Il vulcano conosciuto da tutti come Monte Etna è sicuramente famoso in Europa e nel resto del mondo, non solo perché è uno dei vulcani più attivi, anzi possiamo dire che è costantemente attivo, ma anche perché rappresenta una intera regione, un’isola che ha una storia millenaria e nell’immaginario collettivo viene idealizzata come un luogo di vacanza, con il sole che risplende tutto l’anno, con aree archeologiche da visitare e prelibatezze locali da degustare.
La gente ha da sempre voluto vivere alle pendici di questo gigante, anche se il pericolo è costante, forse per un senso di amicizia, di rispetto, quasi di venerazione ancestrale, e la prima tra tutte è, ed è stata Catania, un gioiello incastonato tra il mare e la bocca del vulcano.
La storia ci ricorda che dal diciottesimo secolo, Catania è stata la seconda città più importante della Sicilia, soppiantando Messina in tal senso. Sottoposta al volubile temperamento dell'Etna, Catania è stata danneggiata da colate laviche e terremoti in diverse occasioni. Un'eruzione vulcanica particolarmente distruttiva nel 1669 fu seguita da un grave terremoto nel 1693. Fondata dai Siculi e colonizzata da Greci provenienti da Naxos nel 729 a.C., Catania fu conquistata dai Romani nel 263 d.C., diventando infine la città più prospera della Sicilia romana. Tuttavia, le prove archeologiche indicano la presenza dell'uomo nell'area durante la prima età del bronzo (2200-1400 a.C.). Nel Medioevo era ancora un porto importante, sebbene meno prominente di Messina. Fiorì fino al 1169, quando fu quasi completamente distrutta da un terremoto particolarmente violento. A seguito di questa catastrofe, Catania fu gradualmente ricostruita.
A rendere l’idea di quanto la città fosse importante in epoca romana, ci pensano i due anfiteatri che hanno una capienza ampia anche ai nostri giorni. Il più piccolo, in Via Vittorio Emanuele, vicino a Piazza San Francesco d'Assisi, fu costruito su un precedente teatro greco ed è aperto al pubblico. Si dice che abbia ospitato fino a 6000 spettatori, coadiuvato dal vicino Odeum, un teatro molto più piccolo, che poteva contenere circa 1300 persone. Un anfiteatro più grande, più vicino al centro commerciale in Piazza Stesicoro, all'incrocio tra Via Etnea e Corso Sicilia, è una struttura completamente romana costruita nel II secolo d.C. La piazza, per inciso, prende il nome da Stesichorus, un poeta greco che visse a Catania nel VI secolo a.C. Ora situato al di sotto del livello del suolo e solitamente chiuso, questo vasto complesso probabilmente ospitava circa 14.000 spettatori. Oggi solo una piccola parte è visibile. Con la sua vasta rete sotterranea di passaggi e alcove, ricorda il Colosseo romano.
Il Castello Ursino, situato in Piazza Federico di Svevia, era una fortezza costiera prima che le eruzioni vulcaniche estendessero la costa, e nacque all’interno del progetto difensivo delle coste orientali siciliane. Questo castello fu costruito dall’architetto Riccardo da Lentini, che lo volle simbolo dell’autorità e del potere imperiale per ordine dell'imperatore Federico II di Svevia nella prima metà del XIII secolo e successivamente modernizzato alla maniera di quelli di Messina, Taranto e Bari. Ora è un museo aperto al pubblico. Una particolarità che troviamo sono i graffiti dei carcerati, centinaia di graffiti che riempiono i muri e gli stipiti di porte e finestre di tutti gli ambienti del piano terra, e anche il cortile interno, ricordano il lungo periodo in cui il maniero fu adibito a carcere tra il 1500 e il 1600; disegni, incisioni, iscrizioni scrivono per i posteri una piccola pagina di storia.
La Cattedrale di Sant’Agata, santa patrona della città, è il luogo di culto più importante della città, sebbene sia stata ampiamente ricostruita su modelli barocchi e neoclassici; la parte più antica della cattedrale (duomo) fu costruita nel 1092. Vi sono sepolti diversi personaggi reali, tra cui Federico III d'Aragona e la regina Costanza, moglie di Federico IV. Fu durante il periodo aragonese che Catania iniziò a competere con Messina per diventare la città più importante della Sicilia orientale, e un punto di riferimento per gli isolani della zona est.
Ma la vera icona di Catania è la fontana dell’elefante che è legata a una leggenda popolare relativa a un fantomatico personaggio aspirante vescovo che si spostava con un elefante da Catania a Costantinopoli; in realtà la fontana e il relativo elefante non hanno una origine certa eccetto per il fatto che effettivamente il legame tra elefante e la città viene più volte menzionato in varie storie, leggende e racconti a partire dalla sua fondazione, che narra dell’intervento di un pachiderma che avrebbe cacciato animali feroci che ostacolavano la messa in opera delle prime pietre. Tuttavia versioni più recenti coadiuvate da ritrovamenti di fossili fanno trapelare che effettivamente in zona vi fosse qualche specie di elefante o animale simile, ad oggi estinto.
La maggior parte delle ampie strade e dei maestosi palazzi di Catania furono costruite durante il XVIII secolo, in coincidenza con lo sviluppo borbonico di Napoli, e la somiglianza architettonica tra le due città è sorprendente. Che entrambi fossero continuamente minacciate dalle eruzioni vulcaniche è un'ulteriore somiglianza, sebbene l'Etna sia più grande e più attiva del Vesuvio. Una differenza ovvia si vedrà nella grigia pietra vulcanica usata per costruire gli edifici catanesi; questa particolarità è tale che alcuni visitatori ritengono che dia alla città un aspetto sinistro.
Fu durante il periodo di ricostruzione del diciottesimo secolo che famiglie nobili provenienti da tutta la Sicilia orientale iniziarono a costruire palazzi a Catania. Iniziò così una rivalità sociale ed economica con Palermo che continua ancora oggi. Una delle differenze essenziali tra le città è che mentre Catania è un po’ più industriale, Palermo rimane il centro amministrativo della Sicilia. Sebbene non sia prontamente evidente al visitatore occasionale, le due città differiscono l'una dall'altra per molti differenti aspetti. Catania è certamente meno caotica di Palermo, molte strade e piazze sono un po’ più luminose e anche i residenti sono più aperti e più intraprendenti.
Nonostante la sua imponenza barocca, la città non è frequentata dal numero di turisti che affollano Palermo, Siracusa e Taormina, la maggior parte dei quali trascorre qui solo breve tempo viaggiando verso l'Etna o Siracusa. Questo è un peccato perché, come Messina, Catania ha molto da offrire a coloro che vogliono scoprire i suoi tesori storici. Anche durante un breve itinerario, questa città speciale mostra bellezza e qualità forse inaspettate.