Costato 8 milioni di euro e già in avanzata fase di costruzione, il Ponte della Musica è un'opera di altissima ingegneria. Lungo 190 metri, con due archi dalla luce di 160 metri, il ponte collegherà le moderne architetture di Piano (Auditorium), della Hadid (Maxxi), di Nervi (Palazzetto dello Sport) e di Libera (Villaggio olimpico) al razionalismo di Del Debbio e Moretti (Casa delle Armi) in area Foro Italico. Previsto fin dal Piano regolatore del 1916, nato da un concorso internazionale del 1999, ha visto la posa della prima pietra con l'attuale amministrazione della capitale.

La sua apertura sarà seguita entro la fine dell'anno da quella del Ponte della Scienza. Inizialmente immaginato come ciclo-pedonale e successivamente modificato per consentire anche il passaggio di tram e veicoli, collegherà il Lungotevere Flaminio, in riva sinistra, in corrispondenza di Piazza Gentile da Fabriano, al vertice del tridente formato da Via Guido Reni, viale Pinturicchio e viale del Vignola con il lungotevere Maresciallo Cadorna, lungo la riva destra del fiume.

«La soluzione proposta – chiariscono i progettisti – è caratterizzata dall’inclinazione dei due archi rispetto al piano verticale e dall’assenza di un loro collegamento orizzontale nella zona sovrastante l’impalcato. Ciò consente una particolare leggerezza dell’immagine architettonica e l’eventualità di separare una corsia carrabile centrale dai due percorsi pedonali che si affacciano senza ostacoli sul fiume. Le imposte in calcestruzzo armato che riportano alle fondazioni le spinte degli archi proseguendone lo sviluppo fino al suolo, sono utilizzate anche come elementi di collegamento tra il piano di calpestio del ponte e le rive attrezzate del Tevere. L’accessibilità è favorita dall’assenza di raccordi in pendenza a scale e la sezione dell’impalcato consente una ottimale flessibilità d’uso del ponte»