Come sappiamo, la tradizionalità è un requisito fondamentale della cucina italiana in qualsiasi regione.
L’Italia è infatti l’unico paese che invece di possedere una dieta generale attrae i suoi visitatori con le numerose leccornie che si distinguono in ogni area. Molte di queste favoriscono tutt’oggi l’identità del proprio paese anche all’estero.
Numerosissime ricette compaiono nelle memorie delle famiglie quali propri pilastri della dieta da tramandare, mentre per altri non sono altro che un nome sentito dire. Una di queste pietanze che timidamente compare in estate sulle tavole di molti e’ la panzanella. Nonostante la sua fama ridotta, è forse la più vicina cugina della tanto amata bruschetta, ma non va confusa con la frisella pugliese.
Ha origine nella Toscana dell’ottocento, precisamente nei dintorni di Firenze, quando la necessità di non buttare gli avanzi (in particolare il pane raffermo) ingegnò la creatività delle massaie, le quali con maestria unirono semplici ingredienti immancabili nel loro personale orto, creando deliziose ricette tutt’oggi apprezzate. I patriottici colori del basico, pane e pomodoro sbandierarono subito la loro presenza in tutta la Toscana, dove la panzanella divenne, grazie alla sua fraganza, una delle principali pietanze estive.
Il pane precedentemente ammollato in acqua viene lasciato a macerare nel succo di pomodoro liberato dalla pressione del coltello durante il taglio, intanto coriandoli di basilico e cipolla si uniscono numerosi al piatto, liberando tenui aromi in grado di inibire i nostri pensieri; quindi una generosa pioggia di olio ricopre lucente il tutto. Originariamente veniva servita come zuppa fredda, oggi invece si ammolla la fetta di pane singola, la quale rimane come sostegno del condimento che andrà lentamente a penetrare nel cuore di essa; permettendo così di consumarla come una bruschetta.
Una ricetta umile, semplice anche nella preparazione, ma che presenta una complessità aromatica interessante, che non manca di stupire ad ogni morso e che racchiude non solo la stagionalità dei singoli elementi, quanto una tradizione e quindi una cultura che abbraccia tutt’oggi i colori ed i sapori veri della sua terra. Un leggero spuntino estivo, tutt’oggi privo di eccessive alternative e che conserva quindi la sua originarietà.
C’è chi la trasforma in portata principale, arricchendola con olive, sedano e peperoni; chi ama la versione più decisa nella quale viene addizionato dell’aceto, e chi ancora segue una scia piu’ orientale, aggiungendo numerose spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Comunque sia, rimane un salto nell’amata tradizione toscana, la quale non manca mai di soddisfare il palato dei suoi seguaci.