arrivare a Lankalawi
Da Penang in 2.30 ore di viaggio gli affilati traghetti della Ekspres Bahagia e della Langkawi Ferry Service vi conducono a Langkawi, 100km più a nord, via Pulau Payar. C’è anche un volo MAS che collega le due isole quotidianamente. Tuttavia, le porte d’accesso più comunemente usate sono via Kuala Kedah e Kuala Perlis, lo stupendo kampung ayer adiacente al confine Thai. Da entrambe le località, una decina di comode e veloci lance fanno la spola ogni giorno con l’arcipelago a partire dalle 8. Il viaggio dura rispettivamente 75 e 45 minuti; scegliendo un mezzo privo d’aria condizionata onde evitare il congelamento. Per raggiungere le due località, da Penang si deve prima attraversare lo Stato del Kedah, definito “la scodella di riso della Malesia” grazie alle sconfinate risaie che si perdono all’orizzonte.
Infine, sulla via del nord merita una visita Alor Setar (pronuncia “Alor Star”), per il museo DiRaja (1936) e il Balai Besar (1898), entrambi costruiti fondendo gli stili britannico e thai, la moschea Zahir e il mercato del Pekan Rabu Bazar.
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