La compagnia Sine Nomine nasce ufficialmente nel marzo 2014 dopo 3 anni di lavoro. Composta da studenti del corso di Scenotecnica del Liceo Artistico – presso la sede associata dell Casa di Reclusione di Maiano, conta un organico di 40 elementi, di età compresa tra i 20 e i 70 anni, in grado di svolgere diversi ruoli (attore/aiuto regista/aiuto scenografo/attrezzista/addetto audio-video).
Giorgio Flamini è Direttore artistico della Compagnia SIne NOmine e Regista. È architetto e scenografo, Docente di Progettazione scenica e Disegno Geometrico presso il Liceo Artistico di Spoleto. È stato Assessore alla Cultura del Comune di Spoleto ed è presidente dell’associazione teatrale Teodelapio che opera da 15 anni nel settore del teatro e gestisce la scuola di teatro cittadina diretta da Anna Leonardi.
La Compagnia ha al suo attivo la trilogia #MA#IA#NO# composta da tre spettacoli scritti dalla stessa compagnia: Affettività patetiche/Cattività affettiva, Il migliore dei mondi possibili 1980 2025, Miracolo a Maiano, che sono stati inseriti nel cartellone del 56°, 57°, 58° Festival dei 2 Mondi. Di volta in volta, la Compagnia viene integrata con attori professionisti esterni, collabora stabilmente con la scuola di teatro Teodelapio, con attori come Anna Leonardi, Pietro Biondi, Mauro Bronchi, Diletta Masetti, Virginia Virilli, Cristina Spina, con le coreografe Laura Bassetta e Mariolina Maconio del centro Movart di Terni e con danzatrici come Serena Perna, Livia Massarelli, Margherita Costantini, oltre a musicisti come Fabrizio de Rossi Re.
Dopo il trittico MA#IA#NO - Affettività patetiche Cattività affettiva (2013), Il migliore dei mondi possibili 1980-2025 (2014) e Miracolo a Maiano (2015) - ‘A città ‘e Pulecenella, è la quarta produzione che la compagnia Sine Nomine, nata e attiva presso la Casa di Reclusione di Maiano guidata da Giorgio Flamini, realizza al Festival di Spoleto.
Un redivivo Goethe, spettatore ammirato di Napoli nel suo Italienische Reise, guida lo spettatore tra i diversi quadri, mentre una schiera di Pulcinella, mascherati e muti, lo scortano e lo costringono verso meandri, sempre più intimi e oscuri della città carceraria. Lo spettacolo, innervato sul filo della napoletanità, ma costantemente aperto alla domanda del "che cosa significhi, veramente" vivere l’esperienza detentiva, accoglie quindi, necessariamente, altre voci: quelle dedicate al tema della Giustizia.
Tutte e tre le opere, scritte, sceneggiate, realizzate dai detenuti, sono fortemente, sarcasticamente e dolorosamente centrate sull’universo carcerario, sulle storie che vi si condensano, sui frammenti di vita che ne hanno preceduto l’esperienza, sui sogni che lo accompagnano, sulle tensioni future che potrebbero costituire un momento di speranza di chi vive il tempo della detenzione. Nel filo degli anni, la poetica della Compagnia e, in particolare, di Giorgio Flamini, si è precisata e approfondita, forse nella direzione di un’esplosione delle tematiche e dei loro possibili sensi. Con ciò, si direbbe che Giorgio Flamini, giunto al termine della trilogia, lungi dal proporre una ricomposizione del dramma, voglia proiettare lo spettatore nel più confuso dei grovigli intellettuali e sentimentali, e a tale assunto sottomette il più vasto e scenografico dispiegamento di mezzi teatrali, musicali, visivi, dai rimandi espressionisti, dominati dalla misura dell’eccessivo e del trasgressivo, del dolente, anche se mai viene negato lo spazio a una impossibile allegria.
Il ringraziamento più vivo va al Direttore della Casa di Reclusione Dott. Luca Sardella, al Comandante Marco Piersigilli, al Personale dell’Amministrazione Penitenziaria, al Corpo di Polizia Penitenziaria, agli Educatori, all’Ufficio di sorveglianza di Spoleto, al magistrato di sorveglianza Grazia Manganaro, al magistrato di sorveglianza Fabio Gianfilippi e al personale dell’Ufficio del tribunale di sorveglianza di Spoleto: senza il loro apporto nulla di quanto si è fatto sarebbe stato mai realizzato e a tutti loro vanno i sensi della più assoluta gratitudine. Eguale ringraziamento al Festival dei 2 Mondi di Spoleto e al Comune di Spoleto per aver accolto questo prodotto nel cartellone dell’edizione 2016 del Festival e alla fondazione Antonini e al Consorzio Cosis per il contributo economico all’iniziativa.