Il Calendario Epson è un oggetto di culto per collezionisti e amanti della bella fotografia. Realizzato in solo 800 copie numerate, e stampato e rilegato con il massimo della cura artigianale, ogni anno porta la firma dei grandi nomi della fotografia, da Franco Fontana a Maurizio Galimberti, da Giovanni Gastel a Gianpaolo Barbieri per citarne solo alcuni.
Quest’anno il Calendario d’autore Epson 2018 è stato affidato a Cristina Omenetto, nota per le sue indagini sociali, per il ritratto, per il paesaggio e la sua profonda sperimentazione di tecniche di ripresa. “L’ho intitolato Terre di Passo pensando agli uccelli migratori che nel loro spostarsi e fermarsi vedono cose che li colpiscono, se ne ricordano e ne fanno tesoro” spiega la fotografa. Dodici immagini che leggono in modo originale il paesaggio, scattate con una Holga, una cosiddetta toy camera, usata da molti artisti perché dotata di una tecnologia ridotta al minimo ma, grazie ai suoi difetti tecnici, in grado di dipingere baffi di luce e sfuocature che imprimono alle immagini una poetica e una forza espressiva uniche.
“Sono fotografie che ho raccolto nell’arco di sei, sette anni nel corso di viaggi di lavoro o durante le vacanze e mi hanno fatto riflettere sul nomadismo visivo” spiega. Fotografie di paesaggi, di scorci di natura, di acqua, di ghiaccio e di siti antichi o capitali moderne, densi di bellezza esaltati dai colori morbidi, fluidi ed equilibrati. L’originalità del Calendario di Cristina Omenetto è sottolineato anche da didascalie poetiche e personali che accompagnano i luoghi degli scatti. Eccone alcune tra le più emozionanti. Il mese di Febbraio è dedicato a Benares in India, vista dagli occhi della fotografa milanese si presenta così: “La città sacra dell’induismo indiano, il sacro Gange che la attraversa, gli imponenti palazzi che sovrastano i ghats che si affacciano sul fiume, dove a milioni i fedeli si immergono per purificarsi ma dove scorre anche tutta la vita della città in un susseguirsi di attività di tutti i tipi. Questa immagine ripresa dal fiume accompagna con il suo andamento ondulatorio il ritmo del fiume stesso, lo sguardo che si alza e si abbassa, si sposta in continuazione sovrapponendo frammenti di visione”.
Il commento del mese di Maggio ci porta ai misteri della Sfinge in Egitto. “Come è possibile fotografare dei luoghi che sono stati immortalati da migliaia di scatti a partire dall’Ottocento? Non è stato facile trovare un punto di vista personale ma la meraviglia provata davanti a questo monumento, apparso improvvisamente al lato destro della strada principale che lambisce i sobborghi del Cairo, mi ha subito catturato con il suo magnetismo misterioso. Da migliaia di anni sta a guardia della città e sembra proteggerla”. L’immagine di Luglio è invece riferita a un ricordo di Berlino. “È il crepuscolo e trovo che sia il momento ideale per riprendere questo monumento tanto tristemente famoso nella nostra storia recente e che ora viene attraversato dall’intenso traffico cittadino a testimonianza della rinnovata vitalità di questa bella città. Nelle immagini sovrapposte lo sguardo ci invita a ricordare il passato e ad andare oltre per far rinascere nuove simbologie”.
Agosto, dedicato a Pompei riporta alle emozioni di uno dei più suggestivi siti archeologici italiani: “Tutto questo posto è scomparso in un pomeriggio! Come non rimanere colpiti dal dolente percorso che è davanti a noi, i calchi dei morti sembrano alzarsi nel tentativo di resuscitare, i focolari con ancora le pentole sopra, le giare piene dei semi e dei sedimenti dei vini, le pitture che ci raccontano, come in un film muto, come vivevano, in cosa credevano, come si divertivano. Le colonne moltiplicate del tempio portano a un effetto di straniamento che declina passato e presente, in un coinvolgimento emotivo e razionale allo stesso tempo”.
Non solo un calendario da sfogliare ma un’immersione totale nelle emozioni suscitate dalla monumentalità di città scomparse o contemporanee o dalle meraviglie di luoghi naturali del mondo.