Sandro Pertini sosteneva che il mondo, non soltanto il mondo politico ma la società tutta, avesse bisogno di onestà e di coraggio. Oggi di onestà e di coraggio non si sente mai parlare. Pare una cosa semplice da raggiungere e da praticare, ma evidentemente non è così. Anzi, si parla talmente tanto di azioni scorrette, di violenze, di mancanze di rispetto, che parlare di onestà può sembrare un pensiero utopico, addirittura un pensiero alternativo, oppure magico.
Eppure l’onestà, l’azione secondo etica, indipendentemente dall’esistenza di sanzioni, è una purezza dell’animo, è una scelta vincente, che dà risultati tangibili e generalmente anche immediati. La scelta di compiere un’azione o di effettuare una scelta secondo onestà porta infatti pace e serenità interiore, porta con sé un ordine interno, una pulizia dello spirito, che psicologicamente appaga, in quanto distende le tensioni interne, calma ogni contrasto interiore, placa l’animo. L’onestà va di pari passo con il coraggio, perché è merce rara, perché non viene decantata (non è di moda farlo), perché appare come eccezione e non come norma.
Ci vuole coraggio ad essere onesti
Occorre fermarsi un attimo, respirare bene prima di compiere una scelta, occorre disinteressarsi delle aspettative altrui, ma soprattutto occorre non avere paura della disonestà dell’altro. Perché è indubbio che la vera difficoltà consiste nel mantenersi onesti quando il contesto non è stato onesto con noi, quando si è attaccati a tradimento, quando intorno a noi circola quella bassezza che è la stupida furbizia. La scelta di mantenersi onesti, corretti, rispettosi dell’altro è particolarmente dura in tali contesti. Ma indubbiamente premia, eleva lo spirito, crea un modello che trascina, crea seguito. In ultimo, rende migliore la società.
L’onestà, soprattutto se esercitata in contesti disonesti, è un esercizio anche intellettivo, è frutto di un ragionamento che senza alcun dubbio va di pari passo con l’attività intellettiva. La scelta onesta stimola l’intelletto, in quanto placa i dissidi interni, le emozioni contrastanti, per lasciare il campo libero alla logica e all’intelletto. Infatti, il fermento interno delle emozioni, in particolare la rabbia, il nervosismo, l’ansia, avvengono prima della presa di decisione; una volta compiuta la scelta all’insegna dell’onestà, ogni dissidio si placa, ogni agitazione si spegne, ogni rabbia scompare.
In altre parole, l’onestà porta beneficio sia alla persona che la sceglie, che riceve serenità d’animo, lucidità e limpidezza di pensiero, sia alla società tutta, in quanto rafforza un modello positivo, imitabile. Il fenomeno dell’imitazione è umano, noi funzioniamo primariamente per imitazione ed emulazione di modelli, in particolar modo quando siamo bambini. Ma non solo, anche da adulti tendiamo, spesso inconsapevolmente, a copiare chi ci sta intorno, soprattutto quando siamo affaticati, disorientati, confusi. Alla fine, chi ha agito onestamente si vede, da tutta la sua persona traspare limpidezza, serenità, sicurezza, assenza di fronzoli, purezza, forza trainante, energia. In pedagogia il concetto di onestà è centrale, è il cardine sul quale si gioca tutta la società futura. “Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi”, diceva Tiziano Terzani.