Seguendo la litoranea da Pantai Kok verso ovest, si scende dal promontorio dove incontriamo il villaggio di Mutiara Burau Bay, con un centinaio di bungalow affacciati sulla baia attigua di Burau, decisamente incantevole. Qui le palme da cocco sono tornate a ornare il paesaggio. Piacevole atmosfera verso l’imbrunire nel Seashell Beach Cafe, con personale accogliente che serve cocktail rinfrescanti, ma anche eccellenti piatti di mare. Nel praticello attorno alla piscina vive una rara specie di lucertola, chiamata “butterfly” (Leiolepis belliana), presente solo alla foce del Mekong e nello Stretto di Malacca.
Sul lato opposto della baia, ai piedi di un monte verdeggiante si espande l’esclusivo 5 stars Barjaya Langkawi Beach & Spa Resort, il più grande complesso alberghiero dell’isola, con 502 camere, suite e chalet a palafitta sul mare, una stazione termale in stile giapponese e 7 tra caffetterie e ristoranti, compreso il recente Mizumi Japanese Restaurant.
Per consumare ottimo cibo tipico e con poca spesa, entrate al 7 Wells Restaurant, un piccolo locale a conduzione famigliare situato in angolo della strada per Teluk Datai. Pollo e pesce cucinati alla casereccia, preferibilmente su prenotazione: ottimo il rapporto qualità/prezzo. Sempre nel centro, ma spostato su una lieve altura, ottima cucina anche all’animato Idaman Bay, il ristorante sopra la piscina che serve piatti piccanti in stile thai. La cena si può consumare anche nella balconata a palafitta del bar, costruita sul fiume in prossimità del mare. Se è giunta l’ora di un buon pasto italiano, c’è Lorenzo, il simpatico titolare del Mare Blu, con le sue tovaglie a quadretti stese sul lungomare del Telaga Harbour Park, ad est di Kok. A pochi passi, il ristorante russo USSR e la churrascaria Bom Brazil. All’Oriental Village non perdetevi la squisita cucina cinese del Fook Look, accompagnata da performance di teatro orientale, e quella malese tradizionale del Seri Melayu, serviti da amabili cameriere secondo i canoni dell’affascinante ospitalità locale, con eguali esibizioni artistiche popolari.
La costa settentrionale
Da Pantai Kok prendete la ‘federal road’ n.113 che prosegue verso la costa settentrionale ed al primo grosso bivio, dopo 6-7 km, girate a sinistra per il Datai Bay Golf Club. Sulla via incontrate presto la fattoria del Taman Buaya, con un migliaio di coccodrilli e due show al giorno, l’edificio dell’Ibrahim Hussein Museum, una grande galleria d’arte e cultura dedicata a uno dei più famosi artisti malesi contemporanei, e le cascate di Temurun (“Ancestrali”), all’altezza della tristemente famosa spiaggia di Pasir Tengkorak (“Spiaggia del Teschio”), così battezzata per l’alto numero di vascelli affondati sulle sue coste.
La strada termina poi nell’appartata Teluk Datai, una scenica conca condivisa da due lussuosi hotel a 5 stelle: l’estremità ovest è riservata al superbo The Datai Langkawi, classificato tra i più esclusivi al mondo, con stupendi chalet a palafitta sull’acqua noti alle celebrità del jetset internazionale, mentre sul lato opposto della baia si trova la spiaggia privata dell’Andaman, con le sue magnifiche ville in legno e una stupenda piscina inserita nel contesto naturale del giardino, tra sabbia, foresta e i campi rasati del Golf Club.
Nella serie di villini che compongono i centri benessere dei rispettivi resort, il The Mandara Spa e il Jamu Nature Spa, è possibile effettuare diversi trattamenti estetici: come nella più antica tradizione orientale, vengono usate creme e oli derivanti dalle spezie e dai fiori. Due-tre miglia al largo, alle spalle della piccola Pulau Anak Datai, fanno da degna cornice onirica le isole tailandesi di Terutao, La-Dang e Rawi.
Tornati sulla 113, dopo altri 5-6km si giunge al bivio di Teluk Ewa, una lingua di sabbia recisa dal polveroso molo per navi cargo. Poco ad est s’incontra la Pantai Pasir Hitam, curiosa spiaggia d’arena cinerea ricca di polvere di stagno, che si allunga verso Pantai Teluk Yu (“Baia degli Squali”), dove la costa torna ad essere priva di pigmentazione scura e i turisti si tuffano dal vecchio e pittoresco pontile. Nei pressi, il Craft Cultural Complex offre una vasta scelta di souvenir e oggetti artigianali fatti con conchiglie e marmo locale.
Tanjung Ruh
Ancora una manciata di chilometri tra terre palustri e la strada giunge al capolinea della grande e isolata Tanjung Rhu, nota anche come “Casuarina Beach” per l’abbondanza di quest’albero nella zona. L’unico albergo della vasta baia, situata 22 km a nord di Kuah, è il 5 stelle Tanjung Rhu Resort, mimetizzato tra il verde di una natura selvaggia e aperto su un bella spiaggia dorata, con 135 eleganti abitazioni dai nomi esotici, alcune grandi fino a 100 mq, una sfarzosa piscina di 60 m, un centro equestre e quattro ristoranti. Come il Datai e l’Andaman, anche il Rhu è molto richiesto per romantici viaggi di nozze.
La spiaggia pubblica inizia cento metri più a nord, a tratti mista a sassolini, dove durante la bassa marea si riesce a camminare fino alle vicine isole di Pasir e Gasing. Raccolti attorno all’imbarcadero, bancarelle ristorante e pescatori che propongono l’escursione in barca lungo i canali salmastri avvolti da intricate foreste di mangrovie: l’acqua bassa e fangosa a volte rende il tragitto particolarmente lento, ciò consente di osservare meglio l’ambiente circostante, popolato da numerose scimmie e iguane. Non perdetevi la visita alla Gua Cerita (“Grotta delle Leggende”), sul versante nord della penisola raggiungibile solo via mare e salendo poi una scala di bambù. “Abitata” da spiriti malvagi e migliaia di pipistrelli, le pareti al suo interno custodiscono antiche iscrizioni coraniche.
Ritorno a Kuah
Il giro dell’isola in senso orario si completa continuando a seguire la ‘federale’ 113, che dalla rotatoria di Padang Lalang torna a Kuah verso sud-est, passando per le sorgenti termali di Telaga Air Hangat, in cui è stato costruito un simpatico parco a tema, che narra delle divinità e della furiosa lite a colpi di pentole e sughi che generò l’origine di tanti luoghi dell’isola, compresa la fonte. Inserito nei tour di viaggi organizzati, ogni giorno si svolgono spettacoli di danza tradizionale, thai boxe e c’è pure un ristorante. Sempre sul lato destro della strada, poco più avanti trovate la dissestata laterale di 3 km, diretta alle modeste cascate di Durian Perangin, e i campi del Gunung Raya Golf Club.
Sul lato opposto c’è, invece, la Galeria Perdana, che raccoglie migliaia di regali e premi ricevuti dall’ex Primo Ministro Dr. Mahathir, e appresso, l’interminabile e suggestiva passerella tra la foresta di mangrovie che conduce allo sfarzoso Barn Thai Restaurant: piatti dai sapori piccanti e musica jazz dal vivo. È l’unico a cucinare i piccoli mudskipper, anfibi del fango che vivono in acque salmastre ai piedi delle mangrovie. Dopo la curva, in 10k m si arriva a Kuah. Vale assolutamente la pena salire sul Gunung Raya: 12 km di piacevole strada panoramica, il cui transito costa pochi centesimi.
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