La prospettiva Nevskij, la via principale di san Pietroburgo, fa da fondale a molte delle immagini che sono state fermate dagli scatti dei fotografi della Dinastia Bulla.
Sfilano davanti ai nostri occhi i cortei militari mentre una folla entusiasta e curiosa si raduna per assistere agli eventi come l’incoronazione di Nicola II o come la partenza delle mongolfiere, veri e propri reportage di inaugurazioni e celebrazioni che ci restituiscono il fervore di vita di una società che non manca di un certo benessere, che non disdegna la modernità, che si mette in mostra per dar lustro alla Corte.
Una vetrina mette in mostra le creazioni realizzate con la macchina da cucire Singer. La reclame, come si diceva un tempo, si serviva abbondantemente del mezzo fotografico per far conoscere e pubblicizzare ogni genere di prodotti, dalle automobili alle biciclette fino ai ristoranti e ai bar.
Questo era il cuore pulsante della città, lì scorreva la vita, quella di ogni giorno, altra dalla vita della Corte e al tempo stesso legata indissolubilmente ad essa.
I protagonisti di queste fotografie ci vengono incontro come lontani parenti ritrovati in un album di famiglia. Grazie alle immagini di interni scattate dai Bulla possiamo entrare nei palazzi, negli edifici ed incontrare persone e situazioni; nella ufficialità, ma anche in quella intimità familiare che ci mostra feste danzanti, tavole apparecchiate imbandite con ogni genere di leccornie, ritratti di famiglia in posa: un privato che si fa storia ed anche storia del costume. Basterebbe osservare i mobili, gli abiti, i cappelli, i volti per avere una preziosa galleria di segni e reperti che ci parlano del modo di vivere e finanche del modo di sentire di quel tempo.
Uno spaccato di vita sociale che ci permette di vedere quel mondo come attraverso i fotogrammi di un film: attori per i quali la città di San Pietroburgo è stata allestita come un grande teatro di posa, un fondale scenico che ci rimanda sensazioni e punti di vista capaci di rianimare la storia e di farcene partecipi.
Una ricca e varia umanità si mette in posa davanti al fotografo e, anche quando si tratta di eventi storici, di sequenze dinamiche, i personaggi sembrano fermati in altrettanti ritratti di scena, collocati all’interno di maestose scenografie, quadri d’Autore dipinti con precisione di verità.
Come per incanto possiamo finalmente dare un volto, una identità corporea, collocare in un luogo preciso artisti e letterati i cui nomi sono spesso rimasti senza volto e la conoscenza ne riceve un grande arricchimento: la suggestione è forte.
Le immagini ci restituiscono ritratti di protagonisti del mondo dello spettacolo, veri e propri divi, come la ballerina Kchessinskaia o come la grande attrice di teatro Alexandra Kommissargievskaja o il celebre basso Scialiapin; gli stessi pittori dell’Accademia sono fotografati mentre dipingono le loro tele e insegnano l’arte a giovani allievi; gruppi di artisti e intellettuali riuniti negli Atelier dei pittori famosissimi come Repin, scrittori come Lev Tolstoj ci vengono incontro e si mostrano in tutta la loro verità. Persino i campioni dello sport si mettono in posa e non mancano discussi e inquietanti personaggi come Rasputin “l’uomo di Dio”.
Le fotografie, che documentano un arco di tempo fra la fine dell’Ottocento e il 1917, si riferiscono a un periodo in cui le energie creative stavano acquistando una fiducia ancora maggiore in se stesse. Alla vigilia del 1914 San Pietroburgo stava alla pari con Parigi e si poneva come uno dei grandi centri culturali ed artistici d’Europa.
Attraverso la fotografia siamo in grado di percepire l’atmosfera frizzante di quegli anni. La pittura, spesso al servizio del teatro guida il movimento culturale ed è facile cogliere l’intreccio fra le due arti che in modo differente ma complementare affidano alle immagini la capacità di mostrare il mondo nel suo cambiamento, ma le fotografie dell’Atelier Bulla dovranno presto documentare anche i tristi eventi di quell’inizio di secolo: la guerra contro il Giappone, la famosa “domenica di sangue” del 1905 che vide centinaia di dimostranti uccisi dal fuoco delle Guardie dello Zar, le immagini del fronte in Manciuria e poi la guerra del 1914. Un equilibrio secolare si era interrotto: sarebbe arrivato il 1917 e avrebbe rivoluzionato il mondo!
Le fotografie ci consentono di guardare nello specchio del passato e di riportarlo in vita. Ci parlano di esistenze condivise, ci avvicinano ai ricordi attraverso la lingua del cuore, ed è come dilatare il tempo, procurarci emozioni che ci fanno scrivere altre storie.