Molti anni fa, non mi ricordo quanti, avevo letto il libro di Carlo Levi “ Cristo si è fermato a Eboli”. E queste poche righe del libro mi hanno fatto nascere il desiderio di conoscere Matera: «Arrivai a Matera, verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c'è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche… Allontanatami un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera.
(…) ...La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. ...Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l'inferno di Dante. ...in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. ...alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera ...E' davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante.»
Finalmente ho realizzato il mio sogno. Sono andata a Matera, e non solo: in bicicletta (che avevo caricato sulla mia macchina) sono andata anche a scoprire le Dolomiti Lucane. La sua storia recente è segnata da un cambiamento: lo svuotamento dei Sassi e l’edificazione della città nuova. Ma il suo fascino è rimasto intatto, con il centro storico scavato a ridosso del burrone e le molte case nei Sassi (il Sasso "Caveoso" ed il Sasso "Barisano", patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1993) che scendono in profondità nel calcare dolce (spesso in calcarinite) della gravina. Ho visitato alcune delle chiese rupestri di Matera e del territorio circostante. Sono circa centocinquanta siti di culto compresi in un lasso temporale che dall’alto medioevo giunge fino al secolo XIX, strettamente legati ad ogni fase storica, sociale e religiosa del territorio.
Mi hanno anche colpito: le facciate rinascimentali e barocche che si aprono su cisterne, trasformate in abitazioni; le Chiese bizantine che nascondono pozzi dedicati al culto persiano di Mitra; i vicinati formati da un insieme di abitazioni che affacciano su uno stesso spiazzo; il Palombaro lungo, immenso serbatoio d'acqua sotto piazza Vittorio Veneto.
Dopo aver girato il lungo e il largo Matera, scoprendo ogni giorno scorci e nuovi e particolari, assaggiato i suoi piatti tipici e degustato i suoi vini corposi, inforcata la mia bici, con l’organizzazione di Ferula Viaggi (http://www.ferulaviaggi.it/) e dopo aver fatto una puntatina a Montescaglioso, situata su un colle alla sinistra del fiume Bradano, sono andata alla scoperta delle Dolomite Lucane, passando per Grottole e Tricarico. Sono ritornata poi a Matera, con una sosta ad Accetura.
E’ stata una pedalata un po’ impegnativa, ma ripagata dal magico paesaggio che mi ha circondato Le Dolomiti Lucane sono caratterizzate da alte guglie le cui forme hanno suggerito nomi fantasiosi: aquila reale, incudine, grande madre, la civetta. Diverse specie di uccelli nidificano nei suoi anfratti più inaccessibili, tra cui il nibbio reale, il gheppio ed il falco pellegrino e le guglie, apparentemente spoglie, offrono una flora interessante: la valeriana rossa, la lunaria annua, l'onosma lucana.
Raggiungere in bici i suggestivi paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa - arroccati sulle Dolomite Lucane - anche se con un po’ di fatica, mi ha dato molto soddisfazione e permesso di fare graditi incontri. Mi hanno anche invitato ad un pranzo di nozze dove ho potuto gustare la “cuccia”, piatto tipico ed esclusivo di Castelmezzano fatto con fave, grano, ceci e cicerchie (legume ormai dimenticato e scomparso dalle nostre tavole a metà tra i ceci e le fave).
In bicicletta tutti gli incontri diventano più dolci, la fatica non si sente, o si dimentica subito. L’andare lento fa trasformare poi tutto in emozione. Compagno della pedalata è stato Luigi, molto tecnologico e forte pedalatore!