“Le grand chemin d’Italie” – così veniva spesso chiamata dai viaggiatori europei ottocenteschi, la strada da Coira a Chiavenna attraverso lo Spluga – è stata per lungo tempo la via più frequentata per andare dalla Germania all’Italia e questo grazie alla sua posizione geografica particolarmente privilegiata. Collocato in uno dei punti più stretti della catena alpina, il passo dello Spluga (2115m) segna il passaggio tra le Alpi Lepontine e le Retiche; equidistante in linea d’aria da Milano e da Zurigo, è la porta che mette in comunicazione i due bacini del Lago di Costanza e di Como, così come le grandi vallate del Reno e del Po. Ed è proprio grazie alla sua posizione privilegiata che da epoca immemorabile la strada dello Spluga è stato uno dei più frequenti collegamenti nord-sud, confine tra il mondo germanico e quello latino.
I grandi massicci, la varietà di paesaggi, l’amore per la natura, la ricerca di forti emozioni estetiche e stimoli intellettuali, sono i motivi che spingevano nei primi decenni dell’Ottocento molti turisti europei a intraprendere l’itinerario dello Spluga lungo il quale si poteva apprezzare la sublime bellezza della natura. I racconti delle difficoltà e delle meravigliose e toccanti esperienze vissute ebbero vasto eco tra i salotti ottocenteschi europei, tanto da provocare una vera e propria rincorsa verso quella via lungo la quale si poteva godere nella visione di scorci paesaggistici introvabili altrove. Si può sicuramente affermare che per qualche decennio la strada dello Spluga e la contigua Via Mala furono realmente “alla moda”, furono tra gli itinerari più battuti dai turisti europei.
Quello che oggi si può osservare a distanza di due secoli è il rinato interesse per quella strada dovuto non tanto a ragioni commerciali ed economiche, quanto piuttosto ad un complesso di motivazioni tra ecologia e turismo della memoria: il desiderio di immergersi in uno spazio naturale ancora intatto e ben conservato, si combina alla volontà di recuperare il modo di viaggiare d’altri tempi, alla scoperta di altri luoghi, delle stesse sensazioni provate dai viaggiatori.
Per questo motivo, per la voglia di riscoprire un itinerario ricco di reminiscenze, per rivivere in poche ore le stesse emozioni che l’uomo, esploratore solitario o pellegrino, militare, commerciante o turista ha sperimentato durante i secoli, è emersa la volontà di ripristinare un antico sentiero quale quello della Via Spluga. Dalla collaborazione tra quelle popolazioni da sempre divise dalle alte vette, ma unite nel corso dei secoli da comuni interessi economici, politici, strategici ed ora turistici, si è avvertita la volontà di ridare vita e prestigio ad una via un tempo calpestata da uomini provenienti da ogni nazione. Il turista del Duemila non è però abbandonato a sé stesso e al suo coraggio, ma ben incanalato dentro dei percorsi precostituiti che lasciano poco spazio al pericolo e all’imprevisto, dando comunque la possibilità di assaporare la pura ed integra bellezza delle montagne che oggi come ieri restituiscono agli sguardi curiosi ed indagatori dei passanti sensazioni indimenticabili.
L’itinerario
La “Via Spluga” è oggi un sentiero escursionistico – culturale che ripercorre duemila anni di storia dei transiti tra le culture reto-romancia, walser e lombarda; eventi di tale rilievo da aver influenzato non solo i rapporti e l’evoluzione sociale ed economica delle popolazioni, ma anche quella del paesaggio così come ci appare.
Di questo sentiero la “Strada dello Spluga” è la parte in territorio italiano, dalla frontiera italo – svizzera a Chiavenna. L’itinerario, fortemente caratterizzato da contenuti storici, etnografici e naturalistici, si sviluppa lungo antichi tracciati ed è organizzato per tappe con supporti logistico – informativi.
Il sentiero percorre complessivamente 65 km, partendo da Thusis nel cuore del Cantone dei Grigioni (720 m), proseguendo lungo le gole della Via Mala, attraverso i centri dello Schams, del Rheinwald fino a Splügen (1457 m), importante crocevia di transiti. La Via Spluga volge poi verso sud risalendo fino ai 2115 m del Passo dello Spluga, per poi discendere attraverso la spettacolare e suggestiva gola del Cardinello sino ad Isola e proseguire lungo l’intera Val San Giacomo transitando attraverso i borghi di Campodolcino, Lirone, e giungere nel pittoresco borgo di Chiavenna (333 m ).
Sul versante italiano il sentiero percorre tutta la Vallle Spluga dal Passo fino a Chiavenna per un totale di 26 km con un dislivello di 1723 m. L’escursione, sempre lontana dal traffico automobilistico, vede il susseguirsi di ambienti selvaggi, di boschi e selve strette tra dirupi, paesaggi più dolci e riposanti, ambienti tipicamente alpini con ampi panorami dopo le vertiginose gole di Isola e del Cardinello. Percorre il sentiero della Via Spluga significa anche avere l’opportunità di visitare bellissimi centri storici quali quello di Chiavenna. “Clavenna”, la chiave delle Alpi, importante centro di transito fino dai tempi dei romani e ancor oggi fiorente cittadina turistica e culturale con un centro storico molto ben conservato dove si ha l’occasione di visitare interessanti musei, tra cui quello del Tesoro, del Mulino e Palazzo Vertemate Franchi a Piuro.
Da Chiavenna si ha poi l’opportunità di proseguire verso sud per 17 km lungo la via Francisca fino al tempietto romanico di San Fedelino localizzato tra il lago di Novate Mezzola e la montagna in un fazzoletto di terra; l’itinerario è in gran parte pianeggiante e si svolge in prevalenza su stradine e mulattiere attraverso un ambiente tipico di fondovalle.
La Via Spluga sul versante svizzero non manca di offrire paesaggi incantevoli e unici: il villaggio di Splügen conserva ancor oggi la sua antica immagine e il suo originale splendore di importante crocevia di traffici commerciali; una particolare attrazione della zona è poi il sentiero che conduce alla gola e alle cascate della Rofla. La spettacolare mulattiera ricavata a mano trapanando nella roccia si snoda sul versante della valle fra impervie pareti di pietra, gallerie e tunnel. Dopo l’avventurosa ascesa attraverso la Rofla, la Via Spluga conduce al più antico borgo della valle, Sufers per poi raggiungere Zillis, dove sorge la chiesa romanica di San Martino con il suo celebre soffitto noto in tutto il mondo. Percorrere la Via Spluga significa camminare lungo la Via Mala, una delle gole più impressionanti della Svizzera, in passato spauracchio dei viandanti e dei mercanti di passaggio nonché luogo fortemente iconografato. Delimitata da pareti rocciose alte fino a 300 metri, questa gola, in fondo alla quale scorre il Reno, ha in alcuni punti un’ampiezza di pochi metri.
In collaborazione con:
consorzioturistico@valchiavenna.com
www.viaspluga.com
Testo di Carlotta Pighetto