In materia di nutrizione ho notato che non si fa mai il ben che minimo accenno a quella parte di sostanze che facciamo entrare nel nostro organismo per via transdermica anziché orale, e che al pari degli alimenti che ingeriamo diventano parte di noi. Come mai un tale assordante silenzio?
La motivazione va ricercata nell’enorme business della cosmesi che vale diverse centinaia di miliardi di dollari, monopolizzato dalle maggiori aziende cosmetiche del mondo che alle loro spalle hanno i colossi della chimica, che oltre a produrre per il settore industriale, si applicano con dedizione a fornire con le stesse sostanze anche il mercato del consumo al dettaglio, con particolare attenzione per quello della cosmesi e dell’igiene personale. Non è certamente simpatico sapere che la crema che con tanta piacevolezza ti spalmi ogni giorno sul viso, al suo interno contiene alcuni ingredienti presenti nello sgrassatore con cui detergi il forno.
Ovvio quindi che non vi sia alcun interesse a far filtrare questo tipo d’informazioni, per non disturbare i manovratori che attraverso le loro lobby hanno già ottenuto, a livello internazionale, una legislazione e una regolamentazione sull’uso dei prodotti chimici nei cosmetici, così lassista da includervi anche sostanze che in altri ambiti sono ritenute tossico nocive e cancerogene. In Europa ci sono oltre 150.000 sostanze chimiche che circolano liberamente, e con cui il nostro corpo deve fare i conti tutti i giorni, e ben 15.000 di queste sono impiegate nell’industria cosmetica.
Purtroppo, come accennavo all’inizio, il dramma è che quando si affronta il tema del legame tra salute e nutrizione, nessuno mai fa cenno alle sostanze che introduciamo attraverso la pelle, che non scordiamocelo, è il maggiore dei nostri organi, con un’estensione media di oltre 2 mq e un peso di circa 11 kg. Di seguito alcuni brevissimi cenni di anatomia e fisiologia della pelle.
Il più esterno fattore di protezione della pelle è il mantello idrolipidico, questa sorta di pellicola presente sulla superficie cutanea è costituita da una componente idrofila e da una frazione liposolubile, formata soprattutto dal sebo (95% del totale), da lipidi epidermici, oltre che dai grassi prodotti sia dalla flora batterica che vive sulla pelle, che quelli presenti nella composizione dei cosmetici e detergenti che usiamo. Lo strato corneo dell’epidermide è composto invece da cellule epiteliali cheratinizzate, e rappresenta una vera e propria barriera difensiva. Un buon prodotto cosmetico a base d’ingredienti naturali, dovrebbe preservare questo stato, idratandolo e nutrendolo, al contrario di ciò che comunemente accade con l’utilizzo di sostanze troppo aggressive (detergenti chimici).
Il derma è lo strato intermedio della cute, compreso tra l'ipoderma e l'epidermide. A differenza di quest'ultima, da cui è separato dalla membrana basale, è riccamente vascolarizzato e innervato. Svolge funzioni di supporto meccanico e metabolico nei confronti dell'epidermide, alla quale trasferisce nutrienti e sebo, una sostanza oleaginosa che protegge lo strato superficiale della pelle da batteri e disidratazione. L'ipoderma è lo strato più profondo della cute. È conosciuto anche come tessuto adiposo sottocutaneo o pannicolo adiposo ed è costituito da una impalcatura di fibre connettivali, tra le cui maglie sono inseriti i lobuli, strutture anatomiche costituite da ammassi cellulari, detti adipociti, ricchi di trigliceridi.
La pelle oltre a rappresentare il confine del nostro essere con l’ambiente esterno svolge altre importantissime funzioni:
• emuntoria: elimina anidride carbonica, tossine, sebo, acqua;
• termoregolatoria: per mezzo della sudorazione regola la temperatura del corpo in relazione all’ambiente in cui si trova ad agire;
• è ricca dei terminazioni nervose per cui ha una marcata sensibilità tattile;
• consente l’ossigenazione del corpo assorbendo circa 5 litri di ossigeno al giorno;
• rappresenta la prima barriera di difesa dall’aggressione di agenti patogeni esterni, infatti inglobandoli con una parte delle sue cellule, li inattiva e li accompagna alla porta depositandoli nel sistema linfatico.
Nonostante l’importanza che riveste non solo non le rendiamo giustizia, ma al contrario, la ringraziamo ricoprendola senza alcun criterio di sostanze altamente tossiche e mutagene, con il bel risultato di recare danno non solo alla nostra salute, ma anche all’ambiente circostante, infatti dopo esserci fatti la doccia e deterso i capelli questi componenti chimici, dilavati dal corpo, finiscono direttamente nello scarico da cui defluiscono nella rete fognaria, nelle falde, nei fiumi ecc. Da un recente studio dell’OMS si evince come le donne si spalmino quotidianamente sul corpo circa 175 sostanze chimiche tossiche, allergeniche, cancerogene, mutagene e alteratrici del ciclo ormonale, per una media annua di assorbimento pari a Kg 3,5. Eccone alcune:
• tensioattivi, usati per favorire la miscelazione delle sostanze, uno per tutti il Sodium Lauryl–Laurethsulfate: derivato dal petrolio, sostanza altamente irritante e disidratante. Non solo ma il Journal of the American College of Toxicology ha espressamente dichiarato che questa sostanza danneggia la formazione degli occhi nei bimbi, causando loro danni permanenti. I tensioattivi distruggono poi la specie di batteri chiamata Nitrosomonas, che interagendo con i nitrati presenti nel sudore producono ossido nitrico, un vasodilatatore altamente antinfiammatorio;
• conservanti per rallentare la proliferazione batterica: come l’Imidazolidinyl–urea e Diazolidinyl–urea: derivati eterociclici dell’urea, in grado di rilasciare formaldeide, un composto chimico riconosciuto altamente cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, tanto da essere bandito dalle colle usate per le superfici a contatto con alimenti, e che dall’industria viene trattato e smaltito come rifiuto tossico nocivo, mentre per paradosso la permissiva legislazione sulla cosmesi consente di potercelo tranquillamente spalmare in viso. Il Triclosan, pericolosissimo antibatterico derivato dal petrolio. Nel 2008 la rivista Toxicological Science dimostrò la capacità del triclosan di interferire con il sistema endocrino, fornendo i dati di test di laboratorio in cui si evidenziavano anomalie nella produzione di ormoni tiroidei e sessuali in alcune cavie animali. Tracce di triclosan presente nei deodoranti ascellari sono state rinvenute nelle ghiandole mammarie di donne colpite da tumore alla mammella. Studi molto recenti hanno evidenziato che reagendo con il cloro presente nell’acqua del rubinetto da origine a cloroformio, sostanza altamente tossica per fegato, reni e sistema nervoso centrale. L’Environmental Protection Agency (Agenzia Americana per la Protezione Ambientale) lo ha classificato tra i pesticidi, considerandolo tossico per l’uomo e altamente inquinante per l’ambiente. In un articolo pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences, si legge che, in seguito alla somministrazione sui topi di una dose di triclosan, proporzionale a quella comunemente assunta dall’uomo, si è riscontrata un’alterazione della funzione del muscolo cardiaco e, dopo soli 20 minuti di esposizione al prodotto, si è registrato un rallentamento delle contrazioni del cuore. Da qui l’ipotesi che il triclosan possa contribuire all’insorgenza di malattie cardiache anche nell’uomo;
• parabeni: sono alteratori endocrini, cioè sostanze chimiche che interferiscono con la normale funzione ormonale del corpo umano. Sono stati collegati a tumori al seno, riduzione dello sperma, alterazioni della funzione tiroidea, problemi di tipo comportamentale;
• emulsionanti che servono per stabilizzare e veicolare il prodotto in profondità come il Polyetylene Glicol (PEG) derivato dal petrolio; giusto per intenderci viene usato negli smacchiatori e negli sgrassatori, come quelli per il forno;
• emollienti e umettanti per impedire l’evaporazione dell’acqua come il Paraffinum Liquidum o Petrolatum: di derivazione petrolifera, altro non è che paraffina. Viene usato nelle creme perché forma sulla pelle una pellicola trasparente che procura quella immediata sensazione di morbidezza e levigatezza al tatto che però ne impedisce l’ossigenazione con tutti i danni che ne conseguono. L’Unione europea l’ha classificato cancerogeno di seconda classe;
• Dimethicone, che non è altro che silicone; testato sugli animali ha provocato mutazioni e tumori;
• antiossidanti come il Butilidrossitoluene che agisce a livello nervoso ed è ritenuto responsabile della sindrome da iperattività nei bambini;
• profumi sintetici, evidenziati nelle etichette alla voce Parfum: possono provocare emicranie, decolorazione della pelle, allergie, eruzioni cutanee, depressione e irritabilità;
• filtri chimici all’interno delle creme abbronzanti: derivati dell'acido amminobenzoico, dal benzofenone e dal di-benzoilmetano, funzionano da assorbenti per gran parte dei raggi solari, ma essendo sostanze termolabili, il calore le rende instabili, per cui vengono prontamente assorbite dalla cute e immesse nel flusso ematico, andando, tra le altre cose, ad alterare la sintesi della proteina P53, un fattore di trascrizione che regola il ciclo cellulare e ricopre la funzione di soppressore tumorale. I filtri chimici inoltre alterano la sintesi della vitamina D, e della melanina, e fanno virare il PH della pelle in favore di una eccessiva acidità. A questo proposito vale la pena riflettere sul dato di fatto che mai come oggi che usiamo prodotti solari di tutti i tipi, si assiste a un esponenziale aumento delle malattie cutanee anche molto gravi, come è noto a tutti!
• metalli pesanti: arsenico, cadmio, nichel, tallio, ecc. Sono pericolosissimi perché fungono da interferenti nelle reazioni biochimiche del corpo, che vengono così alterate nella loro sostanza. Ad esempio il piombo si sostituisce al calcio; il cadmio allo zinco; l ’alluminio al magnesio e così via, procurando danni enormi all’omeostasi dell’intero organismo.
Per renderci conto di cosa ci spalmiamo quotidianamente sulla pelle basta prendere le confezioni dei cosmetici che abitualmente usiamo, e controllare l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), la lista degli ingredienti di cui è composto il prodotto, che è stilata in ordine decrescente per quantità, cioè la prima sostanza indicata è quella maggiormente presente nella confezione. Per farlo basta leggere ingrediente per ingrediente ed andare Biodizionario per controllarne la pericolosità.
Non mi dilungo oltre a questo proposito, perché l’argomento è molto vasto ed estremamente complesso, ma spero di avervi fornito informazioni utili a sensibilizzarvi sui gravissimi danni alla salute provocati da un uso poco attento e responsabile di cosmetici e prodotti d’igiene personale in genere, che al loro interno contengano sostanze chimiche, e di quanto sia invece opportuno nutrire e proteggere la nostra pelle, con prodotti naturali e biocompatibili, che vengano riconosciuti amici dal nostro organismo che ci ringrazierà donandoci in cambio salute e bellezza.
Per chiudere l’argomento desidererei fare una semplice riflessione. Se sulle confezioni dei cosmetici a composizione chimica, tra le raccomandazioni è sempre ben evidenziata la dicitura non ingerire, perché la stessa cosa non dovrebbe valere se lo stesso prodotto ce lo spalmiamo sulla pelle, che come abbiamo visto assorbe come e più del sistema digerente, visto che le sostanze entrano direttamente nel sangue senza essere prima metabolizzate dall’intestino? Ve lo siete mai posta questa domanda? Non vi sembra una drammatica presa in giro?
Se volete restare in salute, spalmatevi sulla pelle cosmetici totalmente naturali, che se voleste potreste tranquillamente mangiare!