Si assiste a un aumento della speranza-certezza di vita, che si traduce in individui in gran forma anche in età avanzata. E, giustamente, molti film riflettono sul problema. Alla 74ma Mostra di Venezia due fra i film più interessanti sull’argomento sono Our Souls at night, di Ritesh Batra , con la coppia Jane Fonda-Robert Redford (premiata quest’anno col Leone d’oro alla carriera), e The Leisure Seeker, di Paolo Virzì, con la grande Helen Mirren e Donald Sutherland. Quest’ultimo film, data la malattia dei due personaggi, tratta di quale sia il modo migliore di morire.
Come invece vivere meglio la “terza” fase della vita, quando si è in ottime condizioni psicofisiche, ci propone Our Souls at night, in uscita in Italia il 29 settembre. Ispirato a un bel romanzo di Kent Haruf, ci mostra che con l’intelligenza si può far accettare a un possibile nuovo partner la gioia di vivere e la voglia di amare (che con l’età aumenta, affermazione di Jane Fonda che condivido). Senza spaventarlo. E senza ripiegare, per paura di un rifiuto, su cani e gatti ancor prima di chiedere compagnia a un altro essere umano. Una recitazione ottima, una trama verosimile e per niente retorica, ne fanno un film molto gradevole, anche se mette in luce che la società americana, ancor più della nostra, non è ancora pronta a introdurre elementi di rinnovamento nella scricchiolante struttura della cosiddetta famiglia tradizionale.
Una grande lezione sull’avanzare del tempo ce l’ha data, in questa edizione della mostra, l’attrice Charlotte Rampling. Celebre per la bellezza, oltre che per la bravura, ha accettato di recitare nel film Hannah, di Andrea Pallaoro, la parte di una donna di età indefinita, spietatamente inquadrata in primi piani, a mostrare la devastazione che reca a un viso il dolore di un’amara scoperta. È stata premiata con la Coppa Volpi, come è noto, attribuita alla migliore attrice. Che sia anche merito di una presidente di giuria dell’intelligenza di Annette Bening?