Ognuno possiede una voce che non sa di avere. Un suono che non conosce ma che gli appartiene nel modo più profondo e da sempre. Un tassello fondamentale della personalità che, quando viene scoperto, lascia senza parole. Un tessuto armonico e melodico di cui non si conosce l'esistenza, come un colore fondamentale che si è sempre ignorato, una musica sublime che le nostre orecchie non erano in grado di percepire. Non è facile spiegare il significato di Vocessenza, il percorso di scoperta della vera voce che Andrea Tosoni, cantante professionista e oggi insegnante, ha intrapreso qualche anno fa e che lo ha portato a codificare un metodo di apprendimento del canto che è, prima di tutto, un viaggio nelle profondità dell'essere umano.
“Ho studiato canto da quando ero un ragazzino – racconta Tosoni che Wall Street International ha incontrato in una pausa dalle sue lezioni e seminari di Vocessenza in giro per l'Europa – e ogni volta mi sono scontrato con insegnanti e metodi che non mi incoraggiavano. La mia testardaggine, però, ha fatto sì che raggiungessi obiettivi ambiziosi. Ero un vocalist in Rai quando, per un incidente durante una banale visita di controllo alle corde vocali, sono rimasto muto. Nel periodo successivo a questo intervento e, ai due che ad esso sono seguiti, ho intuito e scoperto un modo unico di usare la voce, il segreto del canto, l'essenza della voce”.
Andrea nei due mesi di silenzio postoperatorio del definitivo intervento alle corde vocali, fa una scoperta straordinaria: si rende conto, percependolo nel suo corpo, che tutto funziona come se lui la voce l'avesse ancora, tutto si mette in moto solo nell'intenzione di cantare, ma in una modalità completamente diversa da quella che prima attuava. Da questa scoperta capisce quale è il metodo didattico migliore per far emergere la vera voce in modo naturale, senza forzarla come la maggior parte delle volte avviene. “L'intonazione, l'emissione del suono – spiega ancora Tosoni che annovera attualmente un centinaio di allievi sparsi in tutt'Italia – il controllo, tutto si determina in modo naturale, tutto è già presente, basta solo togliere la parte egotica del cantante per lasciare che lo strumento, ossia la voce, possa trovare lo spazio per uscire in modo spontaneo e senza alcuna fatica. Per fare questo è necessario conoscere il proprio strumento e rispettarlo. Faccio sempre un esempio: la voce è il cavallo, il cantante è il fantino e i due devono conoscersi e rispettarsi. Vocessenza non è solo una tecnica di apprendimento del canto; diventa quasi un training verso il proprio “sentire”, un percorso spirituale verso il vero sé, per usare un'espressione cara alle filosofie orientali”.
Per arrivare all'essenza della propria voce, secondo Andrea Tosoni, è fondamentale togliere molte sovrastrutture, convinzioni, forzature, condizionamenti, nonché tutto quello che facciamo nell’illusione possa aiutarci per un’emissione impostata e corretta. “Per arrivare alla vera voce, al suono vero che ci appartiene, il cantante deve farsi da parte e percepire che c'è qualcos'altro dentro di sé. La nostra voce, il nostro suono esiste già ed è già perfetto così com'è. Quando i miei allievi scoprono e sentono qual è la loro vera voce, le reazioni sono incredibili. C'è chi piange, chi ride, lo sguardo di tutti è quello di incredulità e di gioia, come qualcuno che torna finalmente a casa”.
Andrea Tosoni attinge molto del suo bagaglio dalle filosofie orientali, numerosi terapeuti e operatori olistici non solo cantanti, si affidano al suo insegnamento. “Per le filosofie orientali il suono ci precede. Nella Bibbia si legge che "in principio era il Verbo", come se fossimo voce prima di essere coscienti. Ogni essere umano rappresenta un suono, un suono primordiale, quello che faccio io è far emergere quel suono. Molti meditatori trovano beneficio in questo percorso di Vocessenza”.
Ma come hanno accolto queste novità i cantanti professionisti, che da anni utilizzano le tecniche consuete: la respirazione, il diaframma, l'appoggio etc.? “Molti professionisti sono scappati a gambe levate. Erano completamente destabilizzati dal mio metodo, non potevano permettersi di mettere in discussione il lavoro di una vita e magari un contratto discografico, cambiando completamente il loro modo di cantare. Altri, invece, hanno avuto più coraggio e hanno affrontato con me un processo destrutturante e alla fine hanno scoperto che il sostegno addominale perfetto per la propria voce non si imposta ma si riscopre permettendo al diaframma e al respiro di soddisfare spontaneamente le nostre esigenze vocali. Il tutto impegnandosi fisicamente meno e poter così raccogliere una profonda partecipazione empatica e un inaspettato e straordinario impatto emotivo dal pubblico. Altri ancora attraverso l'emissione del loro suono vocale naturale sono riusciti a cantare brani precedentemente ritenuti inavvicinabili in termini di difficoltà tecniche e tonalità”.
Vocessenza è quindi anche tecnica di canto: vocalizzi, conoscenza dello strumento voce e percezione fisica della corretta emissione vocale. “Quando stai cantando bene lo senti, non solo con le orecchie. Lo senti all'interno di te. Con Vocessenza si riscopre, nel rispetto della tecnica, una sorta di direttore d'orchestra che trascende la dualità voce-cantante. Capire la propria essenza significa capire dove la propria voce vuole andare e assecondarla, solo in quel momento il cantante potrà essere consapevole di cosa sta facendo e di tutte le possibilità e capacità che può esprimere”.
Andrea Tosoni dalla voce delle persone riesce a comprendere moltissime cose. Soprattutto quando la voce non è quella autentica, ma quella costruita nel “canto egotico”. “Capisco moltissimo delle persone che ho di fronte quando la voce vera non emerge, ma si nasconde dietro una maschera, la personalità che ci creiamo per conformarci, per farci accettare. Attraverso Vocessenza tolgo quella maschera, butto giù il muro della falsa personalità per far affiorare l'altra voce, quella vera, quella che produce un suono che fa stare bene chi lo emette e chi lo ascolta. Perché il suono fa bene quando è centrato oltre la personalità”.