Un'intera parete tappezzata dei disegni, degli schizzi, delle suggestioni che Emilio Vedova ha avuto nel corso di un'intera, lunghissima e prolifica carriera artistica. Una sorta di opera collage, che gli appassionati di uno dei maggiori esponenti dell'informale potranno godere nella sala della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova al Magazzino del Sale fino al 1° novembre 2016 con Emilio Vedova Disegni, a cura di Germano Celant e Fabrizio Gazzarri.
I disegni rappresentano colori che si mischiano a segni energici, pennellate nervose e precise, così come Vedova ci ha insegnato nel tempo. È una sorta di scrittura automatica, quella dell'artista veneziano, visionaria e attenta all'attualità e al momento. Segni, codici, simboli e colore in libertà, un linguaggio segreto che consegna ai posteri il Vedova fissato nel suo attimo creativo più genuino, quello del disegno.
Ma si può davvero parlare di schizzi preparatori nel caso di Vedova? Forse no, l'opera è nell'attimo e l'effetto che fanno tutti i disegni messi insieme è quello di un'opera a sé stante, una nuova opera di Emilio Vedova. E l'effetto è emozionante, come sono emozionanti le sue immense tele che si alternano in un movimento di macchina sapiente, in modo casuale, per sorprendere il visitatore. Lo spazio è dotato di un magazzino robotizzato di stoccaggio e di 10 navette semoventi in grado di trasportare e posizionare le opere nell’ambiente. Il tutto è gestito da un software creato appositamente che mette il curatore della mostra in condizione di decidere dove, come e in che sequenza esporre le opere, e di realizzare potenzialmente un numero infinito di scenari memorizzabili che si compongono e alternano in modo automatico, dando vita a una mostra in movimento e sempre diversa.
Emilio Vedova Disegni è interamente dedicata alle opere su carta, realizzate da Emilio Vedova nella sua lunga e complessa vicenda artistica, dai primi esordi nel 1935 fino al 2006. Selezionate e provenienti dall’archivio della Fondazione che ne custodisce un corpo significativo e in gran parte inedito, le carte coprono l’intero percorso espressivo dell’artista. La mostra è stata concepita seguendo come principio le indicazioni del suo percorso linguistico dal figurale all’informe. Vedova era solito discutere del disegno quale parte fondante e anticipatrice dei dipinti, analizzandolo secondo la logica della compresenza tra tempo e tempo, e spazio senza regole e chiusure, riflesso della sua attenzione al futurismo e alla sua energia propulsiva.
L’esposizione Emilio Vedova Disegni è strutturata in due sezioni. Una prima sezione, con opere del periodo tra il 1935 e il 1940, documenta gli studi e i primi sondaggi sulla rappresentazione e la registrazione del mondo, che rientrano nell’atmosfera della grande pittura veneziana e barocca, con cui si confronta. Ne vengono esposte le varie tecniche: dagli inchiostri ai pastelli, dai carboncini alla grafite e alle sanguigne, e vari soggetti dalle Architetture veneziane alle Storie dalla Bibbia, dagli autoritratti agli studi dai classici.
La seconda sezione, con opere che vanno dal 1940 al 2006, è basata su una selezione di lavori che, prodotti nel primo dopoguerra, si liberano dalla rappresentazione e si affermano per un linguaggio spezzato e aggressivo, che guarda alle avanguardie storiche dal Cubismo al Futurismo. Dal 1950 tale fare si traduce in un gesto immerso nella materia che fa sentire la presenza del soggetto stesso, l’artista. Negli anni Sessanta la superficie si impone come veicolo di luce e di spazio, ospitando un crepitio di segni e colori che fanno intuire lo scatenamento sensoriale ed emotivo di Vedova, che all’epoca produce i Plurimi, 1962-1964, sculture multi-formali e aperte. Tale interesse per la frantumazione mette in discussione la dinamica dei pieni e dei vuoti, così da spingere il disegno verso una condizione atmosferica, senza confini e senza limiti.Un magma nebuloso che enuncia ulteriori sconvolgimenti interni, speculari alle vicende politiche del periodo 1966-1968. Si arriva così, dopo una sua pausa meditativa negli anni Settanta, ai disegni degli anni Ottanta, in cui il tratto si impone come progetto di un’evoluzione che, alla dimensione pura, aggiunge l’uso per la stesura dei teleri e la costruzione dei Dischi / Oltre e dei Tondi.
Per comunicare la visione magmatica e fluida del fare di Vedova, l’allestimento della seconda sezione è stato progettato da Celant come un insieme compatto e pieno, a formare un territorio costante di segni e di gesti, che si intrecciano e si mescolano tra di loro. L’idea è di testimoniare l’omogeneità e l’impatto energetico dell’artista e del suo costante e cangiante disegnare. Per arricchire la lettura della mostra in concomitanza all’insieme dei disegni, tramite la macchina progettata da Renzo Piano, nello spazio del Magazzino saranno movimentate due serie di teleri degli anni ’80, alcuni inediti. In occasione dell’esposizione sarà pubblicata da Lineadacqua edizioni una ricca antologia dei disegni, con testi di Alfredo Bianchini, Germano Celant e Fabrizio Gazzarri, che ricorderanno, insieme al decennale della Fondazione, la vita e l’impegno di Emilio e Annabianca Vedova e offriranno una lettura e una testimonianza sulla logica e sul metodo del disegnare dell’artista.
Il meccanismo installato all’interno del Magazzino del Sale consente, unico al mondo, di allestire mostre dinamiche di opere d’arte, dove lo scenario espositivo può essere cambiato a piacimento, riposizionando le opere nello spazio senza vincoli, il tutto completamente servo assistito da macchine automatiche.