Talvolta si è portati a pensare e credere che vi è una differenza sostanziale tra l’Amore Divino e l’amore tra il genere umano. Francamente su questo dissento anche se rispetto le opinioni altrui. Sovente ci viene spiegato che ci sono varie vie per andare verso l’amore che trascende verso il Divino ed ognuno di noi ha una sua ricetta per raggiungerlo.

Ma come si può spiegare l’amore? Se l’amore, come sosteneva Albert Einstein, non può essere spiegato e come si può pensare di saper distinguere l’Amore Divino da quello non divino?

Non può esistere un amore non divino perché non è amore e, come diceva Massimo Troisi, “pensavo fosse amore invece era un calesse”. In questo caso è semplicemente la sua assenza.

L’Amore Divino è già dentro di noi, in ogni nostra cellula, in ogni nostro spazio vibrazionale, in ogni nostro corpo etereo che diventa materia. È l’anima del nostro cuore. Il soffio, la parte vitale di ognuno di noi che anima il corpo fisico e consente allo Spirito di portarci in connessione con l’Amore Divino e, con questo, verso quell’Amore che non ha un nome: Dio.

Dovremmo semplicemente imparare non una ricetta che ci viene proposta dall’esterno o da chi si erge a “maestro” ma percepire ciò che è dentro di noi. Dentro il nostro cuore che ha in sé l’anima dell’amore.

Nessuno può indicarci la strada per conoscere l’Amore Divino. Non può esserci qualcuno che può trasportarci a livello dell’amore perché l’unica cosa possibile è entrare dentro il nostro cuore e prenderci cura di noi.

Cerchiamo l’amore fuori di noi come se il valore del nostro “essere amore” avesse bisogno di conferme esterne, oppure, pensiamo di poter dare amore agli altri prima di percepire l’amore in noi stessi. Come possiamo pensare di darlo agli altri se non conosciamo quanto è grande quello che abbiamo dentro noi stessi.

Bisogna svegliare noi stessi per poterlo dare prima a noi perché per poterlo donare agli altri dobbiamo prima entrare in connessione con la vibrazione del nostro esistere e ascoltare il nostro cuore.

Come? Anche qui non esiste una ricetta ma bisogna imparare a darsi valore. Smontando tutti i modelli auto-limitanti, auto-boicottanti, smettendo di far emergere continuamente il nostro “giudice interiore” che ci bacchetta per ogni cosa facciamo diversa dai modelli che ci sono stati installati da chi e da dove siamo cresciuti, dai credo religiosi, dai guru, dagli apprendisti stregoni, ecc.

Bisogna trasformarci smettendo di giudicarci, smettendo di credere che l’amore è qualcosa fuori di noi, che gli altri possono darci. Imparare a vederci come “esseri speciali” e così saper poi ricevere e dare quell’amore divino offerto e ricambiato.

Quella che vi sto descrivendo, ovviamente, non è una verità ma la percezione di quello che in oltre venticinque anni di kinesiologia ho avuto modo di verificare. Ci ritroviamo dentro dinamiche che provocano la sofferenza semplicemente perché non amiamo abbastanza noi stessi. Perché non entriamo in connessione con l’anima del nostro cuore che è l’Amore Divino che fa di noi Essere Divini.

Sovente chi si avvicina a poter scoprire se stesso e si rivolge al kinesiologo o ad altri terapeuti è già in una condizione in cui il suo benessere interiore ed esteriore è in frantumi. Le somatizzazioni sono ormai una compagnia quotidiana che spesso provoca la rassegnazione e si pensa che sia dovuta al destino. Ma nessun destino è prestabilito. Semplicemente bisogna svegliarsi e agire per ritrovare se stessi, per tornare a vivere dentro e fuori.

La stragrande maggioranza è dentro dinamiche che per anni li hanno visti lasciarsi demolire da ciò che dall’esterno credevano fosse amore. Da dinamiche inconsce nate da momenti di difficile gestione emozionale che sono diventi elementi sotterranei che lavorano e fermano il benessere, che producono zavorra che impedisce di progredire nei settori in cui maggiormente potremmo avere successo. Tutto questo è legato alla mancanza di amore verso se stessi eppure noi siamo amore divino che non sappiamo esserlo.

Sì, per conoscere l’Amore Divino dobbiamo cercarlo dentro noi stessi. Percepirlo, conoscere noi stessi, amarsi amando noi stessi per poterlo donare a chi sentiamo di poter amare con lo stesso trasporto per noi stessi. Significa avere “fede” che, tradotto, equivale in credere in se stessi.

La “fede”, in questo caso, è qualcosa di individuale che non possiamo delegare ad altri per svegliarla. Allora bisogna avere fede nella certezza che l’Amore Divino è già dentro di noi e che niente e nessuno può portarcelo ma siamo noi che dobbiamo cercarlo su quel livello di sensazioni che il cervello del nostro cuore può comunicarci.

A cosa serve andare dal kinesiologo o da altri operatori? A far sì che ci stimolino ad entrare dentro noi stessi senza che abbiano la presunzione di raccontarci loro cos’è l’amore, come si vive l’amore, perché otterremmo un ulteriore danno passando da una percezione di un amore che aspettiamo dagli altri di cui magari ci innamoriamo a quella del dipendere da chi ha la presunzione di illuderci che può condurci verso quell’amore divino che invece è già dentro di noi.

Il terapeuta, l’operatore olistico deve semplicemente aiutare ad andare alla scoperta di tutto ciò che è già dentro di noi perché se vogliono insegnarci cos’è l’amore, come si vive l’amore, che questo lo puoi trovare fuori di te, rischi di essere dentro un altro inganno ancora maggiore di quello di te stesso che inganna te stesso.

Bisogna che l’aiuto giunga per facilitare il farci vedere le gabbie dell’inganno verso noi stessi senza che vogliano creare seguaci ma aiutarci ad essere liberi. Che ci aiutino ad essere noi stessi, ad amare noi stessi, a rispettare noi stessi per amare così gli altri. L’amore Divino dipende da noi stessi. Non può dipendere dagli altri la felicità, l’amore, l’illuminazione. Tutto questo appartiene all’anima del cuore che ha una sola sede. Nel profondo di noi e nessuno detiene una ricetta, nessuno può avere l’autorità per renderci felici ma cercate l’amore divino dentro di voi e scoprirete che siete amore.

Lasciamo pure che ci dicano che l’amore è diviso in sacro, profano, umano, divino o non so che ma entriamo dentro la certezza che l’amore divino è uno solo ed è dentro di noi. Dentro l’abbandono totale di noi stessi ad esso senza bisogno di appartenere a un altro per trovare l’amore. Non abbiamo bisogno di essere nutriti dall’esterno e per mezzo di un altro perché noi siamo amore che si nutre del proprio amore ed è capace di donarlo agli altri. L’amore non è un pensiero ma l’essenza del divino dentro di noi che non obbedisce all’universo ma tutto l’universo obbedisce all’amore. Anzi, di più.