Gerace, delicata e preziosa perla del territorio del Parco Nazionale d’Aspromonte, è una delle cittadine più suggestive dell’intera Calabria. Un saggio dei suoi tesori: la Cattedrale.
Il sapore dell’antico si mescola alla modernità a Gerace, una piccola realtà in cui si rinvengono elementi architettonici unici al mondo e i tratti tipici dell’arte bizantina. Così camminando tra i vicoli si possono apprezzare tipiche tecniche di costruzione della cittadina reggina, come le cosiddette “volte a gistune” o le finestrelle bifore catalane, gialle e nere. Tra le tante rarità uno dei gioielli universalmente riconosciuti è la possente Cattedrale in cui confluiscono la forza dello stile normanno, la concretezza romanica e le linee bizantine. Costruita sotto la dominazione normanna tra il 1085 e il 1120 su una preesistente struttura dell’VIII secolo, con i suoi 1898 mq, la Cattedrale di Gerace è la più grande chiesa romanica del meridione d’Italia.
È il profumo della pietra e del marmo ad avvolgere il visitatore che ne varchi la soglia, mentre d’istinto si trattiene il fiato per la sensazione di forza che la struttura riesce a trasmettere grazie ai materiali e al tipico gioco di luci e ombre. L’ambiente è caratterizzato da due file di colonne granitiche o marmoree che dividono in tre navate la pianta a croce latina. Ogni colonna che sia scanalata o liscia, è sormontata da un capitello proveniente dagli scavi della vicina locride. Sono numerose le opere d’arte presenti, ad esempio lungo la navata sinistra è possibile ammirare il bassorilievo de L’incredulità di San Tommaso scolpito nella prima metà del ‘500. Si deve, poi, al lavoro di maestranze locali la Cappella del SS. Sacramento che risale alla prima metà del XVII secolo; al suo interno si possono ammirare due dipinti della scuola napoletana: L’Ultima Cena del XVIII secolo e La Sacra Famiglia del 1682.
Nell’ambiente sottostante è possibile visitare la cripta, anch’essa caratterizzata dalla presenza di colonne, in questo caso sormontate da capitelli bizantini e classici a eccezione di uno corinzio. All’ingresso della cripta, sul lato destro è presente una sinopia del seicento raffigurante La Vergine con Bambino, San Maurizio e Sant’Ambrogio. Sia da un lato che dall’altro vi sono dei resti calcarei: taluni sostengono che siano resti di un’ara pagana per i rituali, altri che si tratti di sostegni per le scale che ricongiungerebbero al piano superiore. Alcuni dei tesori della Cattedrale di Gerace purtroppo non sono ancora esposti, si tratta di preziosi paramenti sacri, una croce reliquario a doppio braccio dell’XII secolo, un calice in filigrana e altri strumenti della liturgia. Di indubbio fascino e di inestimabile valore le pergamene conservate, tra le altre, quelle che attestano il passaggio dal rito greco a quello latino.
Visitare la cattedrale di Gerace significa lasciarsi attraversare dal brivido senza tempo che l’arte romanica riesce a trasmettere nell’osservatore, attraverso la forza dei materiali e con il suo stile avvolgente, possente e sempre vicino alla dimensione umana tesa alla continua ricerca del divino tra noi.