Per la grande poeta russa Marina Cvetaeva la creazione umana è un contraccolpo. Ecco le sue parole: "...una cosa mi colpisce, e io rispondo, contraccambio. Oppure la cosa mi interroga e io rispondo ... Sempre dialogo, lotta, interazione. La cosa propone un enigma. Sotto il pennello - nella mano - la risposta. Risposta o ricerca della risposta una terza entità, nuova... ".
Oggi è il 13 maggio 20016. Sono seduta in seconda fila nell'aula della Casa Matha e ascolto Andrea Emiliani, un grande padre dei Beni Culturali, che ha ricevuto molti doni dalla natura, tra questi il dono di una parola chiara, colta e ironica. Il suo è lo sguardo rivolto al passato che usa per interrogare un presente che ha perduto la sua memoria. A volte raggiunge nel racconto punte di diamante, ne condivido tutto il percorso, e "in barba" ai superstiziosi (venerdì 13) oggi è una gran bella giornata. Questo, al quale sto assistendo è il primo evento organizzato dall'Associazione "Dis-Ordine dei Cavalieri della Malta e di tutti i Colori". Andrea Emiliani ne è socio onorario e in questo incontro presenta il suo ultimo libro L'elogio della mano.
E sono così arrivata allo scopo di questa associazione, in realtà gli scopi sono molteplici ma a me piace partire dalla mano quando questa si fa portatrice di ogni forma creativa intimamente legata alla progettualità. Guardo le mie mani un poco deformate dall'artrosi: se non avessero realizzato, almeno in parte, i processi creativi della mente credo che mi sarebbe saltato il cervello. Intanto Andrea Emiliani allarga il campo cognitivo e indaga la bellezza di una storia che ha le sue radici nella nostra memoria. Non abbandona per strada nessun ricordo: traccia il percorso della bellezza e si chiede che cosa ne rimarrà di tanta ricchezza se si distrugge, come si sta facendo, la tutela dei beni culturali, artistici e ambientali. Si sente "poeticamente indignato" per la politica suicida del ministro Franceschini. Analizza, vede e riscontra il lento declino del "tramando" di esperienze fattive e concrete.
Si sofferma nell'elogio della mano quando diventa tramite della mente nel disegno, nella tela, nel progetto architettonico. "Con l'avvento delle nuove tecnologie sembra ci si vergogni della mano che educa la mente e così sono scomparsi gli istituti d'arte e professionali dove si insegnava con le mani". Questi sono solo frammenti di un discorso molto articolato, fatto di esperienze personali e di visioni storiche di grande portata. Sicuramente, dopo aver letto il libro ne traccerò il percorso completo.
Ritorno così all'Associazione da poco fondata. Ha preso corpo in questo momento di trasformazione dell'istruzione artistica in Italia con l'obiettivo di tutelare e tramandare, attraverso un pensiero collettivo, i valori e i saperi di quanti hanno frequentato o prestato la propria attività presso le Scuole d'Arte della provincia di Ravenna: Istituto d'Arte per il Mosaico Gino Severini, Liceo Artistico Pier Luigi Nervi, Accademia di Belle Arti di Ravenna, Istituto d'Arte per la Ceramica Gaetano Ballardini di Faenza, Scuola Professionale Albe Steiner Ravenna.
L'Associazione promuove e organizza attività di ricerca e tutela beni culturali materiali e immateriali del territorio, come, ad esempio: conferenze, dibattiti, consulenza artistica, convegni, esposizioni, performance, visite a musei e a luoghi d'interesse artistico, mostre d'arte, spettacoli, concerti, pubblicazioni, viaggi, corsi, tutoraggio orientativo e ogni altra attività associativa culturale ed editoriale lecita e aderente ai propri scopi finalizzati alla presa di coscienza del Patrimonio culturale e alla divulgazione del vissuto e del tessuto storico delle scuole d'arte locali e relativa memoria. Ravenna intende così dare una risposta reale a questo tempo che tende a cancellare gli Istituti d'Arte e il loro patrimonio in calchi, cartoni musivi, opere in gesso e materiali vetrosi.
Insieme a Marcello Landi, Fulvio Fiorentini, Giuliano Babini, Elena Pagani, Daniela Caravita, Dusciana Bravura, Stefano Cangini, Elisa Simoni, Federico Zanzi, Anna Togni, Agnese Navoni, faccio parte del comitato promotore dei soci fondatori. Sono arrivata per ultima, forse per necessità il caso mi ha portata fino qui. Non più chiacchiere e lamenti ma nell'associazione circola quella bell'aria del fare, del coinvolgere nel lavoro le giovani generazioni. E così mi sono ritornate alla mente le parole del mio amico Roberto Barbanti che insegna Estetica presso il Dipartimento di Arti Visive dell'Università di Parigi 8 e fanno parte della presentazione del mio libro d'arte Un pesce fuor d'acqua. Eccole: "...Gli artisti sono rimasti tra i pochi a lavorare i territori dell'assenza, ad ararne meticolosamente i pendii piantandovi semi di vitalità gratuita. È il loro modo di intrattenersi nel mondo, di colmare il vuoto delle perdite. Ricostruiscono poco a poco mappe d'identità. Luoghi di incontro al crocevia degli esseri, costellazioni di significato estranee alla logica del "grande distacco" che ha governato il timone della nave pirata occidentale... ".
C'è un precedente che vorrei ricordare. Il 23 ottobre 2015 in una sala del Palazzo della Provincia si è svolto un convegno nazionale per la tutela del patrimonio artistico e culturale delle scuole d'arte. Gli interventi di personalità della cultura, dell'arte, della scuola e della politica sia ravennati che di altre città, pur trattando argomenti diversi, come un fiume in un altro sono confluiti nella frase di Gustav Mahler che ha dato significato a tutto il lavoro del convegno: "Tradizione è la salvaguardia del fuoco, non l'adorazione delle ceneri". Da questo convegno è nata la Carta di Ravenna.
(Ravenna 19 maggio 2016)
Carta di Ravenna
Documento per la Tutela del Patrimonio artistico e culturale delle Scuole d’Arte d’Italia oggi Licei Artistici
Oggi, 23 ottobre 2015, a Ravenna, presso la sala Nullo Baldini del Palazzo della Provincia, in occasione del Convegno per la tutela del patrimonio artistico e culturale delle scuole d’arte organizzato dal Liceo Artistico Nervi Severini di Ravenna e dall’Associazione Essia, con il patrocinio di Comune e Provincia di Ravenna, Regione Emilia Romagna e Miur, a conclusione del primo quinquennio di esperienza del nuovo ordinamento dei Licei Artistici, è stata elaborata la presente dichiarazione programmatica.
Preambolo
- I Licei Artistici italiani rappresentano un patrimonio storico e culturale unico al mondo;
- nei Licei Artistici sono importanti le conoscenze estetiche e la “manualità colta”, da perseguire attraverso un percorso che somma capacità progettuale e abilità tecnica, ricerca sulla tradizione e forza innovativa, conoscenza dei materiali e valorizzazione della vocazione territoriale;
- negli archivi, nei laboratori, nelle aule dei Licei Artistici è conservato un patrimonio di strumenti e di opere che documentano l’attività svolta dai docenti e dagli allievi che si sono formati in questi percorsi e che non di rado sono diventati artisti di chiara fama. Attraverso queste opere risulta chiaramente leggibile il legame di ciascuna scuola con il territorio cui appartiene;
- le pratiche di insegnamento attivate in questi percorsi formativi hanno giocato un ruolo fondamentale nella formazione di molti artefici del made in Italy in tanti campi della creatività;
- questo prezioso patrimonio è oggi garanzia di sopravvivenza di tradizioni e di memorie che per oltre un secolo hanno caratterizzato la trasmissione dei saperi artigianali e artistici;
- la fama e la ricchezza culturale dell’Italia è in gran parte dovuta alla produzione di opere e manufatti unici e tipici dei vari territori, veri e propri simboli del nostro Paese di cui testimoniano la storia, le tradizioni e il prestigio internazionale;
- senza un’adeguata azione di tutela, la ricca e varia produzione artistica custodita nei Licei Artistici d’Italia rischia di andare dispersa in breve tempo;
- tramite mirati interventi di conservazione e di valorizzazione è possibile prevenire l’impoverimento e il livellamento delle competenze nelle future generazioni di allievi dei Licei Artistici; un rischio non solo di carattere tecnico e operativo, ma anche economico e sociale;
- la catalogazione e la conservazione di questi beni possono diventare una risorsa culturale ed economica importante non solo per le scuole, ma per tutto il territorio d’appartenenza, che in essi può leggere e riconoscere una parte significativa della propria storia.
Tutto ciò premesso e considerato si affermano i seguenti principi:
- Il patrimonio di opere, di strumenti, di spazi laboratoriali, di conoscenze e competenze presente nei Licei Artistici, espressione delle diverse vocazioni territoriali, deve essere tutelato allo scopo di conservarne la grande qualità e varietà;
- la revisione delle classi di concorso deve tener conto degli insegnamenti specifici e preservarne la
continuità;
- i Licei Artistici debbono impegnarsi a sensibilizzare gli allievi sui temi della salvaguardia e della conservazione dei beni che compongono il patrimonio didattico e artistico della scuola stessa tramandato dalle generazioni precedenti;
- è necessario favorire le pratiche scolastiche che educano le nuove generazioni all’individuazione, alla protezione e alla conservazione dei beni che compongono il patrimonio culturale, artistico, ambientale e che rivestono un interesse fondamentale in funzione di testimonianza dell’identità e della storia locale;
- è opportuno che i Licei Artistici promuovano accordi di rete con gli enti territoriali e con altre
istituzioni interessate per progettare percorsi operativi che consentano di rilevare la consistenza e
l’esatta condizione dei beni culturali custoditi nelle scuole stesse, sulla base di un attento censimento di laboratori, strumenti e opere esistenti, nell’ottica della loro conservazione e ottimale utilizzazione;
- è auspicabile che ogni amministrazione locale si impegni a proteggere e a valorizzare le istituzioni
formative del settore artistico, volàno delle potenzialità del territorio, sostenendole nella progettazione di percorsi di collegamento con i sistemi di produzione artistica, artigianale e industriale;
- la costruzione di una rete di tutela del patrimonio artigianale e artistico locale deve costituire una
risorsa strategica per la crescita e per il rilancio di servizi e professioni atte a valorizzare la cultura del museo diffuso, nella prospettiva dello sviluppo socio-economico del territorio.
Si auspica che il MIUR e il MIBACT, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, promuovano un piano nazionale di indirizzo per la catalogazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, materiale e immateriale, dei Licei Artistici.