Un fiore può racchiudere innumerevoli significati, ma quando diventa il soggetto per l’obiettivo di un fotografo fuoriclasse come Gian Paolo Barbieri, si trasforma in un’opera d’arte per la gioia di tutti. Una ricca serie di queste fotografie, raramente messe in mostra, sono esposte al concept store Miroglio in Piazza della Scala a Milano fino al 24 marzo.
Gian Paolo Barbieri, milanese, uno dei più apprezzati maestri della fotografia, famoso per i suoi ritratti di star del cinema, top model e altre personalità, cui affianca un gran numero di servizi sulle regioni tropicali del pianeta e il loro ambiente naturale, da qualche anno è rappresentato da 29 Arts In Progress [1] che, come spiega Eugenio Calini, non è solo una galleria d’arte ma un progetto artistico che grazie a collaborazioni con musei e privati, comincia il suo percorso in estremo Oriente con la missione di contribuire attivamente allo sviluppo dell’arte contemporanea.
Qual è il concept di 29 Arts In Progress? E perché la sede è a Londra?
Eugenio Calini: 29 Arts In Progress nasce formalmente agli inizi del 2013 con Luca Casulli, l’altro co-founder, ma il progetto inizia a prendere forma ben prima: nonostante l’idea iniziale fosse la costituzione di una galleria d’arte contemporanea tradizionale, abbiamo presto realizzato che il vero obiettivo era quello di portare l’arte in giro per il mondo e la sola gestione continuativa di uno spazio, seppur inedito nel suo concept, ci è presto sembrato un percorso troppo statico. Crediamo che Londra sia la capitale artistica dell’Europa. Instancabile innovatrice artistica e culturale, Londra è la città delle idee e dell’immaginazione. L’ambiente creativo della capitale è effervescente. La scena artistica è di qualità elevata, il pubblico è tra i più esigenti e vi sono collezioni di arte moderna tra le migliori al mondo. Ed è così oggi più che mai, in questi tempi di crisi. Ecco che da qui, allora, abbiamo scelto di far partire le nostre proposte artistiche. Anche verso Hong Kong, dove abbiamo già realizzato alcune importanti mostre, e dove le autorità locali aspirano a farla diventare il cuore culturale dell’Asia.
Con che criterio scegliete gli autori: quanti gli italiani?
L’arte è ovunque, basta scoprirla. Vogliamo essere attivi sia sul mercato primario che quello secondario, affiancando ai talenti emergenti o alle nuove opere di artisti ormai affermati, la “rivendita” di opere già presenti da tempo sul mercato. Optiamo più spesso sulla pittura figurativa, meno soggetta ad alti e bassi legati a grandi mode, fenomeno che interessa invece in misura maggiore l’arte astratta. Gli artisti italiani sono quasi il nostro principale focus ma con una chiara matrice: l’originalità innanzitutto.
Gian Paolo Barbieri è un fuoriclasse. Da quando lo rappresentate?
Conoscevo da tempo Gian Paolo, milanese come me, ed è stato il primo artista al quale abbiamo pensato quando abbiamo deciso di affiancare anche la fotografia alla nostra proposta artistica, perché la fotografia trovi una sua dignità nell’arte contemporanea, specialmente quando si tratta di un'opera prodotta da un Maestro, in tiratura limitata numerata, firmata e certificata. Barbieri ha realizzato campagne pubblicitarie per i più importanti marchi della moda: memorabile la sua Veruschka che, nel 1975, appare coperta solo da un sottile velo nero trasparente, look ripreso anche da Herb Ritts in una foto del 1984. Ha lavorato per molte riviste, sempre più importanti, fino ad arrivare a scattare per la copertina di Vogue Italia e negli anni ’90 compie diversi viaggi in paradisi tropicali come Tahiti, Madagascar, Seychelles e Polinesia, da cui nascono dei meravigliosi libri fotografici in cui racconta luoghi e realtà lontane con il suo impeccabile gusto. Nonostante le foto siano in esterno e siano spesso immediate o fugaci, sono così “perfette” da sembrare fatte in studio, riesce ad unire la spontaneità di quella gente e di quei luoghi a un’eleganza e uno stile che lo contraddistinguono sempre. È riuscito a intrecciare la spontaneità della fotografia etnografica al glamour della fotografia di moda. Queste foto sono state scelte da David Bailey per essere esposte all’interno del Victoria e Albert Museum di Londra e nel Kunsforum a Vienna e sono, a tutti gli effetti, opere d’arte. I lavori più recenti sono invece Dark memories, Skin e la raccolta dei suoi Fiori. La nostra collaborazione inizia con una mostra a Singapore, nel 2014 al Marina Bay Sands Exhibition Centre, agli albori della fotografia d’arte per il mercato di Singapore e del sud-est asiatico. Abbiamo presentato una selezione di opere fotografiche attingendo al ricco archivio di Barbieri con alcuni scatti fatti proprio a Singapore negli anni '80 in cui l’Oriente incontra l’Occidente. Abbiamo poi partecipato con lui a Milano, nel 2015, alla 5a edizione della Fiera internazionale d’arte fotografica MIA PHOTO FAIR: un Gian Paolo Barbieri nella sua città natale, e il successo è stato incredibile, sia per afflusso di pubblico che per l’interesse dei collezionisti e i riconoscimenti della giuria del MIA.
L’arte di Barbieri cosa rappresenta in una scala estetica?
Barbieri riesce a trasformare ciò che ritrae in immagini ideali, con richiami continui al cinema anni Trenta e Quaranta: siamo stati per questo chiamati a curare una mostra a Taormina nel giugno 2016 a Palazzo Corvaja, in occasione della 62a edizione del Taormina Film Festival, e abbiamo composto una mostra dedicata al cinema e alle star di Barbieri dagli anni '60 ai giorni nostri, con una ricchissima selezione di 50 opere. Nel novembre scorso allo Spazio Montebellotrenta a Milano, abbiamo curato la presentazione del nuovo lavoro Skin, mostra inedita in uno spazio inedito. Il suo nuovo lavoro, è più introspettivo, visioni quasi metafisiche di ricordi, di visitazioni, di dediche, di esperienze culturali di cui Barbieri, per tutta la vita, è stato allievo e interprete.
Come è nata la mostra Fiori, appena inaugurata da Miroglio a Milano?
È nato tutto lo scorso ottobre durante una riunione nello studio Barbieri in cui si doveva organizzare lo shooting della campagna Adv. SS2016 per la linea Elena Mirò del gruppo Miroglio. Vedendo le splendide foto di fiori alle pareti dello studio è nata tra noi e l'azienda Miroglio l'idea di utilizzare alcune fotografie di Barbieri per la loro campagna. Il progetto si è poi rafforzato con l'idea di realizzare una mostra di alcune foto nel negozio Miroglio di Piazza della Scala a Milano e la pubblicazione di un libro in cui Gian Paolo Barbieri ha raccolto 46 tra i suoi più bei scatti di fiori. È un connubio di arte e di valorizzazione della bellezza nelle sue varie forme, che è da sempre nella vocazione del gruppo Miroglio. Ed è un esemplare traduzione nei fatti di come l'impresa fa vivere l'arte.
Quali saranno le prossime tappe delle mostre e presentazioni di Barbieri?
Dopo l’esposizione Fiori, dal 28 aprile al 2 maggio, Gian Paolo Barbieri sarà in mostra a Milano in occasione della 6a edizione del MIA PHOTO FAIR.
Quali sono le tirature delle opere fotografiche di Gian Paolo Barbieri?
Ogni opera fotografica di Gian Paolo Barbieri è eseguita in analogico e non viene ritoccata in alcun modo. Le sue fotografie sono riprodotte su Hahnemuhle Fine Art Baryta Paper e raggiungono al massimo 15 edizioni a livello globale: la rigorosità è assoluta, attraverso accorti sistemi di autenticità dell’opera e che spazzano via ogni possibile scetticismo legato alla “riproducibilità” di questo mezzo espressivo. In occasione del prossimo appuntamento al MIA esporremo le Polaroid inedite di Gian Paolo Barbieri, pezzi unici molto apprezzati dalla critica e molto ambite, perché garantiscono l'unicità del prodotto, mantenendo prezzi contenuti. Le quotazioni oscillano in base al numero di edizione oltre a rispecchiare gli aspetti di crescente notorietà che l’artista ha raggiunto, anche per la presenza in collezioni pubbliche e private di primaria importanza, tra cui si annoverano – oltre a quelli già citati - il Multimedia Art Museum di Mosca.