È l’emozione dell’alba, la sensazione che qualcosa di avventuroso e avvincente stia per cominciare, il brivido che si impossessa di chi osserva i resti di Alba Fucens. Resti e non rovine, poiché le tecniche di costruzione romane antiche hanno reso possibile il fatto che tutte le strutture costruite resistessero al tempo e ai terremoti che hanno stressato la zona.
Alba Fucens è una cittadella di diritto latino sita in Abruzzo, poco lontana da Avezzano, nel territorio de l’Aquila, territorio in cui i romani riuscirono a penetrare nel IV secolo D.C.. A muoversi tra le sue strade si ha la sensazione che il tempo non sia mai passato, perfettamente conservata come è conserva intatte le caratteristiche che oggi la rendono uno dei poli archeologici e turistici di maggior pregio dell’Italia Centrale.
Solo due edifici sono stati distrutti dal tempo, uno dei quali, il Tempio di Ercole dedicato al rito della nascita del sole. La posizione della cittadella alle pendici del monte Velino ha fatto sì che questa fosse un luogo privilegiato per l’osservazione dell’alba, fenomeno naturale da sempre accompagnato da miti e leggende e che per le antiche popolazioni aveva un valore mistico e divino.
La struttura di Alba Fucens prevede mura esterne sono caratterizzate da massi poligonali e si estendono per circa tre chilometri e un’unica torre di sorveglianza, da cui controllare i movimenti intorno la cittadella. Caratteristica dell’epoca romana il teatro, le terme, il comizio e il diribitorium per le faccende politiche, un foro, una basilica costruita sotto Silla, una costruzione funeraria, il santuario di ercole, l’acquedotto e l’anfiteatro per gli spettacoli dei gladiatori.
La sorpresa più bella è certamente all’interno delle terme, dove è possibile ancora oggi ammirare delle opere musive che hanno caratterizzato le pavimentazioni, stupefacente, poi, l’opera di ingegneria presente nella stessa struttura. Un complesso sistema di tecnologia avanzata permetteva di non sprecare l’acqua dopo il passaggio nelle vasche, ma di canalizzarla e di sfruttarla per la lavanderia.
Ad Alba Fucens il mito dell’alba comincia ad appartenere a tutti coloro che sanno scovarne la magia, nascosta tra le pietre levigate, squadrate e incastonate perfettamente tra di loro, una leggenda senza fine che sembra continuare ad alimentare la forza e il desiderio degli uomini e delle donne che abitarono quelle case in attesa di un loro ritorno.