Poetica, delicata, meravigliosamente forte e decisa: in una sola parola “intensa”. Simona è intensa nel suo modo di percepire, di dare senso, di agire; nel suo essere sempre aperta a tutto ciò che compare. Per presentarvi Simona Bramati non ho parole migliori di queste:
Le miglia di distanza lontano
Da tutto sarebbero finite. Tutto si sarebbe incontrato.
(da Il mondo come meditazione, Wallace Stevens, Guanda, a cura di Massimo Bacigalupo)
Chi è Simona Bramati?
Una strega!
Come sei approdata all’arte, e in che modo l’arte ti si è presentata?
Ero piccolissima e mi affascinavano più le matite che le bambole! Era il mio sogno e ho lavorato affinché diventasse realtà.
Cosa, del mondo che ti circonda, attrae la tua attenzione e cosa riesce ad avere un effetto tale da influenzare te e la tua ricerca artistica?
Mai come in questo periodo creativo le persone che sono in contatto con gli animali mi hanno attratta così profondamente. Sempre più spesso gli animali sono i protagonisti dei miei dipinti e quasi sempre sono legati a una storia precisa. Sarà forse perché vivo più con loro e trovo nei loro sguardi, nei loro movimenti l'unica possibilità di tornare in una dimensione ancestrale, primordiale, a quell'esperienza mistica di connettersi con i dogmi dell'esistenza. L'acqua è un altro elemento molto importante! Sarà perché sono del segno del Cancro o forse perché è solo la mia predisposizione!
Se ti chiedo di rivolgere la tua attenzione dal cosa ricordi (il contenuto di una determinata esperienza) al come la ricordi (come rappresenti interiormente le esperienze già fatte):
• ricordi soprattutto le sensazioni?
• oppure è più forte il ricordo dei colori?
• ricordi soprattutto le voci o i suoni o il silenzio?
• oppure il volto delle persone?
• il profumo o l'odore di qualcosa in particolare?
• altro?
Ogni esperienza diventa l'immagine di quel che si vuole ricordare credo... Io ricordo tante cose di solito, luce, colori, rumori, e i profumi che rievocano visioni ogni qual volta se ne risente uno uguale...
Attraverso quale dei cinque sensi entri in relazione con il mondo, e quale utilizzi più frequentemente, più volentieri e con più familiarità quando lavori?
Non ne prediligo uno... è impossibile escluderne! Spero sempre di riportare le sensazioni in ogni immagine da me dipinta suscitando in chi la guarda il ricordo di qualcosa che è stato o che deve accadere... tramite tutti i sensi che abbiamo in natura!
Che approccio hai con la materia per arrivare agli aspetti contenutistici e concettuali delle tue opere?
La materia è vita... e la materia è anche quella che mi permette di raggiungere un risultato, che mi aiuta a realizzare quello che poco prima era solo un pensiero! Devo molto alla matericità dei colori a olio, al segno che lascia la matita, agli smalti, devo a loro tutto! Devo molto anche alla “matericità” del gesto invisibile...
Il tuo lavoro nasce dall’impulso che segue a un’idea o a una necessità? C’è un filo conduttore che ti porta a tessere la trama delle tue opere?
Ogni mio dipinto è legato a una storia che sia vera o inventata. A volte “covo” l'idea per mesi, altre volte basta una frase per farmi accendere la lampadina e buttarmi a capofitto in un lavoro. Come dicevo prima ultimamente mi affascinano le interazioni tra gli animali e le persone, soprattutto figure femminili. L'aspetto naturalistico è quello che mi permette di rappresentare la mia visione del mondo.
Nella resa finale di un tuo progetto artistico quanto peso hanno la pianificazione e la ricerca e quanto è imputabile, invece, all’imprevedibilità?
L'imprevedibilità è quello che rende viva la progettazione! Io sono impulsiva e istintiva per natura, non riuscirei a pianificare tutto, quindi mi lascio guidare come in una danza sbilenca verso l'obiettivo.
C come consapevolezza, M come memoria, P come persona... che significato hanno queste parole nella tua ricerca artistica?
Credo tutto. Un artista deve essere il testimone di un'epoca secondo me, quindi se si crea un'opera si deve avere la giusta consapevolezza per affrontare un tema che non escluda la memoria che è insita nel pensiero umano. Inoltre il mio lavoro è incentrato tutto sulla figura umana e sull'indagine del se attraverso le influenze dall'ambiente naturale.
C’è un momento o un’esperienza alla quale colleghi quella sensazione intensa che fa dire “Io sono viva!”?
Sì! Quando dipingo.
Quali delle tue opere ci proporresti come punti di snodo fondamentali nel tuo percorso?
Scighitz mi ha aperto la strada a questo mondo fatto di “esibizioni”. Le Parche hanno segnato la ricerca volta verso la mitologia. Il lavoro dedicato alla violenza sulle donne ha favorito in me maggiore consapevolezza. Poi se riguardo tutti i miei lavori riconosco i miei periodi, li riconosco tutti e li ricordo con affetto, quello che potrebbe provare una mamma nei confronti dei propri figli.
Quali sono le motivazioni, le spinte, i condizionamenti, i limiti e le conseguenze di essere un artista oggi?
La motivazione non è legata all'oggi. Si nasce scelti e non si può sfuggire al proprio destino. Sono molto critica nei confronti di un sistema abbastanza deludente in cui si hanno mille difficoltà e non si è tutelati da nessuno. Per non limitarmi ho scelto vie parallele al sistema consolidato e, a mio parere, sono più libere e coinvolgenti!
A che cosa può aprirsi il mondo attraverso l’arte?
Forse a una visione non comune delle cose! È sempre interessante vedere come gli artisti interpretano il mondo e quali idee generano un'opera d'arte. A volte si cade nel banale, altre volte ti dici “ma perché non ci ho pensato io!” e in quel caso ammiri il genio.
Quanto può essere utile oggi a un artista esporre in un determinato contesto? E quanto può essere utile il loro passaggio al contesto che li accoglie?”
Dipende sempre dal contesto è ovvio. È molto bello quando le cose sono fatte bene e quando s'incontrano persone di notevole sensibilità e che accolgono il tuo lavoro con amore! Perché sì, io ho bisogno di persone che accolgano “i miei figli” con amore!
In che senso il fatto di essere donna ha determinato la tua vita? Quali possibilità ti sono state offerte, e quali rifiutate? Che destino possono aspettarsi le nostre sorelle più giovani e in che direzione bisogna orientarle?
Io non mi sento di orientare nessuno, ma solo perché ancora devo capire dove sono orientata io! (rido). Ho vissuto molto male il fatto di essere nata femmina! A scuola nessuno mi aveva insegnato che esistevano le artiste donne... L'ho scoperto alle scuole superiori, ma anche lì con lentezza, non dipesa da me! Sta di fatto che io ho sempre avuto un atteggiamento piuttosto maschile proprio dovuto al mio non accettare il fatto di non poter intraprendere la strada che credevo impossibile, ma che invece oggi è la mia... È stata dura riappropriarsi del proprio essere donna!
Che progetti hai in cantiere?
Ho nel cassetto qualcosa come i sogni, altri piano piano si stanno avverando, ma pur non essendo scaramantica preferisco renderli noti al momento opportuno! Posso però dire ciò che è stato e che sta accadendo! Ho scritto una lettera a Giovanni Lindo Ferretti, che riporto qui di seguito:
“Ero a Bastia Umbra in occasione di un tuo concerto, e dopo aver parlato di cavalli, asini e transumanze, tu mi dici che stai aspettando l'arrivo di un mulo... non capisco più nulla e ti chiedo se posso venire a Cerreto a trovarti. Ovviamente mi son subito vergognata perché non avrei mai e poi mai chiesto una cosa simile, ma ero spinta da una forza diversa da quella che riconosco essere mia.
Tu mi hai risposto - "... la vita è complicata!..., a volte quando s'incontra una persona è un regalo di dio...altre volte no...
Se arrivi da me con la macchina è facile, tutti possono farlo!
Ma se vieni con una bestia di quelle la mia porta è aperta!”
Storie di cavalli, di muli e di asini.
“Il raggiungimento di un luogo lo si percorre a piedi... non con i mezzi facili di oggi... - poi sorridendo come a scusarti hai aggiunto - certo se arrivassi a cavallo sarebbe ben più difficile non darti relazione”.
Ed ecco ciò che è accaduto: io non posseggo cavalli ma dipingo. Trascorrono mesi e non penso più alle parole di Giovanni. Continuo con la mia pittura e a cercare muse... Arriva Cinzia (Cinzia Pellegri, N.d.R.) per puro caso, grazie ad una persona che fotografò anche me in altra occasione... Lei era già entrata nel mio immaginario da tempo conoscendo Saga! La forza della Signora della Corte e del suo Drago Nero sono entrati nella mia pelle e in profondità... come spinta da una potenza che scuote tutto il corpo trascorro una settimana chiusa in studio e abbraccio Cinzia e Ben con amore, la magia arriva e io e la mia Signora ci riconosciamo! Poi tutto il resto è incredibile... dopo questa lettera che ci siamo scritti Giovanni ed io, lui che mi ha ospitata nella sua Fondazione a esporre il mio lavoro “Il Drago Nero e la Sua Signora”. “Il Drago Nero e la Sua Signora” accompagna Giovanni, Cinzia e Marcello durante Saga, lo spettacolo equestre che ha accolto me e la mia pittura. Solo dopo l'invito di Giovanni a esporre Il Drago Nero e La Sua Signora presso la sua Fondazione, ho avuto chiara la consapevolezza di aver trovato senza cercarla la 'bestia' che mi ha aperto la porta di Giovanni!”
Qual è il desiderio del tuo cuore?
Imparare a dipingere!
Simona, dubiti mai di te stessa?
Certo che si! Dubito fortemente di saper fare la “sperna” come la faceva mia nonna o mia madre!
Dai la risposta alla domanda che volevi io ti facessi e che non ti ho fatto...
Sì Flavia cara, ce l'ho anche io la grande quercia dell'amore a casa ed è talmente grande che accoglie tutti i miei umori e sarebbe bellissimo che nel mio ultimo giorno venissi sepolta proprio ai suoi piedi!
Simona Bramati (Jesi, 26.06.1975) vive e lavora a Castelplanio (AN).
www.simonabramati.it