Un articolo pubblicato sulla rivista Science riporta le prove di una ricerca che afferma che oggi siamo in un nuovo periodo geologico chiamato Antropocene e non più nell'Olocene. Il termine Antropocene indica un periodo segnato dall'influenza degli esseri umani sul pianeta Terra. Secondo un gruppo di 24 ricercatori di varie nazioni parte dell'Anthropocene Working Group, ci sono le prove che gli esseri umani hanno modificato i sistemi della Terra abbastanza da lasciare tracce non solo negli ecosistemi, ma anche a livello geologico a metà del XX secolo.
Il concetto di un nuovo periodo geologico determinato dall'influenza degli esseri umani non è un concetto nuovo. Gli effetti delle attività umane erano stati riconosciuti già nel XIX secolo e nel 1873 il geologo Antonio Stoppati aveva proposto addirittura una nuova era geologica chiamata antropozoica. Da quella volta ci sono state altre proposte e stavolta potrebbero esserci prove sufficienti per definire un periodo geologico iniziato dalle attività umane e non da eventi naturali.
Secondo gli scienziati che hanno condotto questa ricerca, alla metà del XX secolo c'è stata quella che chiamano la "Grande Accelerazione". Le attività umane hanno cominciato a lasciare segni visibili sulla Terra già millenni fa ma negli ultimi decenni sono aumentate notevolmente e anche i tipi diversi di segni sono aumentati. Ad esempio, la diffusione dei materiali plastici ha causato anche nuovi problemi come la presenza di vere e proprie isole di rifiuti plastici negli oceani.
Oltre alle plastiche, ci sono altri materiali utilizzati comunemente e in notevoli quantità che producono rifiuti generando veri e propri sedimenti che potrebbero venire scoperti da geologi del futuro. Ad esempio, i rifiuti elettronici costituiscono un problema crescente e sono composti da plastiche e da vari metalli. Scarti di lavorazioni industriali possono essere anche tossici e troppo spesso vengono semplicemente sversati dove capita.
Un altro esempio dell'influenza degli esseri umani a livello geologico è dato dalla cementificazione delle città umane. Popolazioni sempre crescenti abitano sempre più spesso in case di cemento, la cui produzione comporta il prelievo di certi materiali da alcuni luoghi per costruire nuove case. Si stima che negli ultimi 20 anni sia stata prodotta oltre metà di tutto il cemento utilizzato dagli esseri umani.
Il passaggio a un nuovo periodo geologico può anche essere segnato da un'estinzione di massa e anche in questo caso gli esseri umani stanno lasciando il loro segno. In alcuni casi l'intervento è diretto con caccia e pesca, in altri è indiretto con devastazioni di vario tipo degli ecosistemi ma in ogni caso oggi le estinzioni stanno riguardando una quantità di specie molto superiore alla media.
Se la situazione non cambierà radicalmente, nel giro di un paio di secoli gli esseri umani potrebbero causare l'estinzione del 75% delle specie di animali e piante che esistevano pochi decenni fa. Due secoli possono sembrare un tempo lunghissimo ma in termini geologici costituiscono un intervallo brevissimo perciò si può ben parlare di estinzione di massa. Non è pensabile che un fenomeno così catastrofico rimanga senza conseguenze per gli esseri umani.
Il riscaldamento globale è solo una delle conseguenze delle attività umane ma è tipicamente il più discusso anche se ci sono altre conseguenze. Gli autori di questa ricerca sono i primi a dire che la loro teoria sull'Antropocene non è definitiva ed è necessario raccogliere altri dati. Questo è un modo di ragionare scientifico basato sulla razionalità tuttavia siamo a un punto in cui non possiamo aspettare prima di fare qualcosa per cambiare seriamente la situazione se non vogliamo che la prossima grande estinzione includa la specie umana tra quelle che scompariranno.