“Allontanarsi da tutto e tutti”, “la fuga di cervelli”, “l’incapacità di adattarsi ai ritmi delle nuove società”, sono frasi, titoli, elementi ricorrenti nelle conversazioni di uomini e donne, giovani e vecchi esseri umani che sembrano arrancare dietro al ritmo veloce della globalizzazione. Frasi buttate lì come frammenti di sogno, un desiderio di fuga generato dallo stress o dalla consapevolezza di chi non vuole o non riesce, le due cose non sono necessariamente sovrapposte o sovrapponibili, adattarsi a questo tempo del tutto e subito e soprattutto, a ogni costo.
La globalizzazione, però, ha anche un aspetto positivo, un aspetto che si sta trasformando in new economy, un aspetto arricchente che permette alle menti brillanti di entrare in contatto con altre menti attive e brillanti senza limiti geografici. Una faccia “buona” della globalizzazione che diventa stimolo per nuove forme di imprenditoria che nascono nel rispetto dell’altro, del consumatore e di se stessi; senza annientamento in nome degli “affari”, ma trasformando il lavoro e la propria creatività in qualcosa che lentamente, contribuirà a trasformare anche le dinamiche economiche globali e aumenterà la consapevolezza generale. Di queste storie se ne incominciano ormai a sentire molte, quella di cui si parla in queste righe coinvolge un ex-manager Nokia italiano, pugliese d’origine e romano d’adozione, che cinque anni fa ha deciso di lasciare tutto e provare a cambiare direzione con in tasca un biglietto di sola andata per l’India.
L’India, racconta Gennaro, è una preziosa occasione per conoscere parti di se stessi, grazie a una cultura che si è fondata su millenni di ricerca della libertà, intesa come liberazione”. E qui, in questa terra calda e verde, arida e piovosa, in questo subcontinente pieno di contraddizioni e tradizioni, quest’uomo dalla mente brillante, mette tutte le sue conoscenze al servizio della sua libertà e un giorno decide di intraprendere un’attività di import-export di biciclette. Dall’India all’Italia, con la lentezza di chi sa apprezzare il tempo e la mente di un uomo d’affari Gennaro dà vita al suo sogno e progetto: le RetròCiclette.
Sognava di vederle circolare a Roma così come a Calcutta, con quelle silhouette che richiamano le biciclette di una volta, eleganti e maestose, coi freni a bacchetta, la sella a molle e le generose ruote bianche e nere, e cosi è stato. Ce le descrive, rendendo perfettamente l’idea dalla quale è nata la scintilla iniziale, l’intuizione che ha dato vita a questo progetto low cost, grazie al quale le biciclette sono rivendute in Italia e in Europa a un prezzo molto competitivo che permette lo sviluppo di un’attività nel rispetto non solo dell’economia, ma anche dell’etica.
Quella delle RetròCiclette è una storia positiva, d’ispirazione, un passo concreto in direzione di un cambiamento economico che permetta agli imprenditori e non solo, di guardare a un altro volto della globalizzazione. Un cambiamento indispensabile se si vuole andare in direzione di una new economy più equa e a misura d’uomo, di un'economia che non dimentichi quella radice comune da cui ha origine, un'economia che sia solo sviluppo e non distruzione in funzione del progresso.