La realtà potrebbe essere spiegata da una teoria matematica che utilizzi come strumento principe il concetto, ancora misterioso, di consapevolezza. L'universo potrebbe avere origine proprio da un atto di coscienza, un gesto di “amorevole” consapevolezza.
La ricerca condotta, muovendo dalle nuove frontiere della fisica quantistica, è quella di Federico Faggin, professore, fisico, inventore del primo microprocessore al mondo, e di tutti i primi microprocessori dell'Intel (8008, 4040 e 8080). Il fisico vicentino vive ormai da 46 anni negli Stati Uniti a pochi chilometri dall'Università di Standford, presidente onorario di Synaptics che fondò nel 1986 realizzando i primi Touchpad e Touchscreen, è considerato l'Enrico Fermi del digitale. Con la sua Fondazione, la Federico ed Elvia Foundation, Faggin sta conducendo una straordinaria ricerca per dimostrare che, probabilmente, l'origine dell'universo è scaturita da un atto di consapevolezza avvenuto con il Big Bang 13,8 miliardi di anni fa. Perché sottolinea lo scienziato: “Lo scopo dell'universo, che è fatto di energia consapevole, è di conoscere se stesso”. Nel corso di un’affollatissima lectio magistralis pre-COVID all'Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti in Padova, Faggin ha ripercorso i capitoli più importanti della storia della fisica collegandola anche ai principi filosofici che hanno creato il tessuto del pensiero occidentale. Per giungere, poi, nella seconda parte, a toccare una frontiera della sua ricerca estremamente avanzata. Muovendo dalla fisica quantistica, dalla relatività generale di Einstein, quindi Planck, al principio di indeterminazione di Heisenberg, per definire ciò che da forma e significato alla nostra esperienza.
Per Faggin la consapevolezza, ossia la capacità di percepire le sensazioni interiori e l'esperienza del vissuto nell'esatto istante in cui si compie, si lega a cinque aspetti fondamentali: percezione, comprensione, identità, libero arbitrio, azione. Tutti elementi che si basano sui “qualia”, termine coniato dalle neuroscienze che identifica gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti. E' evidente, e Faggin lo ha provato con anni di ricerche e tentativi, che è impossibile creare una macchina che possa essere consapevole delle azioni che compie.
“Le macchine computerizzate, anche quelle più avanzate come i computer quantici – ha spiegato Faggin - non prenderanno mai il sopravvento sull'uomo perché non sono consapevoli della loro funzione. La consapevolezza è parte dell'energia che crea spazio, tempo e materia, esiste ed è indipendentemente dalla materia. L'idea che si possa scaricare la propria consapevolezza in un computer è un'idea che considero irrealizzabile. Il cervello non è strutturato come un computer, si pensi che non sappiamo ancora dove si trovi la memoria”. In sintesi, l'atto consapevole è pienamente umano ma anche iscritto nella natura in senso più ampio: animali, vegetali e soprattutto universo.
“La consapevolezza – evidenzia ancora Faggin - è la nostra capacità di avere delle esperienze sensoriali e di sentimenti. Se ascoltiamo un suono, ad esempio, questo non è solo un segnale elettrico ma una sensazione sonora. Il problema è che non siamo ancora in grado di tradurre questo meccanismo e di spiegarlo. Come il sentimento di gioia, da dove viene? Certamente c'è un correlato elettromagnetico, dei neuroni del cervello ma non sappiamo assolutamente come sia possibile tradurre dei segnali elettrici o bit di memoria in sensazioni. Quindi, è una proprietà che deve essere ricercata”. E la ricerca del fisico italiano parte proprio dalle leggi della meccanica, della fisica quantistica e della relatività generale, oltre le tre dimensioni conosciute.
"Sono giunto alla conclusione - ha proseguito lo scienziato - che la consapevolezza deve essere una proprietà irriducibile dell'energia di cui tutto è fatto: spazio, tempo, materia. Questa energia che crea spazio, tempo e materia è anche consapevole. Possiamo dire che è il modo in cui la consapevolezza sa di sapere, attraverso sensazioni e sentimenti. Quindi la consapevolezza esiste indipendentemente dalla materia; infatti questa emerge dalla consapevolezza come specchio per la consapevolezza stessa: conoscere se stessi".
Sull'esistenza e la grande diffusione di teorie, scientifiche o parascientifiche, che prendono spunto dalla consapevolezza e dalla teoria quantistica, per evidenziare come l'uomo possa essere in grado di creare o modificare il reale utilizzando, appunto, consapevolezza e pensiero, Faggin ne conferma l'esistenza ma sottolinea la mancanza di una formula matematica esplicativa.
“Certamente, questo è il punto di partenza – conclude il fisico - poi bisogna trovare una teoria matematica. Il pensiero altera le connessioni del cervello, questo è ormai assodato, crea dei cambiamenti nella struttura cerebrale, ma anche dei cambiamenti ormonali, ecc. La nostra vita esteriore e fisica è legata a quella interiore, è scienza già verificata. Il prossimo passo sarà di capire matematicamente come avvengano questi fenomeni così da formulare una vera teoria scientifica sull'interazione della consapevolezza con la materia. Ed è questo l'obiettivo della Fondazione che ho creato”.