Nessun paziente odontoiatrico è mai entrato in una farmacia per acquistare dei metalli, dei cementi, delle resine composite o qualsiasi altro materiale dentale da inserire nella propria bocca esibendo al farmacista la ricetta compilata dal proprio dentista con la relativa prescrizione. Immaginiamoci una scena del genere! Cosa succede invece abitualmente?
Il dentista sceglie un materiale in base alle sue caratteristiche meccaniche e di resistenza, alle ormai inderogabili esigenze estetiche del paziente oppure come risultato della consulenza fornitagli dall’odontotecnico. Talora invece il criterio è fornito dal “rappresentante” della casa produttrice che gli fa visita a domicilio nel suo ambulatorio, una figura che come vedremo dovrà comunque essere maggiormente valorizzata ed equiparata a quella dell’Informatore Medico Scientifico. Ancor più scientifico, malgrado la loro ancor oggi non facile praticabilità logistica e di costi, ricorrere ad esami ematici che consentono in un certo senso di mettere nero su bianco se un materiale va bene oppure no. Sicuramente uno sguardo in avanti che merita la dovuta considerazione. Spesso il tipo di materiale è anche subordinato all’adozione di una determinata tecnica di lavoro. Durante una crisi economica come quella attuale infine, in assenza di solidi criteri motivazionali, l’economicità di un materiale assume tout court un peso vincolante e la scelta può diventare obbligata. Perché allora porsi il problema?
Perché esistono altri criteri. L’Istituto San Lorenzo per esempio ci ha abituati all’originalità delle sue proposte e ancora una volta ci dimostra l’opportunità di attingere al patrimonio di conoscenze che fanno capo alle Medicine Non Convenzionali, un passo indispensabile per meglio comprendere queste problematiche nonché il suo metodo di lavoro.
Facciamo un passo alla volta. Un primo aiuto ci viene fornito dalla Medicina Tradizionale Cinese. Non sappiamo se nell'antica Cina esistessero delle farmacie come le intendiamo oggi. Sappiamo che la Fitoterapia Cinese è sempre stata uno dei cardini, assieme all'Agopuntura, di quella dottrina. Sappiamo anche che la Dietetica Tradizionale Cinese repertorizza ogni genere alimentare in base alla sua capacità di produrre un proprio specifico effetto farmacologico su una certa loggia energetica cioè su un determinato organo o viscere che gli corrispondono. Ogni alimento agisce dunque come un farmaco ed entrare in un supermercato è un po' come entrare in una farmacia. Alla stessa stregua i colori hanno una loro propria azione e quindi anche ognuno di essi agisce come un farmaco. La stessa "qualità" energetica è appannaggio anche delle varie emozioni, fisiologiche o patologiche che siano. Ciò rende la Medicina Cinese premonitrice dell'unità mente-corpo millenni prima degli studi di Candace Pert sui neuropeptidi. Anche in questo caso vale l'equazione esistente tra un'emozione e un farmaco.
Facciamo ora un altro passo. L’aiuto questa volta ci arriva dall’Omeopatia. Essa ci insegna che ciascuno degli atomi presenti nella tavola periodica degli elementi è rappresentato nel corpo umano. Ad ognuno di essi è riservato un certo “spazio” in modo individualizzato per quel paziente e attualizzato e circostanziato a quel momento. Ognuno con le sue giuste proporzioni. E che ogni Costituzione Omeopatica, prima ancora di descrivere una patologia, è contraddistinta da una diversa proporzione tra i vari atomi tipica di quel soggetto e non è riducibile a nessuna standardizzazione statistica. Anche qui dobbiamo applicare l’equazione che esiste tra un dato elemento chimico (o una molecola) e un’azione farmacologica.
Questa asserzione rende inoltre possibile comprendere i meccanismi su cui si fonda il concetto di tollerabilità verso qualsiasi sostanza non self. Un esempio ci può essere d'aiuto. In Medicina Omeopatica l'oro è Aurum. Poiché questo elemento è anche attivo sulla pressione arteriosa, esso può essere indicato in un soggetto maschio tendenzialmente iperteso mentre non va bene per una donna tendente all'amenorrea e al Vuoto di Sangue. Questo può spiegare perché l'oro, considerazioni estetiche a parte, pur essendo considerato il materiale odontoiatrico più biologico, nella classifica delle intolleranze al Test di Trasformazione dei Linfociti - LTT risulta ai primi posti subito dopo nichel, cromo e cobalto.
Questa lunga premessa serve dunque per spiegare che anche per tutti gli altri materiali odontoiatrici vale la stessa regola. Nell'antica Cina non esisteva nemmeno il dentista come lo intendiamo noi oggi ma grazie alla conoscenza dei Meridiani dell’Agopuntura erano molto ben conosciute le correlazioni energetiche che i denti, e la bocca in generale, hanno con gli altri organi e visceri.
È sulla base di queste conoscenze che il dentista olistico di oggi può maturare la consapevolezza che ognuno dei materiali necessari per ricostruire i denti produce un effetto di tipo farmacologico sul paziente e che tale effetto può in alcuni casi essere desiderabile e quindi rendere il tal materiale tollerato, in altri casi assolutamente no.
Rimanendo ai nostri giorni e allo scopo di questo articolo, constatiamo che ancora non esiste questa consapevolezza né dalla parte dei pazienti né presso la classe odontoiatrica. Se idealmente il paziente entrasse in farmacia esibendo la sua bella ricetta odontoiatrica significherebbe appunto equiparare ogni materiale odontoiatrico a un farmaco e considerare la scelta del materiale appropriato proprio come quella di un farmaco appropriato, una vera e propria prescrizione vale a dire, assieme alla diagnosi, l'atto medico per eccellenza, il momento più nobile dell'iter terapeutico. Abbiamo usato il condizionale perché, come detto, abitualmente purtroppo ciò non avviene e la scelta dei materiali avviene secondo quei criteri visti all’inizio ovvero secondo le scuole e le filosofie di pensiero che imperversano nella comunità scientifica odontoiatrica. I materiali ormai sono tutti bellissimi e meritevoli di un dieci e lode ma spesso non tollerati in base alla Chinesiologia Applicata.
Così come non tutti i farmaci sono uguali per tutti i pazienti, dobbiamo prendere atto che nemmeno i materiali dentali sono uguali per tutti, fermo restando che ci sono alcuni materiali come l’amalgama d’argento contenente mercurio che non vanno bene per nessuno. Facciamo ora il passo finale, l’aiuto arriva dalla Chinesiologia Applicata. Ecco la novità. Al di là degli accertamenti strumentali o di quegli esami del sangue poc'anzi citati che oggi comunque esistono ma anche al di là della seppur indispensabile conoscenza delle Medicine Non Convenzionali, un economico, rapido e soprattutto dirimente metodo facilmente praticabile all'interno dello studio dentistico viene offerto proprio dal test muscolare eseguito rispettando i paradigmi della Chinesiologia Applicata e in particolare quelli messi a punto dal Dipartimento di Odontoiatria e Gnatologia Olistiche dell'Istituto di Medicina Olistica ed Ecologia Comportamentale San Lorenzo in Lodi.
Riteniamo si tratti dell’unica possibilità per il dentista di difendersi e difendere i propri pazienti da trattamenti sempre più accattivanti ma talora poco biologici.