Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio, Pescia Fiorentina, una frazione comunale di Capalbio, (GR), ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle; popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi, è un percorso artistico inusuale, intriso di un alone di esoterismo e magia, interessante per le forme e i colori che ci accompagnano durante il percorso. L'opera, dilatata su circa 2 ettari di terreno, costituisce una vera e propria "città" in cui le sculture-case segnano le tappe del percorso spiccando coloratissime già dalla strada nel selvaggio paesaggio naturale. Ai piedi della collina di Garavicchio, l'accesso al Giardino è letteralmente sbarrato dalla lunga muraglia del padiglione d'ingresso creato da Mario Botta, costituito da un doppio muro di recinzione in tufo con una sola grande apertura circolare al centro, chiusa da una cancellata. Nel progetto, il muro ha preso sempre più spessore per essere attrezzato, all'interno, con i servizi richiesti da un'attività di transito; i due lunghi setti murari paralleli sono così separati da uno spazio, pavimentato in porfido, che accoglie, ai lati dell'apertura circolare, i gabbiotti in metallo e vetro per la biglietteria e un piccolo negozio, il tutto concettualmente e fisicamente pronto per accogliere visitatori.
Tutto parte dall’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo: l’artista decide di fare qualcosa di nuovo e quindi inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979. Realizzando nel Giardino quello che era il sogno magico e spirituale della sua vita, Niki de Saint Phalle si è dedicata alla costruzione di tutte le ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate, per oltre diciassette anni, affiancata, aiutata, nella messa in opera ma anche nella concezione artistica oltre che da diversi operai specializzati, da un'équipe di nomi famosi dell'arte contemporanea come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie e Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che, con grande contributo, ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro, rendendo il tutto una particolare e spettacolare opera nella sua complessità.
All'opera hanno collaborato anche altri artisti amici, ed è stata terminata solo nell'estate del 1996; la realizzazione del Giardino ha comportato, oltre a un enorme lavoro di impianto, una spesa di circa 10 miliardi di lire interamente autofinanziati dall'autrice. Nel 1997 Niki de Saint Phalle ha costituito la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi il cui scopo è quello di preservare e mantenere l'opera realizzata dalla scultrice. Il 15 maggio 1998 il Giardino dei Tarocchi è stato aperto al pubblico. Le sculture ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, dense quindi di significati simbolici ed esoterici, sono l'ultima tappa di un percorso artistico.
La piazza centrale
Dopo essere entrati, la strada sterrata sale fino alla grande piazza centrale occupata da una vasca e sovrastata dalle figure unite della Papessa e del Mago, i primi arcani maggiori dei Tarocchi che segnano l'inizio del percorso. Circondata dal verde e dalle sinuose panchine di Pierre Marie Le Jeune, la piazza, sorta di grande anfiteatro sovrastato dalle altre, coloratissime sculture, comunica immediatamente quell'impressione di magia e incanto, di fascino, di gioco, di splendida visionarietà che anima l'intero Giardino. Anche le strade giocano nell'opera un ruolo fondamentale: sul cemento che le ricopre, infatti, Niki de Saint Phalle ha inciso indelebilmente appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso che ancora una volta non è solo fisico ma soprattutto spirituale.
L'Albero della Vita
Fa da contrappunto allo spazio cavo racchiuso dalle colonne del Papa il tutto-tondo dell'Appeso, detto anche l'Albero della Vita, il cui solido corpo coronato da teste di serpenti è ricoperto, come un giornale murale, di iscrizioni, grafismi e disegni di Tinguely e di Niki de Saint Phalle, che narra in particolare la sua esperienza autobiografica nelle formelle del pannello My Love. Delineata con fili di colore al centro di un settore ovale ricoperto di specchi, l'Albero della Vita reca la figura dell'Impiccato, che dal suo punto di vista rovesciato suggerisce un altro modo di guardare la realtà delle cose. L’impiccato in una visione positiva è l'inversione di prospettive e di valori, conferisce alla personalità una nuova morbidezza, lontana dalla rigidità degli schemi e delle convenzioni. Procedendo lungo la stradina di cemento - mentre un cartello segnala una possibile deviazione in mezzo al boschetto, dove sono collocate le sculture degli +Innamorati, coloratissime e gioiose figure che sedute sul muretto consumano il loro pic-nic e, più indietro, solitaria in mezzo a una piccola radura, il *Profeta, grande fantasma cavo interamente ricoperto di specchi - ci si imbatte nel castello dell'Imperatore, concepito "come una cittadella imperiale munita di torri, di un camminamento di ronda, di un cortile adornato da una fontana e da 22 colonne (il numero degli Arcani Maggiori) che sostengono un loggiato".
La Forza
La scultura della Forza rappresenta l'undicesimo Arcano dei Tarocchi e mostra una donna che tiene sotto controllo un drago, legato a lei da un filo invisibile. Si tratta di una originale interpretazione di questo Arcano, che, dal mazzo dei Visconti del 1450, rappresenta una donna che apre la bocca a un leone. L'introduzione della figura del drago mostra anche i collegamenti che l'artista ha con le sculture del Bosco Sacro di Bomarzo, dove è presente un drago che ricorda molto quello di Niki de Saint Phalle.