Cosa si cela dietro quella magrezza a volte esasperata degli sportivi professionisti e di tutti quegli sportivi dove il rapporto peso potenza ne fa da padrone? Sicuramente regimi dietetici veramente rigidi, sacrifici e costanza negli allenamenti sono alla base, ma facciamo un passo indietro. Sappiamo già tutti che il nostro corpo funziona in maniera molto complessa e ogni singolo processo è altamente orchestrato e volto a recuperare l’omeostasi.
Partendo dal concetto di bilancio energetico, esso è il bilancio tra energia in entrata e energia utilizzata per le funzioni cellulari, ovvero le funzioni d’organo. Quindi esso è una condizione di equilibrio di ciò che entra nel nostro organismo e ciò che noi consumiamo/spendiamo, in termini di energia. In ogni caso, la condizione ottimale è una condizione in cui c’è un equilibrio tra ciò che mangiamo e ciò che spendiamo; questo è difficilmente realizzabile, ci sarà sempre quindi un bilancio che sarà positivo o negativo a seconda di quello che noi introduciamo. Esistono poi dei meccanismi a breve e lungo termine in grado di portarci in pari con il bilancio energetico ed andando ad agire sulla spesa energetica, cioè in grado di farci spendere un eventuale eccesso di calorie rispetto a quello che è l’introito. Chi dice al nostro corpo quante calorie spendere? Tramite quale regista questo processo di spreco calorico viene diretto?
All’inizio degli anni 2000 svariati studi furono svolti per capire la reale funzione delle cosiddette UCP, o uncoupling protein (proteine disaccoppianti). Il compito di queste proteine, nella cellula muscolare, è di aumentare la spesa energetica sotto forma di calore liberandosi così di tutto quel deposito adiposo inutile. Sono note tre isoforme di proteine disaccoppianti UCP1, UCP2, e UCP3. UCP 1 è espressa principalmente nel tessuto adiposo bruno ed è responsabile della termogenesi di questo tessuto; UCP2 è l’isoforma più espressa e si trova nel muscolo scheletrico, nel tessuto adiposo, nel cuore, nei polmoni, nei reni, nel fegato e nel pancreas; UCP3 è localizzata nel tessuto muscolare scheletrico, cardiaco e adiposo.
Ritornando alla loro funzione principale: il loro compito è quello di aumentare i consumi energetici attraverso un disaccoppiamento a livello dei mitocondri (le “centrali energetiche” delle cellule) tra energia chimica indotta con gli alimenti e trasformazione in ATP (adenosina trifosfato). In numerosi studi si evince però che tali modifiche vengono indotte da un lavoro intenso e prolungato! Non quindi un lavoro intenso e breve o blando e prolungato. I professionisti delle attività endurance riescono a mantenere livelli di attività molto elevati per tempi prolungati quindi ne consegue che avranno un’attivazione maggiore di quelle che sono le UCP. Questo spiega come mai atleti di livello elevato che svolgono lavori di intensità restano sempre molto magri e tonici.
Co-protagonista nel processo di dimagrimento è l’adiponectina, esso è un ormone proteico che agisce sulle cellule adipose e viene secreto quando la quantità di grasso presente negli adipociti incomincia a scendere, quindi il suo compito è quello di leggere le scorte di grasso disponibili, stimolando ulteriormente le UCP, per permetterci di aumentare lo spreco energetico e farci dimagrire. Sicuramente ogni forma di attività fisica apporta dei benefici tanto da venir prescritta come farmaco, sia come strumento di prevenzione, che nei suoi effetti più “acuti” ma se volete avere un corpo magro e scattante inserite nei vostri programmi delle variazioni di ritmo e intensità in generale; il nostro organismo ha bisogno di stimoli nuovi per migliorare sia da un punto di vista prestativo che estetico-funzionale.